Freud: recensione della serie Netflix sul padre della psicoanalisi
Tra misteri, intrighi e sedute spiritiche, Freud ribalterà le vostre aspettative
Sigmund Freud, padre della psicoanalisi, è sempre stato un personaggio molto affascinante, così Netflix e l’emittente austriaco ORF hanno colto l’occasione per produrre una serie ispirata proprio al noto dottore. Freud, di cui vi proponiamo la nostra recensione, è stata presentata ufficialmente il 24 febbraio 2020 alla settantesima edizione del festival di Berlino, aprendo la Berlinale Series.
Freud diversamente dalle aspettative non si propone di essere una sorta di biopic sulla sua gioventù, bensì prende tutt’altra strada presentandosi come un thriller con elementi di mistero. Prendendosi molte libertà la serie mostra un personaggio ancora giovane, inesperto e acerbo. Il Freud che viene presentato non è il filosofo che ci hanno fatto studiare a scuola ma un uomo dipendente dalla cocaina e malvisto da tutta la comunità scientifica, che fatica a farsi un nome e non riesce a dimostrare la veridicità delle sue teorie.
Indice
Trama – Freud, la recensione
Sigmund Freud, è un giovane medico tornato da poco a Vienna dopo un viaggio di studi a Parigi. Tramite l’utilizzo della tecnica dell’ipnosi, il dottore cerca di spiegare i motivi dell’isteria femminile ancora associata a possibili difetti fisici. Diretto dall’intransigente professore Meynert, fervido sostenitore della falsa natura dell’isteria, troverà l’opposizione di tutta la comunità scientifica viennese fatta eccezione per il Dottor. Josef Breuer. In seguito al fallimento della presentazione del metodo ipnotico,davanti ai membri di maggiore spicco dell’ospedale, Sigmund va ad una festa organizzata dalla contessa Sophia von Szápáry allo scopo di allargare la cerchia delle sue conoscenze.
Qui il dottore farà la conoscenza di Fleur Salomè, una giovane medium che intratterrà gli ospiti della festa con una misteriosa seduta spiritica. Questo incontro scatenerà una serie di avvenimenti che sconvolgeranno la vita di Freud. In seguito alla richiesta di aiuto dell’ispettore Alfred Kiss, Sigmund si troverà coinvolto in una serie di misteriosi omicidi collegati tra loro. Attraverso lo studio e l’investigazione il dottore arriverà a scoprire una sconcertante verità. Questa lo porterà a formulare innovative teorie, forse troppo rivoluzionarie per il mondo della medicina e per l’ intera Austria.
Aspettativa canaglia – Freud, la recensione
Freud, sin dalle prime puntate si presenta come una serie molto ambiziosa. Già solo il nome che le da il titolo infatti, rappresenta un peso molto pesante da portare. Sigmund Freud è un personaggio tanto interessante quanto complesso da trattare e per questo motivo guardandola, le proprie aspettative potrebbero essere deluse. Lo show infatti, non ha la benché minima intenzione di trasporre la vita del filosofo, né di dare una visione della sua giovinezza. La figura di Freud è un pretesto per inscenare un thriller che guadagna ancora più appeal per il contesto in cui è ambientato. La serie mette in scena situazioni macabre e talvolta surreali con sottofondo lo studio dell’ipnosi dello stesso dottore, che nel risolvere i crimini, assume sempre più le fattezze di un austriaco Sherlock Holmes.
Un’operazione simile venne fatta nel 2012 con il film Abraham Lincoln: Vampire Hunter. La pellicola prendeva come spunto la storia di Abraham Lincoln per inscenare un fantasy con sfumature horror. Seppur si ispirasse a fatti storici realmente accaduti, di reale però non aveva nulla se non la figura del suo protagonista. Allo stesso modo, anche se in maniera molto ridotta, Freud prende la figura del noto psicoanalista come un pretesto per raccontare una storia del tutto nuova, mantenendo però il legame con lo studio della ipnosi. A differenza del film citato prima la serie cerca di essere più verosimile. L’intento del film invece, era espresso sin dal titolo ed è per questo esatto motivo che guardando la serie, le aspettative potrebbero essere deluse. Lo show Netflix si intitola Freud, ma è solo guardando la serie che ci si rende conto della vera natura del prodotto.
