Roma Film Festival 2017: Last Flag Flying – Recensione
Last Flag Flying è il nuovo film di Richard Linklater (Boyhood), presentato al festival del cinema di Roma.
A molti sfugge che il film è il sequel di un altro film, The Last Detail del 1973 in cui recitava Jack Nicholson.
Entrambi i film sono tratti da un romanzo scritto da Darryl Ponicsan, che ha scritto insieme a Linklater la sceneggiatura per Last Flag Flying.
Cast e trama
Tra il cast del nuovo film si trovano Bryan Craston (Breaking Bad), Steve Carrell (Foxcatcher, Battle of sex) e Laurence Fishburn (Matrix) che interpretano tre veterani della guerra del Vietnam.
La storia si svolge nel 2003 quando Larry ritrova i suoi due ex compagni di guerra e chiede loro di fargli un favore: seppellire suo figlio morto in Afghanistan.
Personaggi
I tre sono cambiati. Sono passati circa trenta anni e colui che fa notare più di tutti il cambiamento è Sal. Egli è dotato di una personalità eccentrica e di una mentalità pragmatica con cui tenta di riscoprire i suoi vecchi compagni nascosti dietro una nuova personalità.
Bryan Craston interviene nel film anche con un tocco drama comedy che proviene da altre note esperienze e che rende il lungo film piacevolmente godibile.
Altro personaggio è Mueller che, come dice Sal, si rifugia nella religione allo stesso modo in cui Bin Laden è stato nascosto in un buco di ragno prima di essere stato trovato e ucciso. Pare infatti che ognuno di loro abbia abbracciato un diverso modo di affrontare la vita dopo il Vietnam, rifugiandosi da questa drammatica esperienza.
Quello che non ti aspetti
Per essere un film che racconta la vita di veterani, c’è da aspettarsi una narrazione che inneggiasse al patriottismo. Invece in Sal, il disilluso del gruppo, si cela questo messaggio di rottura che pian piano divulga agli altri suoi compagni.
L’autorità americana rappresentata dal colonnello Wilits (Yul Vazquez) viene beffeggiata da Sal, viene sfidata e spinta a dire la verità sulla morte del figlio di Larry. In Last Flag Flying si afferma che spesso chi muore in guerra viene riconosciuto soltanto come un eroe americano morto da eroe in battaglia, non più come figlio o genitore. E’ come se la Nazione togliesse loro l’identità e ne costruissero su di loro una nuova.
“Hanno portato via la faccia di mio figlio”
Se all’inizio è soltanto Sal a non credere al suo governo, successivamente anche Larry sarà deluso dalla Nazione per cui ha combattuto e vorrà soltanto seppellire suo figlio e non il suo eroe.
Infine anche il “rifugiato” Muller troverà il coraggio, dopo essere stato soggiogato dal Colonnello, di affrontare l’autorità e di aiutare il suo amico.
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Roma Film Festival 2017: Last Flying Flag - Recensione
Rating - 6.5
6.5
The Good
- Sceneggiatura
- attori
The Bad
- narrazione prolissa
- regia