T · P BON: recensione del nuovo anime Netflix

Tratto dallo storico manga del co-creatore di Doraemon, arriva su Netflix l'anime di T P Bon. Una serie fantascientifica sui viaggi nel tempo ricca di inventiva e trovate affascinanti

Dal 2 maggio è disponibile su Netflix la prima stagione (la seconda è prevista per luglio) di T P Bon, ovvero Time Patrol Bon. Un anime – tratto dall’omonimo manga degli anni 70 di Fujiko F. Fujio (metà del duo di autori noto come Fujiko Fujio, creatori, tra gli altri, di Doraemon), diretto da Masahiro Ando e animato dallo studio BONES (My Hero Academia) – che racconta la storia di un normale studente delle medie di colpo alle prese con un gruppo di agenti incaricati di viaggiare nel tempo e salvare vite nei più disparati periodi storici. Un’avventura sci-fi che mischia suggestioni letterarie e cinematografiche occidentali alla più classica narrazione fantastica giapponese.

Nata per celebrare i 90 anni dalla nascita del suo creatore,  T P Bon – già adattato per la tv in uno speciale del 1989 – sa essere così estremamente vintage e, insieme, inaspettatamente moderna. Complice l’immarcescibile tematica del viaggio nel tempo, trattata con rigore filologico e con una attenzione al dettaglio e all’intreccio ben dissimulata dall’apparente aura infantile. Quasi un’operazione nostalgia capace però di restituire la sensibilità, lo spirito e persino l’ingenuità di una stagione in cui l’animazione giapponese era molto diversa da quella che conosciamo oggi.

Indice:

Trama – T P Bon recensione

Bon Namihira ha 12 anni, studia alle medie e passa le giornate con i compagni di scuola. Un giorno si imbatte per caso in una ragazza americana, Ream Stream, e nella sua “nave del tempo”, un mezzo in grado di viaggiare in qualsiasi epoca si desideri. Grazie a lei e al buffo Buyoyon Bon viene così a conoscenza della Time Patrol, un’organizzazione che viaggia attraverso il tempo per salvare chi è morto di morte violenta, a meno che la sua salvezza non metta a rischio il continuum spazio-temporale.

Desideroso di diventare un agente, Bon accetta così di fare da apprendista a Ream, imparando, passo dopo passo, i trucchi del mestiere e le infinite leggi che regolano il viaggio nel tempo. Tra avventure nel passato, inaspettate sortite nel futuro, effetti farfalla e paradossi a non finire, Bon apprenderà cosa significhi davvero far parte di una squadra e, soprattutto, quali responsabilità comporti il suo nuovo lavoro.

T P Bon recensione

T P Bon. BONES

Un genere da esplorare

Il Giappone feudale, l’antico Egitto, la caccia alle streghe nell’Europa del ‘600, la guerra nel Pacifico. E ancora: il Giurassico Superiore, il far west, la battaglia di Maratona. Sono solo alcune delle epoche e degli eventi che vedono coinvolti i nostri eroi in questa prima stagione di T P Bon. Un’avventura sci-fi a metà strada tra Doctor Who e H. G. Wells, tanto radicata nella tradizione occidentale dei viaggi nel tempo quanto a un sentire squisitamente nipponico, capace di farne un ibrido divertente e più intelligente di quanto a prima vista si possa immaginare.

Perché, come ogni titolo fantascientifico che si rispetti, T P Bon gioca con tutti i luoghi comuni del genere, anche quelli più complessi. Ecco allora agli immancabili (e non sempre prevedibili) paradossi temporali affiancarsi la classica teoria dell’effetto farfalla e un gusto per il dettaglio fuori dal comune (l’insistenza sugli oggetti in dotazione alla squadra e i loro usi più inventivi a seconda delle situazioni), il tutto condito da una leggerezza che nulla toglie alla complessità degli intrecci di ogni singolo episodio.

T P Bon recensione

T P Bon. BONES

Tra procedurale e viaggio di formazione

Una serie che si dispiega come un classico procedurale, quindi, con ognuno dei suoi episodi dedicato a un preciso periodo storico da scoprire e a una nuova vita da salvare, ma che in realtà nasconde una continuity mano a mano sempre più evidente. Perché T P Bon racconta prima di tutto la crescita del suo giovane protagonista e le tappe obbligate dell’apprendistato che lo porteranno a essere un agente della pattuglia del tempo a tutti gli effetti. Una maturazione che ha inevitabilmente a che fare con le responsabilità del proprio ruolo, col sacrificio e con la consapevolezza che, pur viaggiando nel tempo, non tutti si possono salvare e non tutto si può sistemare come si vorrebbe.

Un classico viaggio di formazione che riprende lo spirito del manga originale aggiornandolo – in un’operazione non dissimile da quella fatta già da Netflix con Akuma-kun – al presente pur senza tradirne l’essenza. Dallo stile all’estetica vintage passando per un’animazione apparentemente tradizionale anche quando contaminata da elementi in computer grafica, T P Bon diventa così l’anime perfetto per celebrare un mondo e un’intera idea di racconto che, forse, non esiste più.

T P Bon recensione

T P Bon. BONES

Un anime fuori dal tempo

Una serie letteralmente fuori dal tempo, dunque, a partire da quell’insieme di date, nozioni e avvenimenti che le donano un carattere quasi didattico (facendone una sorta di versione giapponese di Mr. Peabody e Sherman), contaminato, però, da una complessità e una maturità estranea a prodotti infantili di questo tipo, capace di toccare picchi di violenza inaspettati e tematiche tutt’altro che semplici e immediate.

Tutti elementi, questi, che contribuiscono a fare di T P Bon un anime estremamente derivativo ma, allo stesso tempo, originale. Classico come il manga da cui è tratto e, insieme, sempre aperto a nuove idee e suggestioni. Un compendio sui viaggi nel tempo che, al puro gusto per l’avventura e la scoperta, affianca quello, tipicamente “nerd”, per l’intreccio, i paradossi e le trovate più immaginifiche. Il risultato è così un prodotto decisamente lontano dalle tendenze più contemporanee dell’animazione giapponese ma ancora in grado di sorprendere e parlare al nostro lato più puro, infantile e avventuroso.

T P Bon

Voto - 7

7

Lati positivi

  • L'anime sa unire al piacere infantile per l'avventura il gusto nerd per i viaggi nel tempo e i suoi paradossi
  • L'estetica vintage accompagnata a tecniche di animazione più moderne funziona e contribuisce a dare l'idea di un prodotto fuori dal tempo. In tutti i sensi

Lati negativi

  • Il forte richiamo al passato e il tono (apparentemente) infantile potrebbero respingere chi è abituato ad anime più contemporanei

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