Spider-Man: un nuovo universo – Recensione del film animato premio Oscar
A Natale è arrivato nelle sale italiane "Spider-Man: un nuovo Universo" il film d'animazione targato Sony e Marvel.
Spider-Man: un nuovo universo, film di cui vi presentiamo la recensione, è diretto da Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman, il film introduce al grande pubblico il nuovo Spider-Man, Miles Morales; adolescente afroamericano, acquisisce poteri da ragno e deve sostituire il defunto Peter Parker. A complicare le cose arriveranno ben quattro persone-ragno da realtà alternative, bloccate nell’universo di Miles. Nonostante le evidenti difficoltà, l’avventura permetterà a Miles di crescere e imparare cosa significhi essere Spider-Man.
Scritto da Phil Lord, già artefice con Chris Miller di Lego Movie (2014), il film mescola diversi stili di animazione. Le voci dei personaggi appartengono ad attori come Jake Johnson, Nicolas Cage, Liev Schreiber e Shameik Moore. Tra decine di easter eggs dedicate ai fan del fumetto e un ritmo indiavolato, Spider-Man: un nuovo universo può entusiasmare ogni tipologia di pubblico. Anche noi di FilmPost ce ne siamo innamorati e abbiamo deciso di parlarne adottando un espediente inedito.
Indice
- La trama
- Cosa significa diventare un eroe?
- Una nuova frontiera dell’animazione
- Gli Spidey “alternativi”
- Considerazioni finali
La trama – Spider-Man: un nuovo universo, la recensione
Salve, sono il Roberto Gallaurese di Terra-616, redattore di FilmPost.it! Oggi voglio parlarvi di Spider-Man: un nuovo universo, meraviglioso film d’animazione prodotto da Sony e Marvel. In un’epoca che sembra, agli occhi dello spettatore, incapace di rischiare con produzioni ardite e sperimentali un film come questo rappresenta un’eccezione. Sì, perché non tutti potrebbero apprezzare uno Spider-Man che non sia il celeberrimo Peter Parker e, invece, questa è proprio la scelta alla base di questo film. Miles Morales è un ragazzetto che lotta con un padre molto rigido, uno zio pecora nera della famiglia e una nuova scuola. Viene accidentalmente morso da un ragno geneticamente modificato che gli conferisce poteri da aracnide. Tutto sembra suggerire che stiamo assistendo a una versione alternativa delle origini di Spider-Man ma con un nuovo protagonista.
Peccato che, in realtà, nell’universo di Miles esista già il supereroe arrampicamuri! Spidey è l’idolo delle masse, amato da tutti e protagonista di un merchandise spregiudicato che va dai tradizionali fumetti fino alle canzoni di Natale (che è possibile ascoltare durante i titoli di coda). Miles incrocia il cammino di Spider-Man quando questi affronta l’efferato Kingpin alle prese con un pericoloso acceleratore di particelle. Nella battaglia che ne segue, Spidey perde la vita e il giovane Morales sente di dover prendere il suo posto per portarne avanti il nome e l’eredità. Improvvisarsi supereroe-vigilante, però, non è così semplice e in suo soccorso arriveranno altri quattro Spider-Man, strappati da altrettante realtà alternative a causa dell’incidente dell’acceleratore. Vi sembra tutto molto complesso? Gli autori saranno riusciti a rendere una simile trama fruibile a tutti? Lo chiediamo a un nostro “amico” nel paragrafo successivo!
Cosa significhi diventare un eroe? – Spider-Man: un nuovo universo, la recensione
Ok, chi vi parla è il Roberto Gallaurese di Terra-1610, redattore di FilmPost.com, il più famoso sito di Cinema italiano (nella mia realtà, almeno!) Tanti erano i timori che accompagnavano l’uscita di questo film. Il personaggio di Spider-Man ha avuto tre incarnazioni in 16 anni e l’ultima, targata Tom Holland, è ancora molto amata. Aveva senso realizzarne una quarta in versione animata per poi moltiplicarla aggiungendovi degli Spidey alternativi? Il lettore di fumetti è avvezzo al concetto di multiverso e non ha problemi ad accettare un simile espediente ma anche il grande pubblico lo avrebbe fatto? C’era un solo modo per riuscirci ed era quello di andare al cuore del personaggio creato da Stan Lee e Steve Ditko. Tutti possono essere supereroi, nessuno escluso. Potrai essere ricco, povero, bianco, nero, animalesco, entusiasta, depresso ma la sostanza non cambia!
La sceneggiatura di Phil Lord e Rodney Rothman incanala questo concetto, lo unisce al celeberrimo “Grandi Poteri = Grandi Responsabilità” e lo declina attraverso tutti gli Spidey alternativi. L’intero film ruota intorno al concetto di cosa significhi diventare un eroe ma anche come fare per restare tale quando la fortuna ti volta le spalle. Uno degli Spider-Man alternativi è un Peter Parker bolso, stanco e deluso che fatica a riabbracciare il suo ruolo di paladino della città. L’incontro con le altre versioni di se stesso, accomunate da vicissitudini e tragedie simili ma capaci di risollevarsi, e il rapporto con Miles lo aiuteranno a rialzare il capo.
