The New Mutants: recensione del nuovo film sugli X-Men
Josh Boone torna al cinema con un nuovo capitolo della saga dei mutanti
Dopo il grande successo al botteghino di Colpa delle stelle, Josh Boone ritorna in sala con un progetto ambizioso e delicato come The New Mutants. Tredicesimo capitolo della saga degli X-Men e adattamento del fumetto Marvel Nuovi Mutanti, l’opera si configura come un cinecomic dai tratti horror. Ciononostante il film non si discosta molto dagli stilemi dei capitoli precedenti e, a discapito di alcuni nuovi personaggi, non spicca all’interno del franchise. L’autore infatti tocca tematiche come l’omosessualità, il senso di colpa, il lutto e l’amicizia, ma non riesce mai a lasciare il segno. Approfondiamo i temi di The New Mutants in questa nostra recensione.
Produzione targata Marvel e 20th Century Fox, la pellicola ha visto la sala il 2 settembre dopo una lunga gestazione, partita nel 2015 e conclusasi solo recentemente a causa dei lavori di post-produzione. Il cast è altresì di buon livello, tra cui spiccano sicuramente: Anya Taylor-Joy (Glass), Maisie Williams (Il Trono di Spade) e Charlie Heaton (Stranger Things). Allo stesso tempo il lungometraggio abusa troppo del citazionismo e, a tratti, sembra riprendere pedissequamente le atmosfere e i dialoghi di It o Nightmare 3 – I guerrieri del sogno. Cionondimeno l’opera, seppur improntata a temi sensibili e ad una rivitalizzazione del brand, è incapace di intrattenere e si porta dietro dei problemi che ne infirmano il potenziale.
Indice
- La trama
- La superficialità della narrazione e la ridondanza dei cliché
- Un horror non horror
- Il lato tecnico
- Considerazioni finali
La trama – The New Mutants recensione
Illyana (Anya Taylor-Joy), Rahne (Maisie Williams), Samuel (Charlie Heaton), Danielle (Blu Hunt), Roberto (Henry Zaga) sono cinque adolescenti, ognuno con delle abilità particolari. Essi hanno scoperto da poco, e in circostanze per niente piacevoli, le loro mutazioni e per questo si trovano in una struttura segreta. Quest’ultima, facente capo alla dottoressa Reyes (Alice Braga), sembrerebbe assomigliare ad un centro di recupero per giovani mutanti e all’interno di essa i ragazzi dovrebbero imparare a controllare i loro poteri; poteri che però Danielle, l’ultima arrivata, non ha ben chiari, soprattutto all’indomani del lutto del padre. Tuttavia, tra sedute di autocontrollo e faccende domestiche, i cinque protagonisti riusciranno a cementare il loro rapporto, costruendo un gruppo affiatato di supereroi.
Dall’altro lato sbocceranno anche nuovi amori, figli di un vissuto comune e di traumi condivisi. Contemporaneamente però emergeranno strane apparizioni mostruose e problemi all’interno del centro, caratterizzato per l’onnipresenza di telecamere di rilevamento. Nel posto non esiste privacy e, ancor peggio, da esso non si può fuggire: poco dopo il cancello dell’edificio c’è infatti una barriera energetica indistruttibile che ostruisce il passaggio. Si arriverà così ad una resa dei conti, nella quale i mutanti decideranno una volta per tutte di scappare. Ma è d’obbligo chiedersi: Qual è l’origine delle apparizioni? Che ruolo gioca la dottoressa Reyes? Riusciranno i nostri eroi a fuggire?
La superficialità della trattazione e la ridondanza dei cliché
Subito dopo aver visto The New Mutants appaiono evidenti due grandi difetti: la superficialità della trattazione e la reiterazione fastidiosa di cliché. La pellicola non spicca certo per l’originalità delle tematiche, ma le basi per un’attenta riflessione ci sono tutte: si parla infatti di amore, omosessualità, lutto e amicizia. Inoltre Boone riesce ad introdurle sapientemente, senza l’utilizzo di particolari e sofisticati mezzi narrativi. La narrazione fluisce con le prove recitative (molto buone) e il susseguirsi degli eventi, ma quello che veramente manca è un approfondimento. Per ogni tema si resta in superficie e ciò non fa che svilire ogni autentico ragionamento sulla natura umana. Esempio perfetto di quanto scritto è il background di tutti i personaggi, stereotipato e privo di qualsivoglia profondità.
I caratteri si dimostrano troppo convenzionali e i loro comportamenti ricalcano incredibilmente i cliché del teen horror. Non stupisce quindi che come al solito ci sia la ragazza insicura, l’arrogante, il timido, quella da tutti considerata stramba e il belloccio. Fondamentalmente tutti questi aspetti tendono a impoverire il risultato finale, che appare scialbo e figlio di una produzione per nulla artistica. Alle volte sembra veramente di vedere la brutta copia di altri film, soprattutto di It – Capitolo 2. Dal nuovo inizio di una trilogia sugli X-Men (che non verrà mai completata) ci si aspettava sicuramente qualcosa di diverso, all’indomani poi delle accuse di ripetitività e di “non-cinema” nei confronti della Marvel. Non è quindi ingiusto dire che questi due difetti inficiano gravemente il risultato finale del film, facendolo scadere fortemente nel “già visto”.
Un horror non horror – The New Mutants la recensione
Il difetto più importante e di maggior rilevanza è sicuramente la mancanza dell’orrore. Nel film non ci si spaventa e gli espedienti utilizzati per indurre paura sono troppo banali. Una banalità prevedibile e incapace di creare anche solo un briciolo di tensione e di suspense. Gli stilemi del genere non vengono rispettati correttamente, poiché si cerca di indurre la paura solo con gli effetti speciali ed il sangue, elementi che invece dovrebbero portare all’orrore. Il regista sembra così dimenticarsi della necessità di un climax ascendente verso il disgusto, sempre figlio di una buona costruzione delle atmosfere e delle vicende. Alla luce di quanto già detto, il lungometraggio si presenta deficitario da ambo i lati e decade in un ibrido privo di peculiarità.
Più che un horror l’opera si avvicina maggiormente ad un teen drama, anche se in questo caso i protagonisti non sono dei giovani comuni, ma dei mutanti. Le dinamiche amorose, il crearsi delle amicizie e degli screzi hanno a che vedere principalmente con la dimensione drammatico-adolescenziale. Le insicurezze di tutti i personaggi ne sono la prova, laddove invece le si vorrebbe far passare come parte dell’iter per diventare supereroi. Questo avrebbe senso solo se i protagonisti non fossero dei cliché viventi o quanto meno dei deus ex machina costanti. L’horror quindi non esiste per due motivi: non vi è alcun immedesimazione con gli eroi e la prevedibilità degli eventi non dà adito al timore per il loro destino, che appare scontato.
Il lato tecnico
Procediamo nella recensione di The New Mutants approfondendo il lato tecnico dell’opera. Tecnicamente la pellicola risulta ben interpretata e tra tutti gli attori spicca sicuramente Anya Taylor-Joy, la quale riesce a dare profondità ad un personaggio a cui la sceneggiatura non sembra darla. L’unica caratterista sottotono è forse Alice Braga, che recita inspiegabilmente in sottrazione una dottoressa che avrebbe bisogno del contrario. La regia non esalta e forse risulta troppo ferma rispetto al montaggio. Qui la camera abusa del treppiede, della camera fissa e del campo e controcampo; si tocca una staticità ingiustificata a fronte di un montaggio troppo dinamico. L’unica nota positiva è da ritrovarsi forse solo nella scelta e nell’utilizzo dei campi lunghi. Inoltre Boone non riesce quasi mai a calibrare le inquadrature dall’alto, troppe e insensate.
La fotografia non ha particolari pregi e gioca molto canonicamente con il marrone, il grigio ed il blu. Non riesce ad innalzare egregiamente le atmosfere, bensì accentua l’aura prefabbricata del film. Pertanto essa non si può definire brutta, ma allo stesso tempo sarebbe scorretto ergerla a punto di forza del film. Un’altra nota di demerito va spesa nei confronti della sceneggiatura, causa dei mali di tutto il film e che manifesta delle grossissime lacune, tra cui l’eccessiva verbosità sul finale. Gli unici elementi che si salvano, malgrado qualche piccola sbavatura, sono probabilmente la scenografia e la colonna sonora, che in un certo qual modo riescono nella difficile impresa di riscattare il film e il suo brutto découpage.
Considerazioni finali – The New Mutants recensione
Alla luce di quanto detto finora bisogna affermare che il film si prefigura come una grossa delusione e sicuramente come un’opera mal calibrata. Ciò è messo in risalto dalla piattezza della sceneggiatura, dalla mancanza di equilibrio nella scelta delle inquadrature e da un montaggio frettoloso. Il lungometraggio pare monco, mutilato, con alcune scene sicuramente tagliate. Ecco quindi che il risultato non può che essere un film zoppicante e che avrebbe avuto bisogno certamente di una trentina di minuti in più. Novanta minuti sono troppo pochi, visto e considerato quanto introdotto in un primo atto volatile e didascalico. In questo quadro che può apparire catastrofico si salva comunque una parte del film, rappresentata dal sonoro, dalla scenografia, dal cast e dagli effetti speciali. Essi riscattano, seppur moderatamente, le sorti dell’opera e la rendono godibile almeno visivamente.
Se dunque la bravura di una parte del comparto tecnico sopperisce al vuoto narrativo, quest’ultimo rimane comunque ampio e lampante, terminando malamente l’era degli X-Men alla Fox. Per concludere il giudizio e la valutazione sono quindi fortemente negativi e si riscontra come questo tipo di prodotto rappresenti la tipica operazione commerciale statunitense. Un’operazione che pensa e recepisce il cinema come mera merce di consumo e di intrattenimento, senza il minimo interesse per il valore artistico e pedagogico del medium.
The New Mutants
Voto - 4.5
4.5
Lati positivi
- Buona colonna sonora e scenografia
- Buone interpretazioni
Lati negativi
- Pessima sceneggiatura
- L'elemento horror non esiste
- Citazionismo smodato
- Mancato approfondimento delle tematiche introdotte