Spiral – L’eredità di Saw: recensione del nuovo capitolo della saga horror

Le persone tornano a morire in modo atroce, ma questa volta l'enigmista non c'entra niente

Nel cinema horror certe saghe non finiscono mai. Tra sequel, spin-off e reboot, in sala ci si ritrova sempre gli stessi serial killer, bambole o demoni infernali. Tra le saghe più iconiche in questo campo c’è sicuramente Saw. Dopo il primo capitolo uscito nel 2004, la serie è continuata tra alti e bassi con un film all’anno sino al settimo, riuscendo a ottenere sempre un buon incasso. Dopo il cosiddetto “capitolo finale”, nel 2017 l’Enigmista torna di nuovo al cinema con un ottavo film, ancora collegato alla saga principale. Ed eccoci infine arrivare ad oggi, con il debutto al cinema di Spiral – L’eredità di Saw di cui vi proponiamo la recensione. Più che un sequel, questo film si pone a metà strada tra un reboot ed uno spin-off.

Spiral, infatti, chiarisce sin dall’inizio che tutto ciò non ha nulla anche vedere con il defunto John Kramer, il primo Enigmista, e presenta un tono piuttosto diverso da quel che siamo abituati a vedere. Il soggetto è stato scritto da Chris Rock che interpreta anche il detective Zeke Banks, il protagonista; al suo fianco vi è poi Samuel L. Jackson (Pulp Fiction), padre del detective ed ex-capo di polizia. Saw è per eccellenza la saga delle “morti ingegnose”, dei complessi macchinari che garantiscono alle vittime una morte violenta e dolorosa; ma appunto, Spiral non è Saw, o almeno non al 100% e questo cambio di rotta è la sua carta vincente.

Indice

Trama: c’ un nuovo killer in città – Spiral: l’eredità di Saw, la recensione

Zeke Banks è un detective di polizia scontroso e diffidente. Dopo più di 10 anni al distretto ha imparato a non fidarsi di nessuno, oltre al farsi numerosi nemici. Nessuno vede Banks di buon occhio, considerato un infame per aver arrestato un poliziotto corrotto. Da allora la vita in polizia è stata un inferno, ma la situazione sembra peggiorare quando un misterioso pacchetto compare sulla scrivania del detective. Dentro c’è una cassetta ed un video che ricordano esattamente lo stile dell’enigmista. John Kramer, però, è morto e non c’è dubbio che questo nuovo killer non sia nessuno dei suoi “discepoli”. Il modus operandi è simile, trappole mortali, video registrati, persino un pupazzo, che questa volta è il burattino di un maiale. Affiancato dal suo nuovo partner, William Schenk, Banks è costretto a chiedere l’aiuto dei suoi colleghi per catturare questo feroce criminale.

Gli unici degni della sua fiducia sono il capo della polizia Angie Garza e suo padre Marcus, con cui però non ha un ottimo rapporto. Marcus è infatti l’ex-capo di polizia ed è sempre stato un padre assente, oltre che un osso duro per il suo stesso figlio durante gli anni passati insieme in polizia. Adesso che questo nuovo killer sembra aver preso di mira i poliziotti, nessuno è più al sicuro. Il suo simbolo è una spirale e magari non sarà Jigsaw, ma la furia e la violenza nei confronti delle “vittime” è rimasta immutata

Cambio di focus – Spiral: l’eredità di Saw, la recensione

Come accennato nell’introduzione di questa recensione, Spiral – l’eredità di Saw è piuttosto diverso da ciò a cui la saga ci ha abituati. Saw è sempre stata la storia del serial killer, l’enigmista, il vero protagonista dei vari film, l’unico vincitore. Nel corso degli anni la figura mitica di questo killer è andata sempre crescendo fin quando la morte violenta dei personaggi non è diventato l’elemento principale d’intrattenimento. In Spiral il protagonista è invece Zeke Banks, un detective determinato, ironico e con un gran passato alle spalle. Più che in molti altri capitoli della saga, Spiral approfondisce la storia del suo protagonista, mostrando il suo background e caratterizzando al meglio il personaggio. Banks è un detective ormai disilluso, circondato da serpi e costretto a guardarsi sempre le spalle; nemmeno il padre gli è di supporto ed il loro travagliato rapporto, seppur lievemente accennato, funziona.

Chris Rock interpreta un ruolo al di fuori della sua solita comfort zone senza risultare meno convincente e mantenendo il suo solito piglio ironico. Il detective è affiancato dal partner Schenk ed insieme indagano sugli efferati omicidi che stanno avvenendo. L’indagine è un fattore importante del film, che più che un horror sembra un poliziesco e dà una fresca aria di novità alla serie. Meno morti e più indagini, un cambio di focus dal killer al detective ed un nemico nuovo di zecca ancora tutto da esplorare. Spiral mette in tavola le carte per un rilancio della saga con un’identità tutta nuova. Dopo 8 film passati ad esplorare la psiche perversa di John Kramer, dei suoi allievi e le loro ingegnose trappole, Saw prende finalmente una strada diversa e, se proprio un nono capitolo deve esistere, allora che ben venga in questo modo.

spiral l'eredita di saw recensione

Una rapida spirale di morte 

Spiral è stato diretto da Darren Lynn Bousmann, la stessa persona dietro Saw 2, 3 e 4. Pur avendo già lavorato alla serie, Bousmann decide di adottare uno stile diverso per questo film, confermando il tentativo di cambiare registro. Rispetto alla regia ipercinetica del passato, Spiral si prende il suo tempo conferendo anche maggiore introspezione ai personaggi. Gli iconici flashback ripetuti più e più volte ci sono sempre, ma meno abusati del solito, a differenza dei jumpscare talvolta superflui e ridondanti. Il film è un crescendo di tensione costante e man mano che ci si avvicina alla fine aumenta sempre di più in un climax che ha come apice un finale mozzafiato che, azzarderemmo a dire, è uno dei migliori della saga dopo lo storico primo film. Questo crescendo, scandito da un ritmo veloce e incalzante è però anche un limite.

Presto si ha la sensazione che tutto stia accadendo troppo in fretta. Le morti si susseguono ad una rapidità incredibile e non si ha il tempo di metabolizzare un evento che ecco spuntare un altro feroce “imprevisto”. Il finale funziona incredibilmente, ma la velocità con cui tutto ciò accade non da il giusto spazio al killer, che, ovviamente, rivelatosi soltanto alla fine, non riesce a farsi apprezzare. La sua motivazione sembra appiccicata con la forza alla filosofia adottata dall’enigmista per trovare un pretesto che permettesse di fare un rilancio della serie. Il nuovo assassino non ha lo spessore del passato e in fin dei conti non è così difficile intuire chi sia il colpevole. Spiral è però soltanto il primo capitolo di un ipotetica nuova saga, e ci sarà tempo per approfondire il personaggio; intanto ci accontentiamo di un buon film, uno dei migliori della saga Saw.

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Spiral – L'eredità di Saw

Voto - 7

7

Lati positivi

  • Ritmo veloce e tensione alle stelle
  • Maggiore attenzione alle indagini piuttosto che alle morti elaborate
  • Approfondimento e caratterizzazione del protagonista

Lati negativi

  • Killer poco incisivo e carismatico
  • Seconda metà troppo veloce

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