Solo: A Star Wars Story – Recensione del film sul cowboy stellare Han Solo
Recensione di uno dei film più attesi dell'anno, Solo: A Star Wars Story.
La saga di Star Wars continua ad emozionare tantissimi fan a distanza di anni. L’ultimo uscito è il secondo degli inframezzi proposti dalla nuova produzione dei film della saga. Dopo Rogue One, infatti, abbiamo un’ulteriore Star Wars Story: il film sulle origini di Han Solo. Dal 23 maggio nelle sale vi aspetta Solo: A Star Wars Story, ecco qui la nostra recensione del film diretto da Ron Howard.
Solo: A Star Wars Story – Recensione del film sul cowboy stellare Han Solo
Dopo la prima Star Wars Story ci raggiunge finalmente nelle sale il film su uno dei personaggi principali della saga: Han Solo, il mercenario spaziale di una delle saghe più amate e conosciute di sempre: Star Wars. In questo film ci viene mostrata parte del passato del cowboy spaziale, i suoi inizi e come è diventato l’adulto scapestrato e con una certa passione per i guai interpretato dal grande Harrison Ford.
A vestire i panni del giovane Han troviamo Alden Ehrenreich (Beautiful Creatures), il quale è riuscito nell’arduo compito di rappresentare un personaggio che per decadi è appartenuto ad un attore che sembrava esser nato per farlo. Pare anche, notizia fresca, che Ford abbia chiamato il regista Ron Howard per complimentarsi con il film e per l’interpretazione del giovane ragazzo, che ha dichiarato essere riuscito ad entrare impeccabilmente nella parte. Howard ha comunicato:
Non avevo mai sentito Harrison Ford così espansivo. Era entusiasta del film. Ha detto chiaramente “Alden ce l’ha fatta. È entrato nel personaggio e lo ha fatto suo”.
Solo: A Star Wars Story – Un western spinto ai confini più esterni, le stelle
In questo estratto della vita del giovane Han, lo ritroviamo alle prese con un passato alquanto tortuoso dal quale il protagonista cerca di sfuggire insieme alla sua amica d’infanzia, nonché amante, Qi’ra (interpretata da Emilia Clarke). Lo osserviamo precisamente nel momento in cui diventa effettivamente il Solo che eravamo abituati a conoscere: tramite una serie di avvenimenti iniziali perderà Qi’ra e, nel tentativo di ritrovarla,
incontra dei nuovi compagni che scoprirà essere dei mercenari. Resterà particolarmente colpito da uno di questi, ovvero il mercenario Tobias Beckett, interpretato da Woody Harrelson e che incarna un vero e proprio cowboy moderno, a partire da quel modo di far roteare le pistole che poi diventerà una delle caratteristiche principali dell’Han Solo che conosciamo tutti.
Nel corso del film vedremo attraverso una serie di episodi il compiersi di quella che è la vita di Han Solo, tra conoscenze ed avvenimenti, come ad esempio l’incontro con due dei personaggi cardine della sua storia: il suo inseparabile co-pilota wookiee Chewbacca (detto Chewie, nel primo doppiaggio italia Chewbe), e colui che permise ad Han di entrare in possesso della nave spaziale più famosa del mondo (il Millennium Falcon): Lando Calrissian, qui interpretato mirabilmente da Donald Glover).
In Solo: A Star Wars Story, veniamo anche a conoscenza di alcune dinamiche dietro ai fatti che già conoscevamo grazie alla saga principale. Oltre al già citato Millennium Falcon, ci viene mostrato attraverso una spettacolare scena che lascia con il fiato sospeso, il compimento della famosa Rotta di Kessell percorsa in meno di 12 parsec. Inoltre, il film gioca su numerosi riferimenti alla prima trilogia uscita di Star Wars datata ’77-’83. In più scene possiamo osservare maschere o abbigliamenti utilizzati per scene similari nei primi film, che non possono fare a meno di stampare sul volto dello spettatore appassionato un grosso sorriso. Soprattutto se ad apparire di sfuggita in mezzo al caos generale di qualche scena ci si mettono due droidi a caso…
Solo: A Star Wars Story – Apparato tecnico
Per quanto riguarda il lato tecnico, le riprese sono colme di inquadrature su campi lunghi e giochi di primi piani per le scene di confronto tra i personaggi. Dei riferimenti al genere western molto palesi, dunque, all’interno di una pellicola dove dominano colori freddi come gli occhi azzurri del giovane Han, il quale tende a coprire con un velo di ironia quella tristezza data da una moltitudine di affari irrisolti e perdite. Due scene sono particolarmente interessanti, quella della “rapina al treno” e quella dell’incontro con quello che sembrava essere il nemico giurato di Beckett: Enfys Nest.
La prima è proprio un richiamo a quella che sarà la vita del giovane Solo d’ora in poi, con una serie di passaggi dinamici tra inquadrature a campo lungo, ci viene mostrato un colpo ad un vagone. La scena è stata girata sulle nostre Dolomiti, delle quali ci vengono anche ben mostrate le tre Cime di Lavaredo, i colori dominanti qui sono quelli freddi tipici delle montagne dove a tratti sembra sfociare tutto in una sorta di bianco e nero data la predominanza della scala dei grigi oltre che del bianco della neve.
La seconda scena è differente, è quando poi veniamo a conoscenza del fatto che il nemico di Beckett è in realtà una ragazza che scopriremo più avanti far parte lei e il suo gruppo dell’Alleanza Ribelle (mai nominata chiaramente ma si sottintende chiaramente dalle dinamiche). La scena è dominata dai colori caldi del deserto e osserviamo allo scontro ripreso inizialmente dal basso e poi con classiche inquadrature Western dove vengono prevalentemente inquadrate le mani e le loro mosse più impercettibili. Anche qui un gioco di sguardi tra i vari personaggi, nonché una bella tensione ben riportata sulla scena dal regista.
Solo: A Star Wars Story – Recensione, conclusioni & considerazioni
Una storia lineare ed avvincente in grado di colmare diversi buchi di trama su uno dei personaggi più importanti della saga di Star Wars. Questo è stato Solo: A Star Wars Story per noi di FilmPost, un film interessante dove nulla è stato lasciato al caso e con un colpo di scena che consente di riflettere e arrovellarsi per bene. Lasciamo il film con il giovane Solo che ha iniziato il suo cammino insieme all’amico Chewbacca, lasciandosi forse un po’ di passato alle spalle e chiudendo così un capitolo della sua storia. Il film si conclude con l’intenzione di Han di dirigersi verso Tatooine per iniziare a lavorare per un pezzo grosso (Jabba the Hutt), ma prima va a riprendersi il Millennium Falcon da Lando, che li aveva abbandonati sul pianeta dello scontro finale.
Poi che dire, tutto il resto è storia…
*parte la musichetta dei titoli di coda*
Solo: A Star Wars Story - Recensione
Voto - 8.5
8.5
Lati positivi
- Recitazione
- Intrattenimento dello spettatore
- Stile della regia
Lati negativi
- Pochi approfondimenti di trama