Take Shelter: recensione del thriller con Michael Shannon
Il thriller drammatico con Michael Shannon e Jessica Chastain
Nel 2009 i Coen calavano il sipario sul loro “uomo serioso” (A Serious Man) con una suggestiva immagine di una tempesta in arrivo, segno di presagio e malasorte. Su questa immagine puramente concettuale, circa due anni dopo, il regista e sceneggiatore Jeff Nichols costruiva un thriller drammatico che sembra riprendere esattamente da dove aveva lasciato il duo registico premio Oscar. Stiamo parlando di Take Shelter, film disponibile su Prime video, di cui parleremo approfonditamente nella nostra recensione. Nei panni del paranoico protagonista, un Michael Shannon mastodontico.
Il film racconta la storia di Curtis LaForche, un uomo tormentato da spaventosi incubi notturni ed allucinazioni che hanno sempre a che fare con una minacciosa tempesta in arrivo. Pochi elementi dipingono le trame di un incubo psicologico ad occhi aperti dove realtà e finzione si confondono, dove malattia mentale e presagio assumono connotati comuni. Nel cast del film oltre a Michael Shannon figurano anche Jessica Chastain e la piccola Tova Stewart nei panni di una bambina sordomuta. Se siete curiosi di saperne di più su Take Shelter, film disponibile su Prime Video, proseguite con la nostra recensione.
Indice:
Take Shelter recensione – Trama
Curtis LaForche conduce una vita serena, vive con sua moglie Samantha e sua figlia Hannah che purtroppo è sordomuta. Questo piccolo nucleo familiare è tenuto insieme dall’amore e dall’affetto reciproco. Le giornate scorrono felici nonostante le difficoltà associate al sordomutismo di Hannah. Questa pacifica esistenza viene però improvvisamente turbata da eventi quanto meno inaspettati. Curtis infatti inizia ad avere strani incubi ed allucinazioni che hanno a che fare con una tempesta in arrivo: una sorta di presagio, come se qualcosa di malevolo si stesse per abbattere su lui e sulla sua famiglia.
Gli episodi si fanno sempre più frequenti ed oltre a generare tanta sofferenza mentale iniziano anche ad inficiare sul suo lavoro, vita e relazione. Da uomo integro e razionale si trasforma in un ossessivo-paranoide con una sola idea in testa: costruire un rifugio anti-tempesta. Mentre Curtis va avanti con il progetto, il suo rapporto con il lavoro ma soprattutto con la famiglia inizia pian piano a deteriorarsi. La sua più grande paura di perdere tutto rischia di avverarsi ma questa volta è lui stesso a provocare la tempesta. In una vera e propria lotta contro la malattia mentale sarà sua moglie Samantha a tentare il possibile per tenere uniti i pezzi della famiglia.
Take Shelter recensione – Analisi
Il tema della malattia mentale è stato affrontato in tutti i modi possibili in campo cinematografico. Nonostante tutto è uno di quegli argomenti inesauribili che esercita sempre una certa attrazione sullo spettatore. In Take Shelter il protagonista Curtis soffre di incubi ed allucinazioni. Lui è l’unico in grado di sentire e vedere certi fenomeni. Questa sua stranezza e diversità fa sì che automaticamente sia un malato di mente, un diverso. Accade un po’ quello che avveniva in Donnie Darko con Jake Gyllenhaal dove il protagonista, già sotto cura psichiatrica, soffriva di incubi e visioni sulla fine del mondo; eventi che lo portavano ad agire in maniera inusuale. Curtis segue un percorso analogo. Entrambi sanno che qualcosa di brutto sta per accadere ed agiscono di conseguenza correndo a disperati ripari. Entra in gioco allora la società ovvero la famiglia, gli amici, il lavoro.
Tutto quello che è sempre appartenuto ad una “confort zone routinaria” si trasforma improvvisamente in un guscio duro e impenetrabile. Perdita di fiducia e stima, incomunicabilità, sono alcune delle conseguenze dell’estraniamento di Curtis dovute al suo annebbiamento mentale. Per tutto il film lo spettatore si chiede se si tratti veramente di malattia o se sia piuttosto una capacità profetica di vedere il futuro. Take Shelter è un incubo psicologico ad occhi aperti, alla luce del giorno. La vita di un uomo come tanti viene stravolta da un disturbo paranoide con molti tratti in comune con la schizofrenia, la malattia che colpì sua madre da giovane. E se il mondo gira le spalle a Curtis non giustificandone minimamente gli atteggiamenti la famiglia rimane sempre un porto sicuro, un faro nella notte, l’unico punto di riferimento e di sosta.
