Maestro: Recensione del film di Bradley Cooper – Venezia 80

Recensione di Maestro, film in concorso a Venezia diretto da Bradley Cooper

Era nel 2018 quando l’attore Bradley Cooper esordiva alla regia con l’ormai iconico A Star is Born. Cinque anni dopo, torna dietro la macchina da presa con Maestro (qui il trailer), in concorso all’ottantesima edizione della Mostra del cinema di Venezia. Vale la pena vedere questa sua seconda pellicola? Scopritelo leggendo la recensione.

Indice:

Trama – Maestro Recensione

Nel film si narra della vita del compositore Leonard Bernstein (interpretato dallo stesso Bradley Cooper), concentrandosi soprattutto sul suo matrimonio con Felicia Montealegre (Carey Mulligan). Effettivamente, più che della vita da compositore o direttore di Bernstein, si parla per lo più di questo rapporto.

Queste le parole di Bradley Cooper su questa scelta: “Dopo un anno di ricerche su Lenny e sulla sua famiglia, e dopo aver preso del tempo per rielaborare il tutto, ho capito che l’aspetto che più mi colpiva era il matrimonio tra Lenny e Felicia. È stato un amore vero, non convenzionale, che ho trovato infinitamente affascinante: ecco la storia che volevo raccontare. Sarò sempre grato a Jamie, Nina e Alex per avermi fatto entrare nella loro famiglia e nei loro cuori: è stata una delle gioie più grandi della mia carriera“.

Maestro

Maestro. Sikelia Productions, Amblin Partners

Leonard Bernstein – Maestro Recensione

Questa pellicola racconta la vita di Leonard Bernstein, ma, come anticipato, si focalizza per lo più sulla parte melodrammatica, in particolare del rapporto con la moglie. Del suo lavoro come direttore, e soprattutto come compositore, vediamo ben poco, se non in quale scena. Della sua passione per la musica si parla continuamente, quasi fino allo sfinimento, ma a livello pratico, non si vede mai. Il cinema è un mezzo visivo e ciò che viene mostrato a schermo conta sempre di più ciò che viene detto a parole, specie se questo non  ha riscontro con ciò che viene mostrato.

Oltre a questo, vengono appena accennate ma mai approfondite davvero questioni come le sue difficoltà come le sue difficoltà in quanto uomo ebreo negli anni ’40. La sua vita sentimentale per lui sarà stata sicuramente una parte importantissima della sua vita, ma di lui, così come di altri personaggi storici, a noi arriva il suo lavoro, non questioni più melodrammatiche. Per questo un film del genere si dovrebbe concentrare più su quello e non tralasciarlo quasi completamente.

Maestro

Maestro. Sikelia Production, Amblin Partners

Analisi del film – Maestro Recensione

Oltre questa scelta narrativa, il film prende altre direzioni un po’ bizzarre: la prima ora del film e in bianco e nero, poi tornano i colori (si potrebbe pensare che la parte in bianco e nero sia quella più innocente e quella a colori più realistica, ma è un’ipotesi) e, in particolare, la regia di Bradley Cooper risulta parecchio strana. Nello specifico, sembra che Cooper abbia cercato di urlare con ogni inquadratura di essere un bravo regista, ma con risultati maldestri. Ci sono numerosissimi piano sequenza, la quasi totalità immotivati da un punto di vista narrativo e neanche di realizzazione brillante, specie quelli in movimento: molte inquadrature sono totalmente asimmetriche e in generale poco piacevoli da guardare.

Il montaggio, invece, troppo rapido e spesso non dà il tempo di far digerire a pieno lo scorrere del tempo. Per quanto riguarda le performance attoriali, stellare quella di Carey Mulligan, che ruba la scena in ogni secondo. Bradley Cooper si vede che si è impegnato molto anche la parte attoriale, che effettivamente non è male, il problema è che ha un trucco prostetico talmente invasivo che gli blocca parzialmente la faccia. Questo si nota soprattutto quando sorride e la pelle attorno agli occhi si muove in modo strano, facendo risultare i suoi sorrisi quasi inquietanti. 

Maestro

Maestro. Sikelia Productions, Amblin Partners

 

 

Maestro

Voto - 6

6

Lati positivi

  • Carey Mulligan è la parte migliore del film
  • Lati negativi

    • Del protagonista non viene mostrato il lato artistico
    • Alcune scelte stilistiche sono poco ragionate

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