The Bunker Game: recensione del thriller-horror con Lorenzo Richelmy
Roberto Zazzara firma il primo prodotto italiano della nota piattaforma americana Shudder, incentrata sul genere horror
Uscito nelle sale cinematografiche a maggio 2022, fa ora il suo debutto su Sky e Now Tv The Bunker Game, di cui vi presentiamo la recensione. Il film, diretto da Roberto Zazzara, è una co-produzione italofrancese di genere thriller-horror che ha riscosso un certo successo in territorio russo e americano (qui ha debuttato su Shudder come primo prodotto italiano presente sulla piattaforma). In territorio nostrano si è fatto notare al Napoli Comicon 2022 e ha catturato l’attenzione di alcuni spettatori grazie a vari aspetti intriganti. Tra questi vi è senz’altro l’ambientazione: un bunker della seconda guerra mondiale in cui un gioco di ruolo si trasforma in un incubo per un gruppo di giovani, i quali andranno incontro a una minacciosa presenza sovrannaturale.
Tra premesse interessanti e un cast internazionale, The Bunker Game (qui il trailer) si presenta davvero bene nel panorama del cinema di genere italiano. Peccato che tutto ciò vada a scontrarsi con una trama prevedibile e personaggi poco approfonditi, andando in direzione di un’occasione sprecata.
Indice
La trama – The Bunker Game recensione
La trama del film è alquanto interessante e intrigante: in un enorme bunker sotterraneo del monte Soratte, fuori Roma, un gruppo di persone è impegnato in un LARP (Live Action Role Playing), un gioco di ruolo articolato a tinte ucroniche. Si immagina infatti di essere in un futuro postatomico in cui i nazisti hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale e gli americani hanno sganciato diverse bombe atomiche per colpire i tedeschi. Per difendersi dalle radiazioni ci si è rifugiati in un bunker, in cui si continuano a mantenere le regole del Reich, nonostante qualche desiderio di ribellione. In questo gioco ognuno interpreta un ruolo ben preciso, immergendosi in diverse storie e situazioni.
Tra i giocatori troviamo Laura (Gaia Weiss), una delle organizzatrici del LARP e innamorata di Gregorio (Lorenzo Richelmy), il mastermind dell’evento. Quando il gioco si interrompe in seguito ad alcuni guasti tecnici, Laura e un ristretto gruppo di persone rimangono nel bunker per disallestire il gioco ma si accorgono che Gregorio è scomparso. Durante le ricerche Laura inizia a percepire un’oscura e minacciosa presenza sovrannaturale che tenta di mettersi in contatto con lei. La lunga permanenza nel bunker porterà la ragazza e gli altri ad affrontare una vera e propria lotta per la sopravvivenza.
Una prevedibile storia di fantasmi
L’aspetto affascinante di The Bunker Game è sicuramente il fatto di essere interamente ambientato e girato nel bunker antiatomico del monte Soratte, fatto costruire da Benito Mussolini come suo rifugio e in seguito occupato dai nazisti. Questo luogo storico è valorizzato al massimo per costruire un’atmosfera claustrofobica e terrificante, grazie a un apprezzabile lavoro di regia e fotografia. Peccato che questo impegno nell’impianto visivo non sia accompagnato da una storia solida e ben costruita. L’inizio è promettente poiché il film presenta la curiosa realtà alternativa in cui si svolge il LARP, attraverso un filmato in bianco e nero che racconta la storia ucronica alla base del gioco. Ci viene poi presentata la realtà nel bunker, in cui quasi non si percepisce l’atmosfera ludica della situazione.
Quando il gioco però si interrompe, iniziano i problemi di The Bunker Game: dalle coinvolgenti dinamiche del LARP si passa a una ghost story poco coerente e non così spaventosa, in cui i personaggi sono poco approfonditi psicologicamente e diventano carne da macello per il fantasma di turno. Un vero peccato perché il materiale di partenza poteva essere sfruttato in modo diverso, in direzione di un thriller-horror psicologico in cui la finzione del gioco si spingeva oltre. Si scelgono invece binari narrativi più prevedibili, in cui la tensione viene spesso a mancare, nonostante un gran lavoro sulla costruzione di un’atmosfera suggestiva e inquietante.
Una grande occasione mancata – The Bunker Game recensione
Se la sceneggiatura si rivela deludente, a sorprendere è invece la regia di Zazzara, davvero ben curata e anche ricercata in un alcuni passaggi. Nel lato tecnico di The Bunker Game si può apprezzare anche la fotografia, che non risulta mai eccessivamente scura, e la scenografia, che contribuisce a rendere il bunker un luogo squisitamente inquietante. Anche sul fronte recitativo si trovano elementi tutto sommato positivi: le performance in lingua inglese dei membri del cast internazionale sono convincenti, in particolare quelle della protagonista Gaia Weiss (Vikings), di Lorenzo Richelmy (Il talento del calabrone) e Serena De Ferrari (Mare Fuori).
In conclusione di questa recensione di The Bunker Game si può affermare che il film non riesce a fare tesoro degli aspetti positivi che lo caratterizzano, in particolare la premessa originale e intrigante e la suggestiva ambientazione tutta italiana. Le possibilità di creare una pellicola in cui giocare sul confine tra finzione e realtà e spingersi in territori più psicologici vengono totalmente abbandonate in favore di una banale storia di fantasmi, simile a quella di tanti horror prevedibili tipicamente americani. Per rendere il film più internazionale si poteva scegliere decisamente un’altra via. Nonostante gli sforzi di Zazzara sul lato formale, The Bunker Game è una delle tante occasioni mancate del recente cinema di genere nostrano.
The Bunker Game
Voto - 5
5
Lati positivi
- Le premesse sono ottime, tra le dinamiche del gioco di ruolo e l'ambientazione claustrofobica e inquietante
- La regia di Zazzara è curata e ricercata e sa valorizzare il luogo suggestivo in cui si svolge il film
Lati negativi
- Invece di giocare sul confine tra finzione e realtà, il film diventa una ghost story banale, incoerente e poco spaventosa
- Personaggi perlopiù piatti e poco approfonditi psicologicamente