Take Shelter recensione – Personaggi
Sono proprio i personaggi il punto di forza di questa vicenda. Inutile dire che tutta la giostra si regge sulle spalle di un Michael Shannon a dir poco formidabile. L’intera trama del film può essere raccontata dalle espressioni del suo volto. Da tranquillo e sereno, Curtis si addentra sempre di più nei meandri della paura e della pazzia. Interessante come l’attore abbia lavorato sulla mimica facciale, soprattutto nella seconda metà di film quando basta un primo piano sul suo volto per capire che il personaggio è totalmente cambiato. Purtroppo il doppiaggio italiano non è sempre all’altezza di una prova attoriale così eccelsa.
Fondamentale anche il personaggio di Samantha, una moglie sempre vicina al marito nella buona e nella cattiva sorte. Infine la figlia sordomuta Hannah, così tenera, così fragile; forse implicitamente è l’apprensione nei suoi confronti che ha fatto esplodere nella mente di Curtis la paura di perderla per sempre. Il nucleo familiare in Take Shelter esercita un polo di attrazione fondamentale per l’evoluzione del personaggio di Curtis. Da un lato gli incubi e le allucinazioni, dall’altro la famiglia, un punto di riferimento ed un amore inossidabile. La famiglia racchiude il dramma ma anche il romanticismo dell’intero film.
Take Shelter recensione – Aspetti tecnici
Tecnicamente parlando Take Shelter ha una fotografia e scenografia quanto meno pretenziose. Ci riferiamo soprattutto alle riprese in grandangolo negli spazi aperti con la tempesta in arrivo e quella luce magica che solo in queste condizioni può essere vissuta. Nonostante l’elemento cupo-drammatico il film è pieno di luce, girato essenzialmente di giorno in esterni, con veramente poche scene notturne.
La vera notte è quella che Curtis vive dentro se stesso, anche quando i cieli sono tersi e luminosi e la vita scorre serena come sempre. La scelta azzeccata di ambientazioni diurne e luminose fa risaltare il contrasto tra l’animo del protagonista con la tranquillità e pace della vita che lo circonda. Curtis non è mai in sintonia con i colleghi e gli amici, con il lavoro e persino con l’aria che respira. Un aspetto, questo, ben evidenziato anche sul piano tecnico.
Conclusioni
Take Shelter è un thriller drammatico che affronta il tema della malattia mentale di un uomo che ha paura di perdere tutto quello a cui più tiene. Una storia basata sull’amore per la famiglia, unico posto sicuro dove rifugiarsi quando il mondo esterno ci ghettizza. Samantha e Curtis si difendono reciprocamente. Quello che ci ha convinto meno della pellicola diretta da Jeff Nichols è probabilmente la ripetitività di alcuni schemi narrativi. Per quasi tutto il film Curtis ha incubi ed allucinazioni, il suo comportamento cambia e questo fa deteriorare il suo rapporto con le persone. Non sappiamo se sia pazzia o veggenza ma la storia insiste troppo su questi aspetti ripetendo la stessa formula. Il ritmo si arresta, la trama va in stallo diventando a tratti monotona. Solo nel finale viene aggiunto quel qualcosa in più necessario a smuovere una storia altrimenti stantia e senza capovolgimenti di fronte.
Il film è più un dramma mascherato da thriller, genere che in realtà gli appartiene poco dal momento che la suspense va calando. Interessante l’evoluzione dei protagonisti durante l’intero arco narrativo soprattutto quando quella tempesta immaginaria colpisce, metaforicamente parlando, la famiglia dei LaForche. I rapporti si fanno sempre più pesanti, tutto rischia di crollare da un momento all’altro come un castello di carte. Curtis vuole proteggere la sua famiglia da una minaccia invisibile ma è proprio lui che rischia di distruggere tutto. Un protagonista paranoide e terribilmente fragile, di certo non il deus ex machina risolutivo che lui stesso crede di essere. L’epilogo, volutamente misterioso, rimette in discussione tutto quello che abbiamo visto; è chiaro l’intento di far considerare l’intera storia anche dal punto di vista metaforico, o quantomeno come pretesto per innescare molteplici spunti riflessivi. Un film da recuperare, disponibile su Prime Video.
Take Shelter
Voto - 6.5
6.5
Lati positivi
- Intreccio drammatico e la caratterizzazione dei personaggi
- Fotografia e scenografia
- Ripetitivo e monotono nella parte centrale
- Mancanza di colpi di scena
Lati negativi