Sex Education 3: recensione della terza stagione della serie Netflix
Su Netflix la terza stagione di Sex Education: sarà all'altezza delle due precedenti?
Dopo più di un anno approda su Netflix Sex Education 3 e qui di seguito vi proponiamo la nostra recensione. La serie Netflix è stata una tra le tante che ha dovuto rivedere i suoi piani per via della pandemia; ragione che portato a slittare la data d’uscita. Troviamo a Moordale un clima molto diverso da quello che avevamo lasciato nella scorsa stagione. Troviamo anche personaggi molto cambiati e diversi volti nuovi. La stagione, sebbene abbia qualche scivolone, non delude complessivamente i suoi telespettatori e si conferma uno dei prodotti di qualità di Netflix non solo per l’importanza delle tematiche trattate ma per l’approccio che si riserva a quest’ultime. Fin dal suo debutto la serie si è distinta per il modo in cui ha affrontato il tema della sessualità, i messaggi che ha scelto di mandare stagione dopo stagione e l’aver messo gli adolescenti a contatto con queste tematiche.
Ad affiancare il cast composto da Asa Butterfield, Ncuti Gatwa, Emma Mackey, Aimee Lou-Wood e Gillian Anderson, in questa stagione troviamo nomi nuovi. In primis Jemima Kirke nel ruolo della nuova preside del liceo Moordale, Dua Saleh nel ruolo del primo personaggio non-binario introdotto nella serie e Jason Isaacs nei panni del fratello del preside Groff. Una delle tematiche affrontate in questa stagione sarà infatti legata proprio al personaggio di Cal e al tema della sua identità di genere. Sex Education 3 ci regala poi, sempre dal punto di vista dei personaggi, la notevole crescita di uno di questi che ha avuto poco spazio nelle precedenti, e l’inaspettata scoperta di un altro. Ma senza indugiare ulteriormente analizziamo un po’ meglio i pregi e i difetti di questa terza, sfaccettata stagione di Sex Education.
Indice:
Trama – Sex Education 3, recensione
Gli studenti del liceo Moordale sono pronti per tornare dietro i banchi di scuola. Varcata la soglia vengono accolti da una nuova e giovanissima preside: Hope Haddon. Hope ha il compito, affidatole dagli investitori, di risollevare il buon nome della scuola. Ma non è facile scrollarsi di dosso l’epiteto de “la scuola del sesso”. Nonostante l’apparente entusiasmo e desiderio di riportare la scuola al suo antico prestigio, Hope scoprirà ben presto che gli studenti non sono disposti ad accettare in toto i cambiamenti imposti. Il suo modo di concepire l’educazione scolastica, compresa quella sessuale, si rivelerà profondamente retrogrado e pieno di tabù. La scuola sembra passare quindi da un estremo ad un altro senza trovare un suo equilibrio. Dal punto di vista dei personaggi ritroviamo Jean incinta che ancora non riesce a comunicare la lieta notizia a Jakob.
Otis sembra desideroso di non sapere più nulla di Maeve dopo il silenzio di quest’ultima sul messaggio vocale che le ha lasciato. Scopriamo ben presto come il giovane abbia intrapreso una relazione senza impegno con qualcuno di decisamente inaspettato. Maeve dal canto suo deve gestire ancora l’assenza della madre coltivare il rapporto con la sorellina Elsie. Eric e Adam iniziano a vivere la loro storia alla luce del sole e Adam stesso compie numerosi passi avanti nella scoperta della sua sessualità. Aimee continua invece a coltivare la sua passione per la pasticceria mentre cerca al contempo di gestire le conseguenze della molestia subita nella scorsa stagione. Tra crescita e passi falsi i protagonisti della serie si districano tra i diversi ostacoli che la nuova preside presenta loro, lottando per la propria educazione e per la libertà di potersi esprimere il più liberamente possibile.
Ritorno all’ordine
Come già anticipato, il grande cambiamento introdotto in Sex Education 3, è un passo indietro nella gestione dell’educazione a scuola. Con la promessa che tutti i cambiamenti sono introdotti per rafforzare l’unità e creare un clima più educativo e corretto, Hope trasforma e sopprime completamente le libertà degli studenti. Introduce divise scolastiche, cambia l’approccio all’insegnamento negando qualunque forma di interazione e dibattito tra studenti e professori, soprattutto sulla tematiche relative alla sessualità. Così si impongono rigore, limitano libertà e sminuiscono problemi degli studenti. A combattere questo approccio dettato dal tabù e dalle restrizioni contribuiranno Jackson e Cal. Sarà proprio nei confronti di Cal e del suo non-binarismo che l’approccio restrittivo di Hope sarà predominante. Le esigenze di Cal e il suo desiderio di sentirsi liberǝ vegono sminuite e considerate come dei capricci. La serie fa un ottimo lavoro nell’affrontare questo argomento, darne visibilità e rappresentare questa categoria identitaria.
