The Imitation Game: recensione del film con Benedict Cumberbatch
Il biopic, The Imitation Game, ci regala una grande interpretazione di Cumberbatch nei panni di Alan Turing
The Imitation Game recensione. Sullo sfondo della seconda guerra mondiale, il biopic racconta la storia di Alan Turing con Benedict Cumberbatch come protagonista. Quest’ultimo era un matematico e crittografo britannico precursore dell’intelligenza artificiale, reclutato dal governo britannico, grazie alle sue doti naturali, per decifrare i messaggi criptati dell’esercito tedesco.
Un personaggio molto introverso, quello di Turing, dotato di una grande intelligenza abbinata ad una profonda sensibilità; queste sue peculiarità lo vedevano emergere dalla massa e venir tacciato come un “diverso”. Suo malgrado, Turing, era costretto a mantenere assoluto riserbo sia sul lavoro top secret che svolgeva per il governo britannico che sulla sua omosessualità ritenuta “illegale” in quel periodo.
The Imitation Game: recensione di FilmPost
Manchester – Anni ’50. Il matematico e crittografo Alan Turing viene arrestato per atti osceni e interrogato da un agente di polizia. Turing comincia così a raccontare il suo trascorso partendo dall’episodio più rilevante avvenuto durante la seconda guerra mondiale. Gli fu affidato, assieme ad altre menti brillanti, il compito di decrittare il codice Enigma, ideato dai nazisti per comunicare in forma segreta le loro strategie militari. Una serie di flashback ripercorreranno la vita angosciosa del grande matematico fino al suo triste epilogo.
The Imitation Game: Benedict Cumberbatch è Alan Turing
Come detto nell’incipit dell’articolo, a vestire i panni di Alan Turing ci ha pensato Benedict Cumberbatch. L’attore britannico mostra in questo film tutta la sua bravura nel recitare un ruolo drammatico e non certo facile; riesce ad immedesimarsi con maestria nello sconfinato e indecifrato mondo del protagonista in questione. Grazie a lui siamo in grado di comprendere il disagio nutrito da Turing nei confronti del mondo esterno sin dall’adolescenza; quel mondo esterno che lo bistrattava con violenza solo perché incapace di capire un genio assoluto.
Ci permette di scoprire l’importanza di un grande uomo, capace di cambiare il corso della storia e fornirci al tempo stesso i mezzi per un futuro migliore.
Cumberbatch è superlativo quando si tratta di mettere a nudo un genio; lo è stato con il personaggio di Sherlock (fortunata serie tv che va in onda dal 2010 e conta ben quattro stagioni) e lo è con quest’altro personaggio tutto da scoprire. L’attore londinese scompone pregi e difetti, paure e insicurezze, nevrosi e colpi di genio dei suoi personaggi come fossero tutti pezzi mancanti di un puzzle che conducono lo spettatore a sentirsi partecipe ignaro della storia; quest’ultimo ne viene rapito e costretto durante l’incedere del film a comprenderne emotivamente l’essenza per poi provare a ricongiungerne i pezzi. Benedict Cumberbatch vive letteralmente la vita di un altro e permette noi di concepirne gli effetti.
The imitation game: il ruolo di Keira Knightley
Nel cast a far compagnia all’attore Benedict Cumberbatch, oltre a Matthew Goode (lo ricorderete sicuramente per il ruolo di Tom in Match Point del 2005), c’è Keira Knightley. L’attrice britannica svolge il ruolo di Joan Clarke, una tenace ragazza che cercherà in tutti i modi di farsi accettare in un covo di uomini; dimostrando, tra l’altro, una spiccata intelligenza e praticità nello svolgere mansioni solitamente affidate all’epoca a persone di sesso maschile. Joan sarà, tra l’altro, l’unica in grado di capire a fondo Turing, creando con lui un rapporto molto intimo oltre che professionale, riuscendo al contempo a fargli comprendere l’importanza di dimostrarsi fiducioso nei confronti del prossimo così da instaurare un rapporto di stima.
Sono passati ormai un sacco di anni da quando ottenne grande visibilità sul grande schermo con la fortunatissima commedia inglese del 2002 “Sognando Beckham”; Keira Knightley ha saputo cogliere l’opportunità del momento e sbarcare il lunario. Grazie alla sua bravura e ad un viso che cattura subito al primo istante per la sfrontatezza mista a fascino che possiede, e alla forza caricaturale del suo sguardo arriva ad ottenere consensi univoci.
Risulta davvero difficile non innamorarsi delle sue performance. Con il grande successo commerciale de La maledizione della prima luna la Knightley ottiene già giovanissima un grandissimo impatto col grande pubblico, complici Johnny Depp e Orlando Bloom che recitavano al suo fianco. Successivamente con i ruoli in Orgoglio e pregiudizio (2005), con il quale ottenne la prima nomination all’oscar come miglior attrice protagonista, ed Espiazione (2007), consacra il suo talento innato per la recitazione.
The Imitation Game: Morten Tyldum firma la sontuosa regia
La pellicola biopic è diretta dal regista norvegese Morten Tyldum, il quale si serve della biografia su Alan Turing scritta da Andrew Hodges per realizzare il suo primo lungometraggio in lingua inglese. Tyldum deve la sua svolta di carriera, dopo l’esordio dietro la macchina da presa con il film Buddy (2003), al thriller tratto dal romanzo dello scrittore Jo Nesbo, Headhunters (2011). Quest’ultimo film ottenne grosso clamore sia in patria (fu il film ad ottenere l’incasso più alto nella storia del cinema norvegese), che all’estero vincendo diversi premi.
Con la regia di questo film Tyldum ha voluto mostrarci le crepe della cieca società dell’epoca, la vulnerabilità di un genio incompreso e la forza innata del suo talento; un trittico confezionato con assoluto criterio per puntare a rendere nota una pagina di storia tenuta nascosta per diversi anni e a far sì che potessimo coglierne appieno le varie sfaccettature; in primis la vita di Alan Turing, uno dei padri dell’informatica in quanto creatore di una macchina antenata del computer.
Morten Tyldum ha firmato anche la regia del film del 2016 “Passengers” con Jennifer Lawrence e Chris Pratt, ottenendo due nomination all’Oscar.
The Imitation Game: considerazioni finali
Il film merita di essere visto e nonostante alcune volte si abbia l’impressione di essere di fronte al John Nash di “A Beautiful Mind” (2001) , ci racconta con molta cura la storia di una persona in grado di diventare eroe e al tempo stesso un problema per la società, da sempre pronta a tacciare come “diverso” chi non mostra la solita e bieca conformità a cui dobbiamo tutt’oggi, come allora, chinarci per essere accettati e riconosciuti come persone “normali”.
Tra la vasta scala di film che nel corso degli anni hanno voluto raccontare episodi e aneddoti legati alla seconda guerra mondiale, The Imitation Game si può annoverare di certo tra i migliori, diventando forse l’unica vera e giusta riconoscenza nei riguardi di un uomo al quale gli è stato sottratto il piacere di vivere da persona stimata e apprezzata da tutti.
Il film si è aggiudicato 8 nomination e un premio oscar per la migliore sceneggiatura non originale.
The Imitation Game
Voto - 8.5
8.5
Lati positivi
- Benedict Cumberbatch è fantastico!
- Una storia vera raccontata magistralmente da Tyldum
- Keira Knightley si conferma super!
Lati negativi
- La lentezza di alcune scene