The Last of Us 1×04: Please Hold to My Hand, la recensione
Joel ed Ellie di nuovo al centro della storia in un quarto episodio che segna una nuova tappa del viaggio e un'ulteriore evoluzione del rapporto tra i protagonisti
Dopo un terzo episodio (qui la nostra recensione) che ha toccato notevoli vette sia dal punto di vista narrativo che da quello tecnico e che ha messo a dura prova i nostri dotti lacrimali, in The Last of Us 1×04 Joel ed Ellie tornano al centro del racconto. Please Hold to My Hand (qui il trailer) è finora l’episodio più breve tra quelli messi in onda: 45 minuti, che volano, con i protagonisti ancora una volta in viaggio, attraverso il Missouri. Dopo una prima parte on the road, con Joel ed Ellie in macchina alla volta del Wyoming, alla ricerca di Tommy, l’azione si sposta – nel cuore della puntata – a Kansas City. Qui i due dovranno affrontare quella che rimane la minaccia più pericolosa nel mondo devastato dalla pandemia: l’uomo. Ancora una volta la scrittura dell’episodio è affidata al solo Craig Mazin e, ancora una volta, assistiamo a un ampliamento del contesto e dello sviluppo dei personaggi rispetto al gioco.
Nella controparte videoludica Joel ed Ellie incontrano e si scontrano con i rivoltosi a Pittsburgh, mentre qui il gruppo di ribelli ha fatto delle macerie di Kansas City il proprio fortino. I sopravvissuti hanno preso il controllo della Zona di Quarantena locale, ribellandosi alla FEDRA e mettendo in forze il proprio sistema. Un sistema con cui Joel ed Ellie si troveranno costretti a fare i conti. ATTENZIONE: da qui in poi seguono SPOILER.
Kansas City – The Last of Us 1×04, la recensione
La narrazione di The Last of Us 1×04 prosegue nel solco di una “tradizione” già impostata nei precedenti, in cui il materiale di partenza è arricchito e reso funzionale al nuovo medium. Dopo l’ingresso a Kansas City e dopo uno scontro che la regia di Jeremy Webb riesce a rendere particolarmente efficace, viene introdotto il personaggio di Kathleen, affidato all’interpretazione di Melanie Lynskey. È lei la leader del gruppo, una donna resa determinata, e in qualche modo anche più vulnerabile, da un personale desiderio di vendetta. Kathleen è mossa da una certa dualità: da un lato è mossa dalla spinta della necessità di portare avanti la comunità di cui è alla guida, dall’altro dallo scopo individuale di farsi giustizia contro Henry, l’uomo che ha ucciso suo fratello.
Con pochi cenni sapienti Mazin rende manifesta la natura di questo personaggio appena introdotto, gettando le basi di quello che sarà il suo sviluppo. Intuiamo perfettamente che Kathleen è una donna disposta a tutto pur di portare a termine il suo obiettivo, anche a costo di mettere in pericolo la sicurezza del suo gruppo (vi è una scena particolarmente significativa a riguardo). Sul finale dell’episodio facciamo la conoscenza di Henry e di suoi figlio Sam, la cui “presenza” aleggia per buona parte del racconto ambientato a Kansas City e che ci vengono silenziosamente (ma significativamente) introdotti in chiusura. Accanto a Kathleen, come secondo in comando, c’è Perry e interpretarlo c’è Jeffrey Pierce, che nella versione originale del videogioco era il doppiatore di Tommy.
“You’re cargo” – The Last of Us 1×04, la recensione
Se il cuore dell’azione sono gli eventi di Kansas City, al centro di tutto il racconto c’è la continua costruzione ed evoluzione del rapporto tra Joel ed Ellie. Sostenuti dalla solita perfezione dei dialoghi e dalla chimica totale tra Pedro Pascal e Bella Ramsey, Joel ed Ellie si avvicinano sempre di più, tra momenti leggeri e addirittura allegri e altri di una profondità spiazzante, come ben esemplificato da due sequenze in particolare. Entrambe centrali nel percorso evolutivo di Ellie. Nella prima il giovane ribelle che stava per uccidere Joel a sangue freddo si ritrova, dopo l’intervento di Ellie, a implorare pietà, terrorizzato, mentre la regia di Jeremy Webb indaga in primo piano il volto di Bella Ramsey, attonito tra rabbia, paura e dolore.
La seconda mostra il momento in cui Joel consegna ufficialmente la pistola ad Ellie, insegnandole come maneggiarla. “You’re cargo”, “sei un carico”, dice Joel ad Ellie all’inizio di un episodio tutto volto a dimostrare come in realtà stia accadendo il contrario. Per lui Ellie non è più un semplice carico da scortare, mentre le barzellette che la ragazza racconta a Joel fanno da collante nel consolidarsi di un rapporto sempre più sfaccettato. Finché Joel, addirittura, si lascia andare a una risata genuina e liberatoria. Una risata che acquista un significato enorme in un mondo in cui sembra esserci spazio solo per il dolore e per un uomo che, probabilmente, non ha più avuto un momento di spensieratezza dallo scoppio della pandemia e dalla morte della figlia.