Sausage Party: Cibopolis, la recensione della serie sequel

Gli scorrettissimi alimenti protagonisti di Sausage Party tornano in una serie d'animazione che riprende lo spirito del film originale ampliandone la portata satirica. Su Prime Video

Dall’11 luglio è disponibile su Prime Video Sausage Party: Cibopolis, serie creata da Seth Rogen ed Evan Goldberg e sequel del celebre e dissacrante film del 2016 da loro scritto e prodotto, Sausage Party – Vita segreta di una salsiccia. È proprio il duo, nelle vesti di produttori esecutivi e showrunners, assieme a Kyle Hunter e Ariel Shaffir, a rimettere in piedi la vecchia squadra ampliando quel folle (e non poco criticato) universo in cui i cibi prendono vita ribellandosi agli umani e facendolo dialogare con una realtà sempre più assurda e incredibile.

Diretta ancora una volta da Conrad Vernon e sorretta dal solito cast di voci celebri, Sausage Party Cibopolis riprende così – attraverso i suoi otto episodi da 25 minuti l’uno – i modi politicamente scorretti del discusso lungometraggio d’origine riuscendo però a non ripetersi, aggiornandosi ai tempi e trasformando il proprio discorso in una vera e propria satira sulla società e la politica statunitense.

Indice:

Trama – Sausage Party Cibopolis recensione

Dopo la rivolta nel supermercato Shopwell’s i cibi si sono ribellati agli umani ovunque, diventando, in seguito a una sanguinosa guerra per la supremazia, la specie dominante. Frank (Seth Rogen), Brenda (Kristen Wiig), Barry (Michael Cera), Sammy Bagel Junior (Edward Norton) e compagni però non hanno fatto i conti con le insidie del mondo esterno, dai cambiamenti atmosferici agli attacchi dei predatori. Un problema non da poco quando sei un cibo con una scadenza e hai sempre vissuto tra gli scaffali di un mega store. La soluzione non può allora che essere quella di mettere in piedi una società, con tutte le storture e le contraddizioni che questo comporta.

Ben presto, infatti, con l’introduzione quasi casuale di una moneta (i denti umani!), cominciano a crearsi le prime disuguaglianze: l’accumulo di risorse da parte di alcuni e lo sfruttamento dei più deboli e bisognosi (i cibi più deperibili). Finché non emerge la figura di Julius (Natasha Rothwell), un’arancia ricca e populista determinata a vincere le elezioni e a strappare a Frank e Brenda – nel frattempo in rotta di collisione a causa del rapimento di un umano – il controllo della città.

Sausage Party Cibopolis recensione

Sausage Party: Cibopolis. Amazon MGM Studios

Una prospettiva inedita

Si sentiva davvero la mancanza di Sausage Party? Probabilmente no. Eppure una volta iniziata la serie di Rogen e Goldberg è difficile non farsi ritrasportare nel mondo politicamente scorretto, esplicito e sboccato di questi cibi ribelli. Perché, al di là delle battutacce esplicite, del doppio senso esibito e della provocazione fine a se stessa, la particolarità di Sausage Party è ed è sempre stata quella di guardare la nostra società da una prospettiva inedita, di farsi allegoria di un mondo non meno assurdo di quello popolato dai suoi hot dog innamorati e dai suoi bagel canterini.

Se nel film del 2016 a essere presi di mira erano le religioni, la fede e la sicurezza ottusa con cui viviamo all’interno della società ignorando tutto quello che vi sta fuori, in questa serie l’allegoria sembra farsi più smaccatamente politica, dando vita a una satira esplicita sulla società statunitense, sui suoi paradossi e le sue storture.

Sausage Party Cibopolis recensione

Sausage Party: Cibopolis. Amazon MGM Studios

Realismo capitalista

Nel modo in cui Cibopolis (Foodtopia in originale) degenera ben presto in un mondo ingiusto e meschino c’è infatti, chiaro e lampante, il riflesso del sistema capitalista americano. Un mondo dove pochi posseggono la maggior parte delle risorse e dove spesso e volentieri sono proprio i molti da loro sfruttati ad acclamarli. Non è un caso, del resto, che il villain della serie, arricchitosi facendo pagare l’affitto dei congelatori di cui si è impadronito ai cibi deperibili, abbia l’aspetto di un’arancia col ciuffo (!).

Ma, riferimenti trumpiani a parte, a essere sotto il mirino di Rogen e compagni è soprattutto la società nel suo complesso, con tutte le storture del caso: dalla violenza della polizia al razzismo, dalle disuguaglianze sociali allo sfruttamento. Elementi a volte appena accennati ma che contribuiscono a costruire un discorso tutt’altro che banale su politica e giustizia sociale. Arrivando persino – caso più unico che raro per serie di questo tipo – a ragionare esplicitamente sul socialismo come possibile soluzione a questi problemi.

Sausage Party Cibopolis recensione

Sausage Party: Cibopolis. Amazon MGM Studios

Parental Advisory

Ma quindi cos’è Sausage Party Cibopolis? Una versione aggiornata e scurrile de “La fattoria degli animali”? No, ovviamente. O, almeno, non solo. Tutto quello che aveva fatto del film un piccolo e irriverente cult (almeno in USA) è infatti ancora presente nella serie, dalle scene di sesso più assurde e fantasiose (con tanto di disclaimer all’inizio dell’episodio con i contenuti più espliciti) a un citazionismo che frulla insieme “Il signore delle mosche” e Apocalypse Now, Ratatouille (a voi scoprire perché) e Werner Herzog (qui in forma di salsicciotto: Wiener Herzog…), passando per una violenza esplicita e un turpiloquio onnipresente.

Una scorrettezza di fondo che però non pare mai davvero gratuita, capace com’è di adeguarsi ai tempi riuscendo a essere provocatoria senza mai scadere nella semplice trivialità, sgradevole pur restando estremamente consapevole. Un’avventura esilarante, allo stesso tempo idiota e intelligente, la perfetta sintesi della visione dei suoi autori, desiderosi come sempre di provocare e divertire ma, comunque, ancora con qualcosa da dire.

Sausage Party: Cibopolis

Voto - 7

7

Lati positivi

  • Pur senza tradire lo spirito del film originale, la serie amplia la sua portata satirica prendendo una nuova direzione
  • Alcune trovate comiche restano tanto assurde quanto esilaranti

Lati negativi

  • Come per il film, la comicità di Rogen e compagni non è per tutti i palati

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *