The Light Between Ocean: Cianfrance e la nuova frontiera delle storie d’amore
Dopo il grandissimo riscontro con il pubblico da parte degli interpreti, abbiamo finalmente potuto vedere il film di Derek Cianfrance, con Michael Fassbender ed Alicia Vikander (la coppia attualmente più amata-odiata di Hollywood).
Conoscendo già il regista, si può immaginare facilmente a che tipo di storia d’amore andremo incontro. Ma Cianfrance ci inganna ulteriormente, rendendo la storia più complicata e profonda del previsto. Fin dall’inizio sentiamo una tensione profonda negli sguardi dei due protagonisti, Tom, un ex-soldato della grande guerra, e Isabel, una giovane borghese, a cui gin da subito sembrano morire tutte le persone care attorno a lei, come se fosse circondata da un’aura di morte, quasi Pasocoliana.
La coppia appare subito affiatata. Il loro reciproco sguardo mostra un’attrazione immediata, ma non solo, vi è già un’empatia di estrema forza. Non si può dire però lo stesso del loro primo rapporto sessuale, che purtroppo non soddisfa pienamente.
Questo forse per piccoli accorgimenti. Le inquadrature erano troppo concentrate in poche zone del loro corpo. La “bestia a due schiene” è quindi totalmente assente, sono due corpi sempre ben distinti. Una trovata probabilmente per non distogliersi da un giovanissimo target, anche perché di scene erotiche se ne vedranno ben poche.
Questo è forse il problema principale, una natura lievemente adolescenziale si avverte incessantemente ed è unita ad una pesantezza autoriale di rilievo. Lo scambio epistolare è sempre eccessivamente lungo e stanca uno spettatore non troppo desideroso di vedere film di natura melensa.
Queste critiche però sono molto poco rispetto alla totalità del film. La narrazione non manca di colpi di scena, il tutto gestito con una sceneggiatura assolutamente naturale e profonda, così come i personaggi. Da lodare sono assolutamente le scene di vita familiare, contornate da musiche fantastiche, in un ambiente idilliaco: l’isola è quasi bucolica, un luogo paradisiaco in cui tutto, anche se per poco tempo, appare un locus amoenus per tutti i protagonisti. Il tutto gestito magistralmente con un montaggio musicale unico. Esprime attraverso le immagini concetti di famiglia delicatissimi e raffinati.
Il legame che si crea con lo spettatore è unico, il quale cambi opinione riguardo ogni singolo personaggio man mano che gli eventi scorrono, il ché è qualcosa di unico ed assolutamente piacevole, e senza la bravura di Cianfrance non sarebbe stato possibile. In questo caso il suo talento è stato nell’approfondirenpiccole caratteristiche lasciate per 3/4 di film in sordina, riprendendole per usarle o contro o a favore dei protagonisti, per migliorare-peggiorare, a seconda dei casi, la loro posizione nella vicenda, che, ripeto, non mancherà di essere priva di personalità. Mai.