The Glory: recensione del kdrama targato Netflix

Una serie cruda sulla vendetta ben congeniata e con una protagonista indimenticabile

The Glory è la nuova serie coreana thriller approdata su Netflix con la seconda parte il 10 marzo.
La serie di Kim Eun-sook – showrunner molto apprezzata in patria – aveva debuttato con le prime 8 puntate il 30 dicembre dello scorso anno (qui il trailer) che ha puntato i riflettori su di se grazie alle tematiche trattate e alla sceneggiatura accattivante e ben congeniata. 

Indice

La vendetta è un piatto che va servito freddo – The Glory, la recensione

C’è un momento in The Glory che riassume perfettamente l’anima e il messaggio politico della serie. “Perché voi poveri credete nel karma o nelle punizioni divine?” chiede annoiata Park Yeon-jin, la ragazza ricca proveniente da una famiglia prestigiosa che le ha sempre coperto le spalle. Il pensiero che chi si è comportato male venga in qualche modo punito può essere confortante, una pausa da un rancore sordo che non vuole cessare. Ma non per Moon Dong-eun che ha aspettato ben 18 anni prima di tornare nella città dove ha trascorso un’adolescenza a dir poco traumatica per vendicarsi di alcuni dei suoi ex compagni del liceo. La giovane Moon Dong-eun ha avuto una vita difficile: la madre non le presta la minima cura o assistenza, lasciandola vivere da sola in una piccola stanza in stato di estrema povertà, ma è durante le ore scolastiche che la tragedia avviene.

The Glory.

The Glory. Hwa&Dam Pictures.

Dong-eun (una bravissima Song Hye-kyo) viene presa di mira da un gruppetto di bulli capitanato da Park Yeon-jin che le fanno passare l’inferno. La ragazza viene picchiata, umiliata, subisce molestie e violenze sessuali ed è la vittima perfetta per il macabro e crudele gioco del gruppo che adora utilizzare la piastra per capelli rovente sul corpo delle ragazze che prendono di mira. Denunciare è inutile perché i bulli provengono tutti da famiglie ricche e agiate che riescono a insabbiare velocemente tutti i guai che i loro figli combinano e Moon Dong-eun, quando decide di denunciare, è costretta a lasciare la scuola. Da quel momento il suo pensiero fisso è quello di vendicarsi, stravolgendo le loro vite finché non resterà loro nulla.

Kim Eun-sook – The Glory, la recensione

Sono queste le premesse di The Glory, l’ultima fatica della famosa showrunner Kim Eun-sook che negli ultimi quindici anni ha dominato la serialità coreana con kdrama quali Goblin, Mr Sunshine, The King – Eternal Monarch, Descendants of the Sun, Secret Garden, The City Hall, The Heirs e Gentleman’s Dignity.
Kim Eun-sook è conosciuta sopratutto per serie più romantiche e leggere, ma con The Glory si approccia ad una serialità dura e dalla forte critica sociale. Alla base della serie, difatti, viene raccontata la forte disparità che vive tra le classi sociali.

The Glory.

The Glory. Hwa&Dam Pictures.

Non è una tematica nuova per la serialità e i film coreani che raggiungono l’Occidente, ma The Glory lo impreziosisce grazie a una narrazione serrata i cui la vera protagonista è la tensione crescente alimentata da giochi psicologici e risvolti di potere che non permettono allo spettatore di annoiarsi di fronte alle 16 puntate da quasi un’ora l’una che compongono questa prima stagione.
La serie imposta il tono brutale fin dal pilot che mostra senza veli tutte le angherie a cui Moon Dong-eun viene quotidianamente sottoposta. La serie, quindi, fornisce tutti gli strumenti necessari per riuscire a capire senza troppe difficoltà perché Dong-eun non sia riuscita a voltare pagina e a tifare apertamente per lei anche se, come lei stessa dice più volte, non sia diventata una brava persona.

Una protagonista carismatica – The Glory, la recensione

Non che ci sia da stupirsi. Dong-eun ha subito torture e umiliazioni che l’hanno portata a ponderare il suicidio più di una volta, ma ha trovato la spinta per andare avanti nell’idea di vendicarsi. Un piano ben congeniato che le ha occupato diciotto anni di vita spesi nel progettare, nello studio per elevare il suo status sociale e permettersi un tenore di vita adeguato alla macchina infernale che mette in atto una volta tornata nella sua città d’origine.

The Glory.

The Glory. Hwa&Dam Pictures.

Come accennavamo, il cinema e la televisione coreana sono pieni di personaggi simili alla protagonista di The Glory: poveri che devono subire angherie da persone ricche e potenti senza poter far molto per uscire da quella situazione, ma la showrunner decide di invertire la narrazione e di avvicinarsi alla trilogia della vendetta di Park Chan-wook. Per quanto Dong-eun sia un personaggio complesso e carismatico, lei va dritta per la sua strada senza ripensamenti o sensi di colpa.

La catarsi della vendetta – The Glory, la recensione

La sceneggiatura costruita su avvenimenti sempre più interessanti e volti che vengono svelati è innovativa per il modo in cui descrive i sentimenti della protagonista. La narratrice della serie è la stessa Dong-eun che descrive le sue mosse e cosa prova alla sua acerrima nemica Park Chan-wook a cui ha raccontato tutta la sua vita sotto forma di lettere mai spedite. Tra le due scorre un odio glaciale, ma l’ossessione furiosa della protagonista per la sua seviziatrice è talmente maniacale da abbracciare alcuni contorni quasi passionali. The Glory è una storia d’odio viscerale, un sentimento talmente potente da sembrare amore.

The Glory.

The Glory. Hwa&Dam Pictures.

Dong-eun parla costantemente con Chan-wook come se lei fosse sempre presente e il suo volto è una costante nella serie come lo è nella mente di Dong-eun. 
Il passato della protagonista non la perseguita solamente nel pensiero ossessivo di vendicarsi, né nel fisico segnato dalle cicatrici, ma soprattutto dal suo non rapportarsi in maniera sana con il prossimo. Tutti i rapporti di Moon sono ambigui. Lo è quello tra Dong-eun e il marito di Park, Ha Do-yeong; quello tra la protagonista e la sua insospettabile aiutante, la signora Kam, ma soprattutto è interessante l’ambiguità tra Dong-eun e il chirurgo Joo Yeo-jeong.

In conclusione – The Glory, la recensione

Non c’è indulgenza in The Glory né è da ricercarsi nella serie una qualsivoglia morale se non un messaggio pessimistico quanto dolorosamente veritiero. Le scelte per Dong-eun erano cercare di costruirsi una vita appagante e tentare di voltare pagina, o ricercare la sua vendetta a tutti i costi. Quel che l’ha spinta alla vendetta, isolandosi dal mondo è la conferma che i potenti riescono sempre a farla franca, che sia grazie ai soldi o alle conoscenze.

Come dicevamo, la disparità fortemente sentita tra classi sociali in Corea è un topic fondamentale nella società coreana che si riversa nella rappresentazione nei media, un’argomento troppo importante che The Glory riesce a sviscerare senza tradire una narrazione stimolante e piena di suspense e tensione. Un thriller piacevole e ben congeniato che unisce l’abilità nella scrittura (specialmente quella dei personaggi) con l’urgenza di dar voce alle categorie più marginalizzate e raramente ascoltate.

Voto - 8

8

Lati positivi

  • Una sceneggiatura brillante nei colpi di scena
  • Una protagonista sfaccettata, ma che non tradisce se stessa

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