The Rhythm Section: recensione del thriller con protagonista Blake Lively
La recensione dell'action movie al femminile, che parla di vendetta e riappropriazione di sè
Stephanie è una giovane donna che vive di espedienti, fa la prostituta ed è tossicodipendente. Un giorno la contatta un giornalista, il quale dice di conoscere la sua storia. Da quel momento, la ragazza dice basta all’autodistruzione e tira fuori la combattente che è in lei. L’obiettivo: vendicare la sua famiglia, rimasta uccisa da un attacco aereo terroristico. In suo aiuto, un agente dei servizi segreti, un giornalista e un informatore, che le indicheranno le piste da seguire. Questi i presupposti di The Rhythm Section, di cui vi proponiamo la nostra recensione.
The Rhythm Section, film del 2020 diretto da Reed Morano (The Handmaid’s Tale) ha come protagonisti Blake Lively (Un piccolo favore, Chiudi gli occhi), Jude Law (Un giorno di pioggia a New York, Captain Marvel) e Sterling K. Brown (Black Panther, The Predator). La pellicola thriller-drammatica con componenti action è basata sull’omonimo romanzo di Mark Burnell, ed è disponibile a noleggio e in digital download. Scopriamo insieme tutti i dettagli nella nostra recensione.
Devi controllare la tua sezione ritmica, come nella musica. Ricorda: pensa al cuore come a una batteria. Al respiro come a un basso. Se ci riesci, avrai il controllo.
Indice
- La trama
- L’action movie che prova a scavare nell’interiorità
- Inquadrature, luci e ambientazioni
- Colonna sonora e prove attoriali
La trama – The Rhythm Section, la recensione
Stephanie Patrick è una tossicodipendente che si mantiene economicamente tramite la vendita del suo corpo, in una Londra squallida e malfamata. La sua autodistruzione è dovuta ad un trauma che ha subito tre anni prima: la sua famiglia, composta dai genitori Andrew e Monica e dai fratelli David e Sarah, è rimasta uccisa in un disastro aereo. I giornali hanno riportato la tragedia come un incidente, ma la verità è che si è trattato di un attacco terroristico, insabbiato dal Governo perché troppo pericoloso per l’incolumità dei cittadini. I terroristi infatti si trovano ancora a piede libero, seppure sorvegliati.
Stephanie scopre questo grazie all’incontro con un giornalista, che indaga segretamente sul caso e si affida alle soffiate di una fonte segreta, un agente dei servizi segreti. L’ospitalità del giornalista diventa ben presto pericolosa per la donna, che decide di partire per la Scozia, dove abita l’agente segreto. Il loro rapporto tormentato la fortifica e la prepara al combattimento, così che possa conoscere e vendicarsi di chi ha distrutto la sua famiglia. Stephanie decide allora di andare sotto copertura, assumendo l’identità di un noto assassino. Adesso è lei contro tutti, e si può fidare solo del suo istinto e della sua determinazione a fare giustizia.
L’action movie che prova a scavare nell’interiorità
Proseguiamo la recensione di The Rhythm Section con una riflessione sul genere cinematografico. Non ci sono uomini che promettono di trovare i serial killer per vendicare la loro famiglia. Neppure combattimenti scenografici all’ultimo sangue. Questo è un action movie classico nello svolgimento della trama, ma interessante per lo spazio più ampio dato alla storia della protagonista. Conosciamo infatti le motivazioni che hanno spinto Stephanie a lasciarsi andare e vivere di espedienti. Tocchiamo con mano la sua sofferenza e la mancanza di rispetto che prova nei suoi confronti. Che senso ha la sua vita, ora che la famiglia non c’è più? Si abbandona alla rassegnazione e al senso di colpa. Fino a quando scopre la verità sull’incidente aereo, e comincia a nutrire sete di vendetta. Inesorabile e con la consapevolezza di non avere più niente da perdere, la donna riparte da sé e si allena per poter combattere.
L’esecuzione della banda di terroristi è solo una conseguenza del suo percorso di formazione, che non la porta a migliorare ma che le permette di pareggiare i conti. Cosa faremmo se succedesse a noi? Se sapessimo che qualcuno a cui teniamo ha perso la vita per colpa di un criminale, e avessimo la possibilità di rintracciarlo, c’è da chiedersi se ci affideremmo al karma o se cominceremmo ad agire. Il film ci mostra il passaggio graduale da donna vittima degli eventi a combattente e killer professionista, vendicatrice senza pietà né rimorsi. Una killer ossessionata dal mandante della bomba aerea, l’ignoto U17. Ma chi è davvero U17? Un demone interiore da estirpare, o semplicemente una persona da eliminare? Senza le considerazioni morali del caso. Se sia giusto o sbagliato, The Rhythm Section lo lascia giudicare allo spettatore.
Inquadrature, luci e ambientazioni
Il film parte con una scena che cattura da subito l’attenzione. Un flashback in cui la protagonista si trova a Tangeri e sta per sparare ad un uomo. Lo spettatore si ritrova a guardare dagli occhi del personaggio tramite una focalizzazione interna, realizzata con l’ausilio della camera a spalla. L’unico suono è diegetico, e si tratta di un battito del cuore unito ad un respiro affannato. Subito dopo, ritorniamo indietro nel tempo, a 8 mesi prima, e da quel momento la trama si snocciola in ordine temporale. Questo è solo un esempio dei giochi di inquadratura che possiamo trovare in The Rhythm Section. Sono presenti infatti molte soggettive e scene che richiedono la camera a spalla, “sporche” ed imprecise come delle riprese amatoriali. Altra inquadratura interessante, quella scelta per le scene di corsa in auto.
In molti film troviamo carrellate a precedere, realizzate da una camera car posta di fronte al parabrezza dell’auto. Qui invece viene utilizzata una camera a spalla che cattura le immagini dal posto anteriore del passeggero, proprio accanto all’attrice che guida. Un’angolazione alla quale siamo meno abituati e che non ci permette di scorgere tutte le espressioni facciali della protagonista. Restando sugli aspetti tecnici visivi, il film predilige un’illuminazione basata su fonti di luce fioche, come lampadine, candele, insegne al neon. Queste illuminano le figure degli attori in modo parziale e aumentano l’aura di mistero e imprevedibilità che li caratterizza. Le scenografie, poi, rappresentano dei quartieri poveri, interni dimessi e sporchi, esterni sovraffollati e cadenti. Tutto ciò esaspera la situazione di angoscia e precarietà dei personaggi, e inquadra facilmente la loro estrazione sociale e disponibilità economica.
The Rhythm Section. Global Road Entertainment, Eon Productions, IngeniousColonna sonora e prove attoriali – The Rhythm Section, la recensione
La pellicola si conclude in modo circolare, con una scena di silenzio interrotta solo dal battito del cuore, ma questa volta con un primo piano della protagonista, finalmente alla luce del sole: abbiamo conosciuto la sua storia e quindi la vediamo “per intero”, senza più misteri. Infine un accenno sulla colonna sonora: ritmica e incalzante, segue le fughe e le colluttazioni dei protagonisti. In conclusione, The Rhythm Section è un action movie valido, che ha dalla sua una Blake Lively tosta e determinata che regge quasi da sola l’intero film. Ottime spalle anche Jude Law nei panni dell’agente segreto che aiuta Stephanie nella sua rinascita e Sterling K. Brown nel ruolo di un misterioso informatore.
La storia parla di vendetta per la famiglia uccisa, quindi non è molto originale, ma è apprezzabile la scelta di mostrare una donna che arriva ai suoi obiettivi non con il fascino e la seduzione, ma con la forza fisica. Che non ha come scopo quello di diventare temibile e di mostrare la sua forza, ma di chiudere per sempre con un trauma che l’ha distrutta per anni. Pochi combattimenti sensazionalistici e acrobazie esagerate, ma lotte corpo a corpo, banali se vogliamo, ma molto più realistiche. Infatti la trama si concentra molto sulla situazione della protagonista, che non si lancia subito all’azione. Buoni anche i colpi di scena, che rendono la storia interessante e agganciano lo spettatore.
The Rhythm Section
Voto - 7
7
Lati positivi
- Ottimo cast, capitanato da una tosta Blake Lively
- Rappresentazione delle scene di lotta realistica e poco sensazionalistica
Lati negativi
- Trama non particolarmente originale