Reacher 2: recensione della seconda stagione

Si è conclusa su Prime Video la seconda annata della serie dedicata al personaggio creato da Lee Child. Una stagione che conferma i pregi della precedente con qualche significativa variazione

Il 19 gennaio si è conclusa su Prime Video la seconda stagione di Reacher. Una nuova annata che conferma e rafforza le impressioni emerse dopo la visione dei primi episodi, presentandoci il suo protagonista in una veste nuova, tra lavoro di squadra e dinamiche decisamente più corali. Un cambiamento per certi versi radicale per chi conosce il personaggio creato da Lee Child (e a cui la prima stagione era più fedele) ma che pare qui giustificato dal peso che la vita nell’esercito ha avuto sul suo passato.

Ecco allora tornare a riunirsi, in maniera ufficiosa, l’Unità Speciale Investigativa di cui Jack Reacher era al comando, al centro, suo malgrado, di un complotto che pare aver preso di mira proprio i suoi ex membri. Adattati ancora una volta per il piccolo schermo da Nick Santora gli otto episodi di questa seconda stagione (già la più vista in assoluto su Prime Video) riprendono così a loro modo le fila di un personaggio già iconico, sempre uguale a se stesso seppur con qualche piccola ma significativa variazione.

Indice:

Trama – Reacher 2 recensione

Dopo i fatti di Margrave Reacher (un sempre più in parte e mastodontico Alan Ritchson) viene contattato dall’ex commilitone Frances Neagley (Maria Sten) per una questione legata al loro passato condiviso: un membro della 110°, la vecchia Unità Speciale Investigativa un tempo comandata da Reacher, è stato assassinato e pare non essere il solo. Riunitosi a New York con altri due elementi della vecchia squadra, Karla Dixon (Serinda Swan) e David O’Donnell (Shaun Sipos), Reacher scoprirà ben presto che tutti gli indizi portano alla New Age, una società di armamenti il cui capo della sicurezza, Langstone (Robert Patrick), pare fare il doppio gioco, affiancato, forse, proprio da un altro membro della 110°, Tony Swan (Shannon Cook).

Quello che è certo è che la minaccia è reale e di proporzioni ben più grandi del previsto. Questo almeno fanno pensare la presenza del mercenario e trafficante d’armi internazionale “A.M.” (Ferdinand Kingsley) e il coinvolgimento di un membro del senato. Ma Reacher e compagni sembrano determinati a vederci chiaro e a vendicare i compagni uccisi. Costi quel che costi.

Reacher 2 recensione

Reacher. Amazon Studios

Meglio soli?

Sembra decisamente affollata la proverbiale solitudine di Jack Reacher in questa seconda stagione. Quello che lasciavano intuire i primi episodi, infatti, è diventato, col proseguire della serie, una certezza. Ecco allora condividere il ruolo di protagonista con il solitario e tenace ex militare senza fissa dimora altri tre, differenti personaggi, tutti legati al suo passato. Un’intuizione non di poco conto, che da alcuni – in particolare gli amanti della saga letteraria – è stata vista quasi come uno snaturamento di quel personaggio che, in definitiva, non era altro che la modernizzazione della figura archetipica del cavaliere solitario.

Eppure questo passaggio da lupo solitario a elemento di aggregazione di Reacher non sembra un’evoluzione così deprecabile nell’economia del racconto, questa volta tratto da uno dei romanzi più intricati e complessi del filone, “Vendetta a freddo”. Perché rendendo di fatto la serie più corale, con tre veri e propri co-protagonisti che agiscono sempre insieme (o parallelamente) a Reacher, si ha una variazione dallo schema generale che permette di sperimentare nuove dinamiche, tanto a livello di scrittura quanto di messa in scena.

Reacher 2 recensione

Reacher. Amazon Studios

“I dettagli contano”

Certo, è innegabile che così facendo la natura stessa di Reacher – quella specificità che ha decretato, negli anni, il successo della sua controparte letteraria – rischi di essere compromessa, ma non si può nemmeno dire che, in questo caso, tale variazione non funzioni. Dalla struttura degli episodi al ritmo, dalle interazioni tra i personaggi (più spazio è lasciato qui all’ironia, senza comunque compromettere il tono generale da thriller spionistico) a un mistero interessante quanto basta per volerne venire a capo, tutto in questa seconda stagione sembra infatti garantire un alto grado di coinvolgimento.

È così che tra flashback di un passato mai davvero sepolto (e in cui trova anche una sua giustificazione la dimensione più corale della stagione) e un presente dove le indagini sui generis di Reacher lasciano spesso e volentieri spazio a un’azione ad alta tensione, ancora più dinamica, cruenta e adrenalinica rispetto alla passata stagione, si dipana un complotto che coinvolge vecchi commilitoni, terroristi senza nome, poliziotti corrotti e senatori.

Reacher 2 recensione

Reacher. Amazon Studios

Cambiare restando se stessi

Una storia dove in ballo c’è la sicurezza stessa della nazione e tutto pare essere nelle mani di Reacher e della sua famiglia elettiva, l’unica per lui possibile. Perché nonostante amici e amori fugaci, le azioni in gruppo e lo spirito di squadra, a ben guardare Reacher sembra rimanere sempre lo stesso. Un vagabondo di due metri per un centinaio di chili libero come nessun altro, senza radici, responsabilità o attaccamenti (e con un solo spazzolino a fargli da bagaglio), ma non per questo meno umano, o necessariamente oscuro e tormentato.

È così che Reacher 2, pur introducendo variazioni sostanziali, riesce comunque a mantenere gli elementi più significativi che hanno fatto della prima stagione un successo. Un esperimento interessante che però lascia un dubbio sul futuro della serie (la terza stagione è già stata confermata): vedremo ancora il classico Reacher, solo contro tutti, o dovremo abituarci a questa sua nuova pelle, a questa sua graduale apertura verso il prossimo?

Meglio non farsi troppe domande, forse. “In un’indagine le ipotesi uccidono”.

Reacher

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • La struttura più corale di questa seconda stagione funziona, confermandosi una felice variazione sul tema
  • Le scene d'azione sono numerose, ben gestite e garantiscono un forte coinvolgimento e un alto livello di tensione

Lati negativi

  • La trama da thriller spionistico è intricata e complessa e potrebbe non appassionare i non amanti del genere
  • I fan dei romanzi potrebbero non apprezzare questa versione più “sociale” di Reacher

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *