The Tunnel – Trappola nel buio: recensione del disaster movie norvegese
Dopo The Wave e The Quake, la Norvegia continua a esplorare il genere del disaster movie
Con l’uscita sugli store digitali di The Tunnel – Trappola nel buio, di cui vi presentiamo la recensione, la Norvegia continua a esplorare il genere del disaster movie. Nel 2015 e nel 2019 lo stato scandinavo aveva stupito la cinematografia mondiale con due film: The Wave e The Quake – Il terremoto del secolo. Le due pellicole appartengono al genere del disaster movie, molto amato da Hollywood, e non hanno nulla da invidiare ai film americani. Entrambe erano state in grado di unire lo stile tipicamente hollywoodiano alla realtà norvegese, ottenendo un apprezzabile risultato. Effetti speciali di ottima fattura, sceneggiatura ben scritta e buona recitazione degli attori protagonisti sono state infine le carte vincenti, garantendo così un buon successo.
Ora la Norvegia sfida un’altra volta la sorte con un nuovo lungometraggio, che però si differenzia dai film prima citati. The Tunnel – Trappola nel buio, diretto da Pål Øie e uscito nelle sale norvegesi nel 2019, cambia le carte in tavola e modifica la formula che aveva garantito ottimi risultati. Dai pericoli della natura si passa agli spazi chiusi di un tunnel, che si trasforma in una trappola mortale a seguito di un incidente stradale. Con un’ambientazione tipicamente claustrofobica, il film possiede già in partenza un elemento vincente. Tuttavia non si arriva pienamente soddisfatti al termine della visione anche se si è di fronte ad un prodotto accettabile e nella media.
Indice
Trama – La recensione di The Tunnel – Trappola nel buio
A partire dalla trama, The Tunnel – Trappola nel buio ricorda molto diversi disaster movie di stampo hollywoodiano. È la vigilia di Natale: molte persone si spostano sulle strade della Norvegia per tornare a casa, andare a trovare i propri cari o svolgere gli ultimi impegni lavorativi prima delle vacanze. La sicurezza sulle strade è messa a dura prova, a causa delle condizioni atmosferiche, ma la situazione generale sembra sotto controllo. Tutto cambia quando si verifica un disastroso incidente all’interno di un lungo tunnel.
Inizialmente il camion coinvolto nello scontro sembra non aver provocato danni, tranne il lungo traffico venutosi a creare. Quando però il mezzo si incendia e provoca una potente esplosione la situazione precipita velocemente. Moltissime persone si ritrovano nella piena oscurità provocata dal fumo e iniziano una vera e propria battaglia tra la vita e la morte. Fra i soccorritori c’è Stein (Thorbjørn Harr), che ancora non sa che sua figlia Elisa (Ylva Fuglerud) si trova all’interno del tunnel.
La Norvegia e il disaster movie
Come già affermato in precedenza, la Norvegia era stata in grado di sfidare le potenze produttive d’oltreoceano con un perfetto mix tra film ad alto budget e realtà norvegese. Uno dei grandi punti di forza di film come The Wave era l’ambientazione: non un semplice sfondo ma un elemento perfettamente inserito nella storia, in grado di rivelare al tempo stesso la bellezza e la potenza della natura. Con The Tunnel – Trappola nel buio, invece, ci si discosta da questo contesto, esplorando il genere principalmente in relazione alle azioni dell’uomo piuttosto che all’ambiente che lo circonda. In questo caso, infatti, il disastro è provocato da un camionista e l’ambientazione consiste in una costruzione, un tunnel che non possiede uscite di sicurezza.
Senza tsunami o terremoti, per forza di cose gli effetti speciali sono in questo caso ridimensionati. Pertanto su cosa si sceglie di insistere? Il film tenta di puntare a un maggiore realismo, descrivendo quasi maniacalmente tutti i passaggi necessari a intervenire in una simile situazione di emergenza. Inoltre lo sguardo si sofferma molto sulle reazioni umane e sulle dinamiche familiari messe a dura prova. Questo lavoro, però, appare svolto molto in superficie, non approfondendo aspetti che avrebbero meritato sicuramente maggiore cura e spazio.
Pregi e difetti – La recensione di The Tunnel – Trappola nel buio
Il lavoro di sceneggiatura risulta infatti essere uno dei punti deboli del film. Lo script è piuttosto scarno e presenta nella sua prima parte una problematica rilevante. La narrazione iniziale si impegna a presentare fin troppi personaggi, la maggior parte dei quali non saranno utili allo svolgersi degli eventi. Questo crea un rallentamento iniziale, al punto che solo dopo 40 minuti si entra nel vivo della trama principale. Per quanto riguarda le dinamiche fra i vari personaggi, queste sono già viste e molto prevedibili. I cliché non mancano anche nel trattare la reazione delle vittime al disastro: non si rileva alcun elemento innovativo. Il tentativo poi di approfondire psicologicamente i personaggi rimane piuttosto vano: ciò che si percepisce è solo una generale superficialità. Questi sono una serie di difetti che non permettono di porre The Tunnel – Trappola nel buio allo stesso livello dei film norvegesi succitati.
Nonostante i problemi in termini di scrittura il film può essere comunque salvato. Sicuramente apprezzabile è il maggiore realismo che sostituisce la piena spettacolarità (anche se qualche scivolone non manca). Anche alcuni momenti coinvolgenti di tensione sono ben costruiti, ma in generale ci si aspettava maggior suspense e una miglior costruzione della sensazione di claustrofobia. L’ambientazione del tunnel non viene sfruttata a dovere, un vero peccato se si pensa a tutto il potenziale insito in una location del genere. Regia e comparto tecnico sono buoni, insieme a una recitazione abbastanza capace ma sicuramente non eccezionale. Il protagonista Thorbjørn Harr (Vikings) risulta alla fine in linea con il lavoro recitativo richiesto da un simile genere cinematografico.
Una nuova sfida con Hollywood
Per concludere questa recensione di The Tunnel – Trappola nel buio, si può affermare che il film è discreto e si lascia guardare. Una costruzione e una realizzazione nella media gli garantiscono di sfidare senza problemi i corrispettivi disaster movie americani, che spesso risultano estremamente deludenti. Una maggiore cura dei presupposti di base avrebbe permesso però al film di essere all’altezza di The Wave o The Quake. La trama si basa infatti su un’interessante condizione della Norvegia: nello Stato vi sono più di mille tunnel senza uscite di emergenza; la sicurezza in galleria si basa sul principio dell’autosoccorso, secondo cui ognuno ha la responsabilità di salvare se stesso. La storia del film si basa su alcuni casi e atti eroici che si sono verificati negli ultimi anni.
Una riflessione approfondita sull’autosoccorso e la costruzione di un’atmosfera claustrofobica efficace avrebbero garantito al film un’ottima riuscita. A ogni modo, The Tunnel – Trappola nel buio rappresenta comunque un risultato più che accettabile in un genere che poco spesso viene affrontato dal cinema europeo. La Norvegia aggiunge un altro tassello ad una produzione che nel giro di pochi anni è riuscita ad ottenere risultati molto incoraggianti.
The Tunnel - Trappola nel buio
Voto - 6
6
Lati positivi
- Un disaster movie più aperto al realismo che alla spettacolarità
- Il risultato finale è anche migliore di alcuni film apocalittici americani
Lati negativi
- L'ambientazione del tunnel non è sfruttata a dovere per creare tensione e senso di claustrofobia
- Temi come quello dell'autosoccorso avrebbero meritato un maggior approfondimento