Una nuova frontiera dell’animazione – Spider-man: un nuovo universo, la recensione
Ad alzare il livello di un film del genere, però, non basta una sceneggiatura brillante perché è l’animazione che occupa il ruolo più impegnativo. Hanno chiesto a me, il Roberto Gallaurese di Terra-928, ex-animatore e fumettista mancato, di trattare l’argomento in questa recensione ma sarò sbrigativo: è sensazionale! I primi 20 minuti di Spider-Man: un nuovo universo sono i più impegnativi, proprio per via dello stile visivo. Tutto così frenetico, colorato e immersivo da rendere quasi complesso seguire un incipit che, anche in scrittura, appare frettoloso e desideroso di arrivare subito al dunque. Non si tratta di un difetto, però: è il prezzo da pagare per abituarsi a ciò che si sta vedendo. Come quando adattiamo i nostri occhi al buio così qui dobbiamo adattare la nostra percezione allo stile adottato.
Una volta entrati in scena gli Spidey alternativi, il film decolla e non sbaglia praticamente nulla. Molti ritengono che questa pellicola abbia inventato un nuovo modo di fare animazione ma non è (del tutto) vero. Lungo le due ore di durata si accumulano e fondono tutti gli stili esistenti al mondo, creandone uno completamente inedito. C’è l’animazione Pixar ma anche quella giapponese; i balloons dei fumetti e il colore “puntinato” dei comics anni ’70; le onomatopee per gli effetti sonori e il fotorealismo dei movimenti. Un immenso patchwork che riesce a rievocare tante tecniche e rimandare costantemente alle origini fumettistiche dei personaggi. Era dai tempi di Scott Pilgrim vs the World (2010) di Edgar Wright che non si vedeva un cinecomic così abile nell’assommare i pregi di entrambi i mezzi espressivi.
Gli Spidey “alternativi”
Lo sappiamo bene: i fan di vecchia data di qualunque cosa, spesso non amano le novità. In molti hanno reagito storcendo il naso quando hanno scoperto che questo film avrebbe trattato il multiverso e le versioni parallele dell’arrampicamuri, per molti una stortura dettata dal politically correct e dalle necessità commerciali. Nulla di più sbagliato, dato che la Marvel ha sempre spinto verso l’inclusione, creando eroi di etnie diverse fin dagli anni ’70. Abbiamo chiesto all’ultimo dei Roberto Gallaurese alternativi, quello di Terra-295, appassionato collezionista di fumetti, un parere sui singoli personaggi.
Miles Morales è il perno intorno al quale ruota l’intero film. Creato nel 2011 da Brian Michael Bendis e dalla nostra Sara Pichelli, Miles ha sostituito il defunto Peter Parker dell’Universo Ultimate, una linea editoriale votata a un maggiore “realismo” e nata nel 2000. Conserva pochi tratti caratteriali di Parker (l’umorismo) e differisce per il rapporto con lo zio. Se Ben Parker era un uomo adorabile, lo zio di Miles, Aaron, è un delinquente che complicherà la vita del nipote neo-supereroe.
Gli altri Spider-Man
Spider-Gwen, invece, è frutto della creatività di Jason Latour e Robbi Rodriguez. Apparsa nel crossover Spider-Verse, da molti erroneamente considerato ispirazione per questo film, è una versione al femminile di Spidey che lotta in nome proprio del “suo” Peter Parker, ucciso da Norman Osborn. Anche Peni Parker è stata creata durante l’evento Spider-Verse ed è una ragazzina che pilota il mecha SP//dr, creata da suo padre. La sua estetica è chiaramente ispirata allo stile anime ed è nata dal talento di Gerald Way.
Lo Spider-Man Noir, doppiato egregiamente da Nicolas Cage, è nato nell’ambito del progetto Marvel Noir che immaginava una versione steampunk dei personaggi a fumetti. Creato da David Hine e Carmine Di Giandomenico è un Peter Parker degli anni ’30 che ha ottenuto i poteri da un Dio Ragno e combatte il crimine urbano. Il più improbabile fra gli Spidey del film, lo Spider-Ham, è nato come parodia a fumetti di Tom DeFalco e Mark Armstrong per poi diventare protagonista di molte miniserie satiriche.
Considerazioni finali – Spider-man: un nuovo universo, la recensione
Siamo andati lunghi con la recensione di Spider-Man: un nuovo universo, lo sappiamo, e abbiamo coinvolto tanti redattori da realtà alternative diverse ma non potevamo fare altrimenti. Stiamo parlando di un meraviglioso film d’animazione, uno strepitoso cinecomic e uno dei film più belli dedicati al personaggio. Sicuramente ha alzato l’asticella qualitativa per questo genere di prodotti e persino gli indistruttibili Marvel Studios non potranno ignorarlo. Il coraggio della Sony, dopo il trionfo imprevisto di Venom, ha ripagato con gli interessi, stavolta anche sul fronte della qualità.
Che siate lettori super-esperti o giovani fan che hanno scoperto il personaggio al cinema, il nostro consiglio è di vedere questo film. I duetti tra il Peter Parker alternativo stanco, corrucciato e fallito al quale Jake Johnson presta perfettamente la voce e l’energico Miles rappresentano meglio di molte altre cose il confronto tra vecchio e nuovo. Non è sempre vero che le novità debbano distruggere ciò che è venuto prima e non è sempre vero che tutto ciò che è moderno sia peggiore dei suoi antenati. La convivenza tra passato e presente, sia dal punto di vista narrativo che da quello tecnico, trova in Spider-Man: un nuovo universo il più mirabile tra gli equilibri.
Spider-Man: un nuovo universo
Voto - 9
9
Lati positivi
- strepitoso comparto tecnico con uno stile d'animazione di altissimo livello e grande creatività
- una sceneggiatura che omaggia i fumetti senza dimenticare il pubblico generalista
Lati negativi
- Forse questo stile di animazione potrebbe risultare di difficile digeribilità per chi è abituato a qualcosa di più convenzionale. Sì, stiamo cercando il pelo nell'uovo (di ragno)