Secret Level: recensione della serie animata di Prime Video

L'ambiziosa nuova serie antologica del creatore di Love, Death & Robots sopperisce alla semplicità delle storie raccontate con una ricercatezza tecnica e formale che vale la visione

Con il caricamento degli ultimi sette episodi, si è conclusa ieri su Prime Video la prima stagione di Secret Level. Un’antologia di corti animati creata dal Tim Miller di Love, Death & Robots (ma anche di Deadpool e di Terminator: Dark Fate) che guarda proprio all’esempio della serie Netflix per dare vita a 15 episodi autoconclusivi dedicati ciascuno a un celebre franchise videoludico. Storie ambientate in mondi (più o meno) noti agli appassionati ma esplorati da punti di vista inediti e differenti.

Un’operazione, quella sviluppata da Miller (già impegnato in adattamenti videoludici come la saga di Sonic, ma anche e soprattutto tra i fondatori di Blur Studio, società di produzione specializzata in effetti visivi e animazione in CGI), che si innesta in quella tendenza cross-mediale che solo in questi ultimi anni ci ha regalato titoli come Arcane, Fallout, The Last of Us e Cyberpunk: Edgerunners. Il risultato è così una serie che, pur non avendo l’ambizione dei titoli citati, incapace com’è di uscire da narrazioni stereotipate e convenzionali, si contraddistingue per l’elevata perizia tecnica e per la spettacolare resa visiva dei singoli episodi.

Indice:

Trama – Secret Level recensione

Un gruppo di avventurieri tenta di salvare un ragazzo posseduto da una forza sinistra. Pur di realizzare la sua vendetta, un giovane lottatore di arti marziali è disposto a pagare un prezzo altissimo. Un re, naufragato nel paese dell’immortalità, si convince di poterlo conquistare. Un gruppo di robot ribelli viene costretto a lottare in un’arena. Mentre la loro squadra dà la caccia a uno stregone mutante, due soldati affrontano il passato e il legame che li lega. Un guerriero improvvisato si fa strada all’interno di un mondo ostile dove la regola è una sola: mangiare o essere mangiati. Due gruppi di mercenari rivali si contendono un uomo e la sua valigetta.

E ancora: in un mondo di frontiera, un pilota di mech scopre qualcosa su di sé e sui propri demoni. Un ragazzo decide di fare da cavia per una mega-corporation solo per ricongiungersi all’amata. Le creazioni del Dr. Light sono fuori controllo e forse solo il suo umile aiutante può ribaltare la situazione. Un uomo va in cerca della figlia attraverso lo spazio e il tempo. Una giovane speleologa impara una preziosa lezione su morte e rinascita. L’equipaggio del Capitano Cassidy progetta il colpo della vita. Un ragazzo affronta l’imperscrutabile intelligenza artificiale che governa la sua città. Una giovane rider riceve un misterioso pacco da consegnare.

Secret Level recensione

Secret Level. Blur Studio

Mondi da esplorare

In tempi di adattamenti videoludici tutt’altro che banali non era certo un’impresa facile quella di Tim Miller, chiamato, con Secret Level, a confrontarsi non con uno, ma addirittura con 15 titoli diversi legati al mondo dei videogiochi. Una responsabilità non da poco, insomma, anche per chi, con una serie come Love, Death & Robots, aveva saputo accontentare pubblico e critica segnando una delle vette dell’animazione seriale degli ultimi anni.

Riprendendo in prestito proprio la formula vincente del celebre titolo Netflix – brevi episodi autoconclusivi e dalla durata contenuta, ognuno caratterizzato da uno studio di animazione, una storia e uno stile diversi – è così che Secret Level, allo stesso modo, si presenta come un contenitore i cui singoli episodi non sono altro che finestre affacciate su interi mondi da esplorare, con l’unica differenza che quei mondi (quasi tutti, almeno) non sono nuovi di zecca ma ben noti al pubblico di appassionati di videogiochi.

Secret Level recensione

Secret Level. Blur Studio

Una prospettiva inedita

Dagli universi fantasy di Dungeons & Dragons a quelli fantascientifici di Concord o Warhammer 40000, dalle distopie di Unreal Tournament ai mondi tecnologicamente potenziati di Playtime, tra giochi di ruolo, picchiaduro, arcade games (l’inedita rivisitazione di Pac-Man) e sparatutto in prima o terza persona, Secret Level si propone infatti di guardare quei celebri franchise videoludici da una prospettiva inedita, insolita e originale. Quello che ne esce è una serie antologica per forza di cose eterogenea, dal formato allo stile, dalla durata allo storytelling, con esiti spesso inaspettati.

È così che a episodi più classici, lineari e prevedibili come quello di Dungeons & Dragons se ne accompagnano altri dalla narrazione più originale e coinvolgente (New World, The Outer Worlds) mentre alle sperimentazioni mimetiche e ‘meta’ di titoli come Sifu o Spelunky (la cui estetica richiama abbastanza esplicitamente l’animazione di Arcane) fa da controcanto il sorprendente fotorealismo di Crossfire o la motion capture di Armored Core.

Secret Level recensione

Secret Level. Blur Studio

Tra intrattenimento e omaggi

Un insieme di citazioni (non solo videoludiche: si spazia da Predator a I Guardiani della Galassia), guest star (Arnold Schwarzenegger, Keanu Reeves, Kevin Hart…) e suggestioni per forza di cose disomogeneo e dagli esiti decisamente altalenanti, con episodi che paiono, a volte, poco più di una versione potenziata delle cutscene (gli inserti di animazione cinematica) presenti nei videogame di riferimento, altre, operazioni di natura quasi promozionale (l’episodio dedicato a Exodus, ancora non uscito sul mercato).

Siamo lontani, insomma, dall’inventiva di Love, Death & Robots, dalle sue trovate espressive sopra le righe e dalle sue storie atipiche e decisamente originali. Eppure è indubbia la capacità di Miller e degli sviluppatori di saper coinvolgere il pubblico anche questa volta grazie ad animazioni indubbiamente sopra la media, spesso impressionanti per fotorealismo ed evocatività. Quanto basta, insomma, a una serie che prima di tutto vuole essere un omaggio al mondo videoludico e alla cultura del gaming, alla sua capacità di intrattenere creando mondi sempre nuovi da abitare.

Secret Level

Voto - 7

7

Lati positivi

  • L'animazione di ogni episodio, seppur eterogenea, è sempre suggestiva e di alto livello
  • I franchise videoludici rappresentati rivivono attraverso episodi che ne restituiscono non solo l'estetica ma anche lo spirito

Lati negativi

  • Le storie, salvo qualche eccezione, sono semplici e mai particolarmente originali, senza nulla aggiungere all'universo di riferimento

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