Ragnarok: recensione della serie originale targata Netflix
La prima produzione danese-norvegese di Netflix sulla mitologia norrena
La mitologia norrena, è sempre stato un tema interessante ma che raramente è stato ben approfondito in film o serie tv. Tralasciando il Thor legato al Marvel Cinematic Universe, il grande pubblico non è mai stato introdotto a personaggi o storie tipiche della cultura nordica. Da qualche anno, ormai, Netflix sta producendo una serie originale per ogni paese europeo, cercando di differenziare i prodotti del proprio catalogo. Così, dopo serie come Elite, Dark o il recente Luna Nera, debutta sul catalogo, Ragnarok di cui vi presentiamo la nostra recensione.
Ragnarok, è una co-produzione danese-norvegese che parte con spunti davvero interessanti. La serie prende il proprio titolo dall’evento che era considerato dagli dei nordici come la fine del mondo e racconta la storia di un ragazzo, Magne, che trasferitosi in una piccola cittadina, si renderà conto che i mostri e le creature delle leggende esistono davvero. Con questa base, Ragnarok, si mostra sin da subito come un prodotto ambizioso, che però al termine delle sei puntate lascia lo spettatore con dubbi e misteri irrisolti.
Indice
Ragnarok – La trama
Magne, è uno studente affetto da dislessia trasferitosi insieme alla madre ed il fratello nella piccola cittadina di Edda, Norvegia. I primi giorni di scuola, Magne (David Stakston), fa amicizia con Isolde (Ylva Bjørkaas Thedin), che pare essere l’unica ragazza realmente interessata al grave problema d’inquinamento della città. Edda, infatti, è preda degli affari degli Jutul, una ricca famiglia che possiede una fabbrica, sospetta di essere la causa dei problemi ambientali del posto.
I due ragazzi, quindi, inizieranno ad indagare sulle industrie Jutul, fin quando, vicini ad una scoperta sensazionale, un grave avvenimento scatenerà l’incredibile ira del ragazzo. Magne capirà così di avere capacità fuori dal comune e di essere l’ultimo erede di una stirpe ormai estinta, gli Dei, acerrimi nemici dei Giganti. Ignorato dalla polizia, Magne, inizierà un’indagine solitaria sulla vera natura della famiglia Jutul e sui misteri che li circondano, andando a fondo sull’enorme pericolo che incombe sulla città di Edda e sul mondo intero.
L’inquinamento e la fine del mondo
Ragnarok, già dal titolo, fa presupporre una serie fantasy sulla fine del mondo. Per quanto questo sia vero, ciò che stupisce maggiormente, è che la fine del mondo non consiste in un’enorme battaglia tra creature mitologiche; il pericolo maggiore è l’inquinamento della città e più in generale, del pianeta Terra, che si avvicina sempre più alla sua fine. Gli Jutul, sono la fonte principale dei danni ambientali di Edda e anche la minaccia contro cui il protagonista deve combattere, allo stesso tempo, però, essi incarnano le grandi multinazionali che si arricchiscono e mandano avanti i propri affari, incuranti dei danni che provocano al resto del mondo.
La Norvegia, è ricca di ghiacciai e all’interno della serie assistiamo allo scioglimento di questi ultimi. Il Ragnarok rappresenta la fine del mondo nella mitologia norrena ma al contempo si fa metafora di uno dei temi più di attualità; la serie affronta così una tematica che per troppo tempo è stata ignorata. La serie mostra la solitaria battaglia di un eroe, che ignorato da tutti e aiutato da nessuno, trova difficoltà nel contrastare una minaccia così grande. Velatamente, Ragnarok, cerca di far aprire gli occhi sul tema dell’inquinamento globale, mostrando come gli sforzi singoli non servano ad eliminare il problema; solo la partecipazione di tutti potrà evitare il declino dell’intero pianeta.
