Scompartimento n.6: recensione del film vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria (Cannes 74)
Scompartimento n 6 – In viaggio con il destino, di cui vi presentiamo la recensione, rappresenta l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 2011 scritto da Rosa Liksom. Il film diretto da Juho Kuosmanen è stato presentato in concorso per la Palma d’oro al 74º Festival di Cannes, dove ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria e ricevuto la menzione speciale della Giuria Ecumenica. Scompartimento n.6 è stato anche scelto per rappresentare la Finlandia nella categoria miglior film internazionale ai premi Oscar 2022 e uscirà nelle sale italiane l’8 dicembre.
Quella che lo spettatore si trova davanti è un’opera inusuale per i ritmi frenetici del moderno mondo occidentale. Inusuale come il mezzo su cui viaggiano i due protagonisti: il treno. Oggigiorno infatti per tratte estremamente lunghe si predilige l’aereo, più veloce e pratico. Laura e Ljoha invece si trovano a condividere un viaggio all’apparenza infinito in un angusto scompartimento che li porterà a fare i conti con le loro scelte di vita. Per apprezzare a fondo questo film il pubblico si deve dedicare all’analisi non solo delle note ma anche, e soprattutto, delle pause, così come è necessario fare per gli spartiti dei grandi maestri della musica classica.
La trama – Scompartimento n 6, la recensione
La storia di Scompartimento n.6 ruota attorno all’incontro tra Laura, una giovane studentessa finlandese di archeologia, e il russo Ljoha, ladruncolo e aspirante minatore. I due si trovano a condividere una minuscola cuccetta sul treno diretto nella gelida Murmansk, località nel nord della Russia, in un viaggio lungo ed estenuante. Laura vuole visitare la cittadina per poter vedere con i suoi occhi i leggendari petroglifi, iscrizioni preistorie incise nella roccia; Ljoha invece è diretto in uno dei centri minerari più importanti del paese in cerca di fortuna.
L’incontro-scontro tra i due porta a situazioni impreviste in cui entrambi in un modo o nell’altro sono costretti a mettersi in gioco; soprattutto quando fanno il loro ingresso in scena personaggi capaci di minare il precario equilibrio che Laura e Ljoha sono riusciti a instaurare giorno dopo giorno. I due appartengono a classi sociali differenti, così come sono differenti i loro stati d’animo e i loro obiettivi di vita. Ciò non li fermerà dallo stringere un legame molto profondo che li cambierà per sempre.
Non succede niente ma…
A tutti noi è capitato almeno una volta di dire “Quel film non mi è piaciuto perché non succede niente”. Scompartimento n.6 a causa della sua struttura narrativa si potrebbe benissimo candidare ad essere proprio uno di questi film; scartati con leggerezza con una semplice frase fatta. Se ci si sofferma invece di più su ciò che si vede sullo schermo ci si può rendere conto di come in 107 minuti di girato gli avvenimenti che travolgono i due protagonisti, e di rimando lo spettatore, sono innumerevoli. Così come la superficie di un lago cheto viene resa più inquieta dalle gocce della pioggia, i due protagonisti sperimentano scena dopo scena dei piccoli traumi che li portano a cambiare e incresparsi. Sguardi, gesti, parole dette o appena accennate, sono questi gli elementi appena percettibili su cui si basa l’intera storia.
Quello che conta è il percorso del viaggio e non l’arrivo.
Sembra una banalità, eppure Scompartimento n.6 ci ricorda proprio questo. I due ragazzi spauriti che salgono sul treno ne scendono cambiati, nell’umore e nello spirito. Non ci sono dialoghi profondi, non c’è amore, non c’è sesso, c’è solo un lento e graduale ritorno ad una semplicità quasi fanciullesca che decostruisce tutto ciò che non va nelle vite di entrambi. La giovane donna riuscirà così a mettere in prospettiva la sua relazione, la sua esistenza e il suo rapporto con gli altri mentre Ljoha, destinato ad una vita di miseria e lavoro, trova nella realizzazione del sogno di lei una spinta verso l’alto. Verso una condizione, se non umana almeno esistenziale, più alta e che valga la pena vivere.
Gli aspetti tecnici e le ambientazioni
Il comparto tecnico del film in perfetta unità d’intenti con le interpretazioni degli attori permette allo spettatore di entrare nel mood della storia senza uscirne mai. Lo spazio ristretto dello scompartimento in cui Laura e Ljoha sono costretti a convivere viene sublimato dall’utilizzo della macchina da presa e dalla fotografia. Il regista infatti sfruttando spesso una profondità di campo ridotta riesce a porre perfettamente l’accento sui protagonisti, sfocando tutto ciò che si trova alle loro spalle; come se i due paradossalmente dovessero in qualche modo stagliarsi e distanziarsi da tutto ciò che li circonda per poter riprendere contatto con la realtà stessa. La composizione delle inquadrature è asciutta ed essenziale, i pochi elementi presenti vengono sempre dosati con cura in maniera tale da trasmettere di volta in volta suggestioni ben precise. Nulla viene lasciato al caso, soprattutto quando l’inquadratura viene occupata da Laura e Ljoha.
Le uniche scene girate al di fuori del treno ci presentano delle ambientazioni desolate, quasi oniriche. A restituire questa sensazione contribuisce in modo determinante la fotografia che gioca su colori freddi e desaturati. Una Russia gelida condiziona le vite e le storie di quelli che la vivono e la attraversano. Le persone esistono in funzione di ciò che il territorio mette loro a disposizione e tutte, quasi come degli spettri, si muovono come se nulla possa essere fatto per sovvertire questa dinamica. Solo i due protagonisti riusciranno nel loro percorso a superare il timore reverenziale per ciò che si trova al di fuori della loro zona di comfort e a goderne.
Considerazioni finali – Scompartimento n 6, la recensione
Scompartimento n. 6 è un film delicato, in cui ogni dettaglio, anche il più insignificante, riesce a modificare il corso dell’intera narrazione. Così come la pellicola anche lo spettatore dovrà quindi prendersi i suoi tempi per poter interiorizzare ciò che vede su schermo. Il regista finlandese ha cercato di tradurre in immagini e suoni l’incontro tra due intimità, riducendo al minimo ogni elemento di disturbo. Peculiare la scelta di inserire una colonna sonora diegetica. L’unica musica presente proviene infatti dagli stereo delle macchine su cui i due protagonisti intraprenderanno dei brevi tragitti.
Vi consigliamo di recuperare questo film in sala. Solo uno schermo sufficientemente grande infatti è in grado di trasportare lo spettatore nella dimensione dei due protagonisti, Ciò risulta fondamentale per riuscire a entrare in risonanza con tutto ciò che viene raccontato in Scompartimento n.6.
Scompartimento n.6
Voto - 7
7
Lati positivi
- La regia e la fotografia, in particolare il loro approccio intimista nel raccontare la storia
- Le interpretazioni dei due protagonisti
- Le ambientazioni oniriche ed evanescenti
Lati negativi
- Il ritmo della storia troppo lento potrebbe allontanare una parte del pubblico