Tra finzione e realtà – Freud, la recensione
Come già detto precedentemente in questa recensione di Freud, la serie si prende molte libertà e seppur tratti eventi mai accaduti non fa a meno di far cenno alla storia. Nel corso delle otto puntate infatti, vengono presentati molti personaggi ed alcuni di questi sono figure esistite realmente o perlomeno ispirate ad esse. Freud nel tentativo di dimostrare le proprie teorie trova l’appoggio del Dottor. Josef Breuer e il disappunto del professore Theodore Meynert. Entrambi infatti sono personaggi realmente esistiti e per quanto riguarda il primo, ha avuto un ruolo importante nella formazione del filosofo. Josef Breuer ha influenzato molto gli studi di Freud, in particolare con il caso di Anna O. a cui all’interno della serie, viene fatto esplicito riferimento. Seppur in modo diverso, l ‘influenza del dottore è messa in scena, così come il loro litigio e la loro separazione, mantenendo quindi una certa coerenza con la realtà dei fatti.
La stessa Fleur Salomè, uno dei personaggi principali e chiave al fine del proseguimento della trama, è ispirata ad una figura esistita realmente: Lou Andres Salomè. Quest ultima è stata una delle muse ispiratrici più enigmatiche dell’ottocento. Il suo incontro ha inoltre permesso a Freud di rinnovare le proprie idee e teorizzare la dualità tra Eros e Thanatos. Allo stesso modo nella serie, Fleur Salomè risulta essere il motivo che spingerà il protagonista a cambiare la sua prospettiva sul mondo dell’ipnosi. In conclusione, nonostante la serie possa deludere per i motivi espressi nel paragrafo precedente, allo stesso tempo riadatta e reinventa gli eventi cercando di mantenere una certa coerenza storica e riuscendo a trasformare questa caratteristica in uno dei suoi punti di forza.
Analisi tecnica – Freud, la recensione
Dal punto di vista tecnico Freud se la cava piuttosto bene, anche al netto dei suoi difetti. Uno dei lati positivi è l’atmosfera macabra e quasi horror che si viene a creare in determinati momenti. La serie presenta situazioni come sedute spiritiche e riti fatti con sangue e carcasse di animali. Nel fare ciò però riesce a non risultare ridicola. Alcune scene infatti, per la direzione che prendono potrebbero apparire stranianti, ma per il modo in cui vengono messe in scena riescono ad essere efficaci. Uno dei punti di forza della serie poi, è la scrittura di alcuni personaggi. L’ispettore Kiss per esempio, pur non essendo uno dei protagonisti è uno dei personaggi più interessanti, con un background ben definito ed un arco evolutivo alquanto soddisfacente.
Anche dal lato più prettamente registico non vi sono grosse pecche. Grazie all’ottima fotografia giocata su colori freddi, Vienna appare come una città cupa e tetra persino nei luoghi chiusi. Per quanto Freud sia indubbiamente un prodotto di livello però, non è priva di difetti. Una delle pecche della serie infatti, è il ritmo fin troppo discontinuo. In alcuni casi lo svolgersi degli eventi crea una forte curiosità nello spettatore, che però verso le puntate finali viene a smorzarsi con un eccessivo rallentamento. Un’altro lato negativo è dato dall’eccessivo surrealismo di alcune scene. Per quanto, come riportato sopra, la serie non voglia inscenare una storia realistica, in determinati casi si fa troppo leva sulla sospensione dell’incredulità mettendo in scena situazioni che appaiono un po’ troppo fuori contesto.
Considerazioni finali
In conclusione Freud è un prodotto valido. La scelta di reinventare la storia del padre della psicoanalisi se in un primo momento può sembrare assurda, a fine visione ci si renderà conto che è stata una scelta giusta. Il più grande pregio di Freud è proprio questo infatti. La serie stravolge totalmente le aspettative dello spettatore e facendolo, non delude. La commistione tra mistero e paura è vincente. Generalmente quando si parla di Freud, si fa spesso riferimento all’interpretazione dei sogni, o al complesso di Edipo. La serie però, coraggiosamente decide di non trattare questi argomenti e puntare su tutt’altro.
L’ ipnosi è al centro di tutto ed il modo in cui il suo studio è stato adattato al soggetto della sere risulta essere uno dei fattori più interessanti. D’altro canto però, non stiamo comunque parlando di un capolavoro. In determinati casi si prende davvero troppe libertà, mettendo in scena eventi poco credibili che risultano essere troppo persino per quel contesto. Alla fine di questa recensione possiamo dire che la prima stagione di Freud ci ha convinto pienamente, lasciando forte curiosità per i possibili sviluppi di una prossima stagione.
Freud
Voto - 7
7
Lati positivi
- Riadattamento della storia di Freud
- Trama intrigante
Lati negativi
- Alcuni elementi troppo surreali
- Ritmo discontinuo