Dei e Giganti – Ragnarok recensione
Se il tema dell’inquinamento è affrontato egregiamente, la stessa attenzione e cura non è riservata alla mitologia norrena e ai personaggi del mondo nordico. Nel corso dei sei episodi, vengono presentati dei e giganti, ma oltre a mostrarne capacità e poteri straordinari, non viene detto null’altro sulla loro natura. I personaggi, fanno riferimento ad una battaglia leggendaria che portò alla fine delle due razze, ma nulla viene aggiunto sulla loro genesi o sulla loro storia.
Lo stesso protagonista, si ritrova ad avere poteri straordinari senza un vero e proprio motivo e per quanto questo sia uno dei lati più intriganti della serie, alla fine dell’ultima puntata resta solo uno dei tanti misteri irrisolti. Ragnarok, è una prodotto che ha come sfondo il mondo della mitologia nordica, che però non viene sfruttato in nessun modo costruttivo. La serie, essendo anche una produzione nord europea, aveva finalmente la possibilità di affrontare nella maniera giusta un mondo ricco di potenzialità, ma non lo fa, confermandosi come un’occasione mancata.
Analisi tecnica – Ragnarok recensione
Uno dei maggiori difetti della serie, è proprio il lato tecnico. Ragnarok, seppur composta da sole sei puntate, infatti, risulta essere una visione abbastanza pesante. Il ritmo della serie è davvero lento e i personaggi non riescono ad essere interessanti, non permettendo allo spettatore di empatizzare con loro. Seppur gli attori siano alquanto bravi, la caratterizzazione dei loro ruoli non gli permette di spiccare facendo risultare piatte le loro interpretazioni. La scrittura della serie, infatti, è davvero superficiale. A molti avvenimenti, non è data la giusta importanza e alcuni lati della trama non sono proprio spiegati andando a costituire dei veri e propri buchi.
A livello registico, Ragnarok non presenta spunti innovativi né, quantomeno, interessanti, non riuscendo a coinvolgere lo spettatore nemmeno nei momenti più concitati. Le poche scene di combattimento sono confusionarie e persino le love story tra i personaggi non hanno nessun impatto emotivo. La fotografia, giocata su toni freddi, non riesce a mettere in risalto gli stupendi paesaggi della Norvegia. Eccezion fatta per le scene d’intersezione che mostrano laghi e montagne, ma che a livello narrativo non aggiungono nulla.
Considerazioni finali
Ragnarok, è sicuramente una serie ambiziosa, che però non riesce a portare a termine tutti gli obbiettivi che si pone dalla prima puntata. La mitologia norrena, dovrebbe essere il fulcro della narrazione ma non viene mai approfondita e non riesce ad appassionare lo spettatore. L’elemento fantastico rappresentato da Dei e Giganti, allo stesso modo, non stupisce e rimane soltanto uno dei tanti temi affrontati dalla serie e non sviluppati a dovere. I personaggi non sono caratterizzati nella maniera giusta e alcuni di questi risultano essere totalmente inutili, mentre altri non si ha idea di chi siano e da dove spuntino fuori. In tutto questo, la regia non aiuta, non riuscendo a valorizzare ambienti e situazioni che avrebbero potuto dare una forte spinta alla serie.
L’unico, vero, lato positivo di Ragnarok è il modo in cui affronta il tema dell’inquinamento. La serie sfrutta il concetto di fine del mondo per mostrare i danni causati dal mancato rispetto per l’ambiente, facendo luce sulle conseguenze che si abbattono sulla gente e sulla città stessa. A fine visione, si avrà la sensazione di una grande occasione sprecata. Se si fosse riposta maggiore attenzione su alcuni dettagli, sarebbe potuto essere un prodotto davvero valido.
Ragnarok
Voto - 5
5
Lati positivi
- Come viene affrontata la tematica dell'inquinamento
Lati negativi
- Mancato approfondimento sulla mitologia norrena
- Pessima caratterizzazione dei personaggi
- Sceneggiatura superficiale