Rick and Morty 7: recensione della nuova stagione

Partita non sotto i migliori auspici, la settima stagione della serie Adult Swim riesce ancora a coinvolgere e divertire grazie alle sue situazioni assurde e a un mondo ormai pienamente coerente

Dall’8 febbraio arriva finalmente su Netflix l’intera settima stagione di Rick and Morty. Un’attesa (negli USA la serie è uscita tra ottobre e dicembre 2023) ben ripagata che ci riporta nel mondo assurdo e fantastico della serie targata Adult Swim con più di una sorpresa. Un viaggio interdimensionale tra conoscenze vecchie e nuove che rafforza il legame con le stagioni precedenti dando vita a una continuity in cui le situazioni più assurde e diverse possono comunque convivere tra loro in modo coerente.

Arrivata dopo il licenziamento del co-creatore, autore e produttore esecutivo (nonché voce originale dei due protagonisti) Justin Roiland, la stagione affronta questo momento difficile senza troppi scossoni e senza snaturare se stessa. Fedele a un universo che ormai basta a se stesso e a cui è sufficiente qualche intuizione felice per tornare (quasi) ai fasti delle prime stagioni, Rick and Morty 7 si dimostra così l’ennesimo tassello di un’avventura che sa ancora riservare sorprese.

Indice:

Trama – Rick and Morty 7 recensione

Mentre la ricerca di Rick Prime – il responsabile della morte di sua moglie Diane – continua, Rick deve fare i conti con nuove, improbabili minacce. Dall’alcolismo ormai fuori controllo di Mr. Buchettoperpopò, così disperato dalla rottura con la moglie da aver assoldato un Predator per pedinarla, a una convivenza più o meno forzata con il genero Jerry e con il suo cervello, passando per il ritorno dell’intelligenza collettiva Unità e quello di una vecchia conoscenza del duo: Evil Morty.

Tra mondi dove i suicidi si trasformano in spaghetti alla bolognese e il Papa si serve del Bigfoot per eliminare i nemici della Chiesa, Rick e l’inseparabile nipote Morty finiranno così, nella strada piena di ostacoli che li separa dalla vendetta, per affrontare le loro paure più grandi e le conseguenze delle loro azioni. Il tutto condito dalla solita dose di irriverenza e da un senso dell’assurdo più forte ed esilarante che mai.

Rick and Morty 7 recensione

Rick and Morty. Justin Roiland’s Solo Vanity Card Productions!

Un mix letale

È sempre uguale e, insieme, diversa da se stessa Rick and Morty. Una serie che, ripetendo un canovaccio più o meno invariato, sorprende sempre con nuovi spunti e nuove idee. È all’insegna di questa formula collaudata che si presenta infatti anche questa settima stagione, dando vita – nonostante le vicissitudini giudiziarie che hanno coinvolto uno dei suoi autori principali – a un mix eterogeneo capace di spaziare dal divertissement puro (una prima puntata che frulla insieme Una notte da leoni, Predator e Hugh Jackman), al trionfo di un assurdo non privo di spunti di riflessione (“That’s Amorte”), dalle trovate inventive e ricche di gag (“Prossima fermata: Paradiso”), a episodi capaci di riprendere le fila di una trama sempre più intricata (“Morty lo spietato”), tra insospettabili ritorni e nuovi colpi di scena.

Sta proprio nell’abilità di unire la sua ormai elaborata trama orizzontale a episodi decisamente più autoconclusivi, del resto, la forza della serie. Una tendenza che in questa settima stagione sembra però farsi più discreta, dedicando un intero episodio alla conclusione (?) di quelle linee narrative avviate nelle stagioni precedenti e lasciando gli altri alle prese con svolgimenti più verticali, sebbene non immuni dalla continuity della serie.

Rick and Morty 7 recensione

Rick and Morty. Justin Roiland’s Solo Vanity Card Productions!

Storie diverse eppure simili

Ecco allora a episodi che esplorano ancora una volta le dinamiche tra i diversi personaggi (dalla bromance tra Jerry e Rick al rapporto di codipendenza tra quest’ultimo e Morty, senza dimenticare la solita rivalità tra Summer e il fratello) affiancarsi storie intrise di riferimenti pop (da Predator ad Atto di forza, da Taken a Non lasciarmi, passando per Il ritorno dello Jedi) o di un divertente senso dell’assurdo (l’episodio “Mort: Ragnarick”, tra Valhalla e cattolicesimo). Il tutto tenuto insieme da un approccio capace di scongiurare il rischio di frammentarietà grazie a una coerenza e a un’unità di fondo evidente persino negli episodi apparentemente più autonomi.

Tra personaggi ricorrenti e improbabili ritorni (i vecchi amici di Rick, la sua ex “ragazza” Unità, l’Ice-T di Alfabetrium), dilemmi etici e inaspettati momenti sentimentali, la settima stagione di Rick and Morty dimostra così come, pur in assenza di una trama orizzontale forte o predominante, la serie sia ormai in grado di bastare a se stessa. Di costruire i suoi mondi paradossali di episodio in episodio senza che sembrino per questo scollegati l’uno dall’altro.

Rick and Morty 7 recensione

Rick and Morty. Justin Roiland’s Solo Vanity Card Productions!

Un multiverso assurdo ma coerente

Un universo (o, meglio, un multiverso) coerente che la serie si diverte a esplorare ancora e ancora, dimostrando una capacità prodigiosa nel riuscire a essere, dopo sette annate, ancora originale, ancora capace di avere idee tanto interessanti quanto irriverenti (il presidente che si serve di Unità per avere il 100% dei consensi, i dilemmi etici legati al cibarsi di altri esseri viventi). È sempre Rick, d’altronde, il motore di questa nuova stagione. L'(anti)eroe e insieme il demiurgo di mondi e situazioni ai limiti dell’impossibile (o oltre). Un personaggio dalla scorrettezza ormai proverbiale alle prese qui con l’ultimo atto della sua personale storia di vendetta e con il vuoto che, forse, dopo di essa lo attende.

Rick and Morty 7 si dimostra così un’annata con più di una sorpresa. Sicuramente lontana dai livelli delle prime stagioni ma in grado di reinventarsi senza snaturare se stessa. Una stagione di passaggio che ci fa interrogare sulla direzione che potrà prendere in futuro la serie ma che ci lascia comunque fiduciosi.

Rick and Morty 7

Voto - 7

7

Lati positivi

  • Dopo sette annate la serie riesce ancora ad avere una certa originalità, tra trovate assurde e gag paradossali
  • Le vicende della trama principale tornano a essere centrali ma non onnipresenti, lasciando alla serie lo spazio per esplorare nuovi mondi e situazioni

Lati negativi

  • Le dinamiche ricorrenti e i continui rimandi a personaggi o episodi del passato rendono inevitabilmente questa stagione meno fresca e innovativa rispetto alle prime annate

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *