The Predator: recensione del quarto film della saga di Predator
La recensione in anteprima di The Predator, il quarto film della saga di Predator diretto da Shane Black
The Predator è il quarto capitolo della saga di Predator, avviata nel 1987 con Predator di John McTiernan. Lì per la prima volta conoscevamo l’alieno predatore ormai entrato nel nostro immaginario cinematografico. Questo essere in grado di rendersi invisibile e dalle evolute abilità di caccia si scontrava con uno dei re degli action, Arnold Schwarzenegger. La particolarità del film di McTiernan era la singolare unione di azione, avventura e fantascienza, con qualche tocco di ironia. In più giocava sul tenere all’oscuro per buona parte del tempo cosa minacciasse il gruppo di soldati capeggiato da Schwarzenegger mandato in missione in una giungla.
Il particolare aspetto dell’alieno predatore è diventato uno dei cardini dell’immaginario cinematografico della fantascienza, insieme allo xenomorfo della saga di Alien. I due mostri si sono anche incontrati in due film crossover: Alien vs Predator del 2004 e Alien vs Predator 2 del 2007. Lo spunto per questa singolare unione era presente nel sequel di Predator: nel finale era possibile avvistare il teschio di uno xenomorfo. Predator 2, che spostava l’ambientazione dalla vera giungla alla giungla urbana di Los Angeles, non ottenne però lo stesso successo del primo capitolo.
Nel 2010 Predators con Adrien Brody portò nuove idee e più azione e violenza alla saga, ottenendo un discreto successo di pubblico e critica. Otto anni dopo ecco arrivare un sequel/reboot della saga diretto dal regista Shane Black (Iron Man 3, The Nice Guys) che spinge notevolmente sulle novità, la violenza e soprattutto il mix di generi. Il risultato finale è in parte deludente ma si esce dalla visione abbastanza convinti di aver goduto dell’intrattenimento. Di seguito trovate in anteprima la nostra recensione di The Predator.
The Predator: recensione
The Predator di Shane Black riporta nuovamente i Predator sulla Terra. Un’astronave guidata da un alieno giunge sul nostro pianeta con un carico di diverse armi e apparecchiature. Proprio nel punto in cui atterra la navicella si trova il soldato Quinn McKenna (Boyd Holbrook) con la sua squadra, che viene brutalmente uccisa. McKenna riesce a sopravvivere allo scontro alieno e a recuperare parte dell’attrezzatura portata dall’alieno. Raccontato ciò che ha vissuto, McKenna viene spedito con altri soldati con problemi psicologici in un centro di igiene mentale.
Nel frattempo la CIA recupera il Predator arrivato sulla Terra e chiede aiuto per esaminarlo alla dottoressa Casey Bracket (Olivia Munn), esperta di biologia evolutiva. La donna scoprirà che l’alieno appartiene a una nuova razza di Predator che contiene il DNA di diverse specie e, inoltre, è molto più intelligente e pericoloso. La situazione si complica ulteriormente quando il Predator si libera. In più Rory McKenna (Jacob Tremblay), figlio di Quinn e bambino autistico molto intelligente, accidentalmente attira sulla Terra un altro degli alienirì, dopo essere entrato in contatto con l’attrezzatura extraterrestre recuperata dal padre. Quinn, insieme alla dottoressa Bracket e ai soldati “pazzi”, cercherà di impedire la carneficina dei terribili Predator.
The Predator: tra fantascienza, azione e comicità
The Predator di Shane Black è a prima vista un prodotto abbastanza interessante, non originale, che sa intrattenere ma non tanto da nasconderci quelli che sono i suoi difetti. Il fatto che il film sia diretto da Black è un chiaro richiamo al Predator originale, in cui il regista interpretava uno dei soldati protagonisti. Shane Black è anche un forte collegamento con il cinema action anni ’80/’90 poiché ha scritto Arma Letale, L’ultimo boyscout, The Last Action Hero. Questi collegamenti si ritrovano ovviamente in The Predator, in cui Black cerca di richiamare vari elementi degli altri episodi della saga e inserisce molte caratteristiche dei film da lui sceneggiati. Il film risulta così divertente ed esplosivo, tra sparatorie, battute a effetto, parolacce e sangue che scorre (sia umano che alieno).
The Predator è un buon mix di azione, garantita dalle scene di combattimento con l’alieno, e la comicità, che sembra quasi prevalere sul resto. Il clima di paura e tensione che porta con sé la creatura aliena è sempre stemperato dalle battute e i siparietti dei soldati protagonisti, ognuno affetto da una patologia mentale come la Sindrome di Tourette o la personalità borderline. La comicità e l’ironia convivono poi con una massiccia presenza di gore/splatter, fortunatamente non troppo gratuito ma utile a sottolineare la violenza di cui è capace il Predator.
Ulteriore aspetto da apprezzare sono le prove attoriali dei personaggi principali: Boyd Holbrook (Logan – The Wolverine) è un protagonista capace e carismatico, non eccellerà particolarmente ma sembra essere uno di quegli attori adatti per questo genere di film. Olivia Munn, già esperta di situazioni action in toni più fantasy (X-Men: Apocalisse), appare a suo agio nella controparte femminile del protagonista. Anche gli interpreti dei soldati “pazzi” sono da apprezzare, in particolare Trevante Rhodes e Keegan Michael Key. Niente di memorabile si intende, possiamo dire che il loro sforzo attoriale è riuscito ed efficace. Su Jacob Tremblay (Room, Wonder) c’è poco da dire, anche perché la sua presenza in scena è abbastanza ridotta e non ci permette di cogliere le sue capacità di piccolo prodigio.
The Predator: cosa non funziona
Agli aspetti positivi purtroppo si contrappongono diversi elementi che spingono il film verso la mediocrità. The Predator sembra voler soprattutto puntare ai fan di Shane Black, che nelle sue pellicole spesso esagera con continue battute comiche non sempre efficaci. L’ironia e la comicità quindi giungono anche quando non richieste. Una forte delusione è presente anche in relazione ai Predator del film: nelle scene in cui questi appaiono c’è poca sorpresa, molto è abbastanza prevedibile. Si è perso ormai quel fattore sorpresa del primo film della saga.
A rovinare l’atmosfera è anche l’eccessivo spazio che viene dato al rapporto fra soldati, alla noiosa retorica americana su questo legame. A volte il centro del film sembra essere proprio l’amicizia da cameratismo di stampo maschile. In più la scelta di Shane Black e del suo co-sceneggiatore, Fred Dekker, di inserire un aspetto “ecologico” nella trama risulta quasi ridicola e fuori dal contesto. La saga di Predator aveva di certo bisogno di un ulteriore rinnovamento ma forse era necessario saper dosare le novità.
The Predator: giudizio finale
Sommando gli elementi positivi con quelli negativi, possiamo affermare che The Predator è un film da sufficienza perché in parte intrattiene e in parte delude. Da chi aveva fatto parte del film originale della saga ci si poteva aspettare più, ma Shane Black si è voluto divertire con ciò che gli è familiare, sicuro di poter soddisfare almeno i suoi fan (chi scrive personalmente non lo è). Troppa comicità, troppa attenzione al rapporto fra soldati non soddisfa assolutamente.
Per concludere ci chiediamo: ma The Predator è un sequel oppure un reboot? Purtroppo lo stesso Shane Black non lo sa. Il film infatti oscilla fra il volersi inserire nella saga e il voler essere qualcosa di assolutamente nuovo. I riferimenti ai capitoli precedenti sono dei piccoli flash, per il resto si predilige la follia (dei personaggi) e l’eccesso (del sangue e delle risate). Il pensiero con cui si esce dalla visione del film è di aver assistito a qualcosa di mediocre ma che ha intrattenuto. Per questo non lo si può né bocciare totalmente né promuoverlo a buon film di azione.
The Predator
Voto - 6
6
Lati positivi
- Un buon mix di azione e comicità
- Il carattere gore/splatter
- Gli attori principali
Lati negativi
- Troppa ironia e comicità non efficaci
- Inserimento dell'aspetto "ecologico" nella trama
- Poco stupore per la creatura aliena