Sebbene non ci proponga più la clinica della prima stagione in cui Maeve e Otis aiutavano i loro compagni ad affrontare problemi di natura sessuale e non, la serie ne affronta altri sempre in maniera intelligente e seria. Lo fa sia nell’ottica di contrasto ad Hope sia per promuovere un ambiente scolastico che sia il più inclusivo possibile. Si ripropone il tema della violenza e delle molestie, facendo luce su come questa non sia mai qualcosa di provocato, ma sintomo di un sistema stantio e paternalisticamente maschile. Si promuove un approccio al tema della sessualità mai discriminatorio e libero da tabù. Quei tabù che generano vergogna che a sua volta genera fraintendimenti e falsi miti. Un’altra nota positiva è legata al messaggio dell’accettazione di sé e di quei lati che in apparenza possono essere strani ma che in realtà fanno parte di noi e ci rendono unici.
Considerazioni tecniche – Sex Education 3, recensione
Uno degli elementi che contraddistinguono Sex Education 3 di cui vi stiamo parlando in questa recensione, è la colonna sonora. Ogni canzone è assolutamente perfetta per il momento e la scena a cui fa da contorno, così come lo è stata per le stagioni precedenti. Un mix di musica pop e retrò che contribuisce a rafforzare l’atmosfera unica che contraddistingue la serie da sempre. Da un punto di vista strettamente tecnico, invece si nota immediatamente come il tono cromatico di questa stagione sia più scuro. Predominano il grigio, il marrone e il nero, che soppiantano i colori invece più accesi che hanno contraddistinto la prima stagione. Colori scuri che vediamo rappresentati sia nei costumi – con le divise scolastiche impersonali che rimarcano l’omologazione e la limitazione della nuova direzione scolastica – ma anche nelle ambientazioni, sia interne che esterne, dove predominano luci più scure.
La fotografia della serie rimane sempre discreta, mentre la regia regala alcune scene ben girate ma anche qui con un eccesso di ombre. Spostando l’attenzione sui personaggi, ripetiamo come uno dei protagonisti abbia avuto un arco narrativo di crescita davvero notevole che ne ha mostrato il potenziale. Per quanto riguarda la narrazione e le singole storie dei personaggi, ci sono state alcune scelte narrative legate ad alcuni di loro che potevano essere, sinceramente, evitate. Altre ancora sono sembrate un po’ forzate ed è difficile rintracciare una ragione concreta e giustificabile dietro a certi comportamenti. Ci sono state poi alcune scelte narrative insolite e indubbiamente ilari e che nel complesso possono aver leggermente stonato con il tono generale della serie. Per quanto riguarda invece le performance degli attori, i protagonisti principali si confermano validissimi nell’interpretare le loro controparti; menzioni speciali a Connor Swindells e Aimée Lou Wood.
Conclusione
Giunti alla conclusione della nostra recensione di Sex Education 3, ci sentiamo comunque di darne un giudizio complessivamente positivo. Nonostante alcune scelte narrative possano risultare insolite, il cuore della serie rimane lo stesso. La capacità di parlare di una tematica delicata come quella della sessualità, delle prime esperienze e di tutte le sfaccettature legate ad essa, rimane originale e inclusivo. L’approccio è sempre leggero ma non per questo di bassa qualità. Una stagione questa appena conclusa che si è concentrata sul tentativo di reprimere e controllare la tematica affrontata, in nome della compostezza e del tabù.
Un approccio che non permette, anche nella società odierna, di poter parlare liberamente di sesso e tematiche affini senza sentire il peso dello stigma o della vergogna. Pur essendo una serie televisiva in cui le vicende sono frutto di immaginazione, la serie si fa veicolo di un messaggio importante: fare formazione. L’ educazione è fondamentale perché laddove questa viene meno, si pianta il seme del dubbio e del fraintendimento. Il lato positivo di questa serie è riuscire a bilanciare il tutto con il giusto l’intrattenimento regalando personaggi nel maggior parte dei casi ben costruiti e che non si possono non apprezzare in tutte le loro sfumature in nome dell’unicità e del rispetto.
Sex Education 3
Voto - 6.5
6.5
Lati positivi
- Tematiche interessanti e inclusive dall’approccio originale
- Evoluzione significativa di alcuni personaggi
- Colonna sonora
Lati negativi
- Alcune scelte narrative che risultano un po’ lontane dal tono complessivo della serie
- Scrittura di alcune storie e personaggi che sarebbero state evitabili