Room: recensione del film con Brie Larson
La recensione di Room, film toccante con Brie Larson premiata con l'Oscar
Ci sono storie che con pochi ingredienti sanno emozionarci più di tante altre. Room, film del 2015 del regista Lenny Abrahamson, è sicuramente uno di questi. La storia è ambientata all’interno di una stanza in cui vivono una giovane madre e suo figlio di cinque anni. Un mondo di quattro mura che Ma (così viene chiamata) cerca di rendere il più possibile accogliente per Jack. I due non possono uscire, sono tenuti prigionieri da qualcuno che è in grado di entrare e uscire da lì, il vecchio Nick, che gli fornisce tutto ciò che serve per vivere. Jack, sempre più curioso di sapere se tutto il mondo è veramente nella sua stanza, comincia a fare sempre più domande e Ma, ormai insofferente, capisce che suo figlio potrebbe essere la chiave per fuggire.
Una storia decisamente interessante, diretta dal talentuoso Lenny Abrahamson e interpretata magistralmente da Brie Larson e dal giovanissimo Jacob Tremblay, una strepitosa scoperta. Il film è stato candidato nel 2016 a quattro Premi Oscar (Miglior Film, Miglior Regista, Miglior Attrice Protagonista, Miglior Sceneggiatura Non Originale), vincendo quello per la migliore attrice. Di seguito ecco la recensione di FilmPost di Room, uno dei film più belli e toccanti degli ultimi anni.
Room: recensione
Come già detto, la trama di Room si concentra sulla vita di Ma (Brie Larson) e di suo figlio Jack (Jacob Tremblay), intrappolati in una piccola stanza dotata di lucernario da cui non possono mai uscire. Jack è nato lì dentro e Ma gli ha insegnato che quella stanza è tutto il suo mondo e quindi tutto ciò che vi è dentro va amato e rispettato. Jack vede mondi mai visti nella TV della stanza ma la madre gli ha detto che tutte quelle persone e quei paesaggi sono finti, non esistono. Ma cerca di insegnare quanto può al piccolo Jack, lo educa nel migliore dei modi e cerca di rendere la sua vita piena e soddisfacente.
L’unica persona che è in grado di entrare e uscire è il vecchio Nick, colui che li tiene prigionieri. Quando Jack compie cinque anni (per lui significa diventare grandi), la sua curiosità aumenta e si fa più pressante. La mamma, che sa che lì fuori c’è un mondo e ormai stremata dagli anni di prigionia, racconta a Jack la verità e cerca di mettere a punto un piano per fuggire. Il piccolo protagonista è la chiave per poter uscire dalla stanza ma un ritorno alla normalità è possibile?
La vita in una stanza
La storia di Room è quanto di più originale si sia visto negli ultimi anni ed è la trasposizione del romanzo di Emma Donoghue (qui sceneggiatrice) Stanza letto armadio specchio. L’aspetto più sorprendente è decisamente la mancanza di un’introduzione alla vicenda dei due protagonisti: non vediamo come il personaggio di Brie Larson sia arrivato nella stanza né come Jack sia nato. Man mano arriviamo a scoprire la terribile verità di rapimento e violenza che ha dato origine alla storia.
La struttura del film, inoltre, è ben costruita, come se ci fossero due differenti storie al suo interno, ognuna con una sua tinta specifica. La prima parte è ambientata tutta nella stanza e ci mostra la prigionia di Ma e Jack fra tristezza, piccoli momenti di gioia e paura. Un momento thriller di grande tensione, che saprà tenervi incollati alla poltrona (o meglio al divano), fa da spartiacque e ci conduce alla seconda parte, il ritorno alla normalità per Ma e la scoperta del mondo vero per Jack. Forza, coraggio e debolezza si scambiano fra i due protagonisti nei diversi momenti di un magnifico affresco di crescita e rinascita. Una storia d’amore materno e filiale veramente intensa e toccante.
Regia e attori
Il regista Lenny Abrahamson, che ha diretto precedentemente film di stampo indipendente, in Room costruisce un’idea di regia semplice ma molto efficace. Questa è infatti è tutta ad altezza di bambino, le inquadrature sono dal suo punto di vista, le immagini seguono i ragionamenti e i discorsi del bambino in voce fuori campo. Tutto è filtrato attraverso il coraggio, l’intelligenza e la tenerezza di Jack. Veramente potenti e da premio sono invece le interpretazioni di Brie Larson e Jacob Tremblay.
Brie Larson, che vedremo prossimamente nei panni di Captain Marvel, è in grado di restituirci tutta l’angoscia e il dolore della giovane madre protagonista. Un’interpretazione che è stata premiata giustamente con l’Oscar alla Migliore Attrice Protagonista (più tanti altri premi). Jacob Tremblay è semplicemente sensazionale nel ruolo di Jack, un vero piccolo prodigio, come abbiamo potuto vedere anche nel recente Wonder con Julia Roberts.
Giudizio finale
Due grandi attori, una stanza e tante emozioni (senza premere troppo l’acceleratore fortunatamente) sono i pochi elementi che rendono Room un grande film. Una storia raccontata con gli occhi di un bambino in grado di sorprenderci e farci commuovere, senza mai ricorrere a situazioni da lacrima facile. Forse si può intravvedere una piccola debolezza nella seconda parte del film, ambientata in altro contesto, ma la bravura di Brie Larson, Jacob Tremblay e anche Joan Allen (la nonna di Jack) ce la fanno dimenticare immediatamente. Se non l’avete visto recuperatelo assolutamente, è veramente una piccola grande storia. Qui trovate il trailer ufficiale in italiano.
Room
Voto - 8.5
8.5
Lati positivi
- La trama molto particolare
- Le interpretazioni di Brie Larson e Jacob Tremblay
- La regia di Lenny Abrahamson
Lati negativi
- Una piccola debolezza nella seconda parte del film