The Umbrella Academy 2: recensione della seconda stagione della serie Netflix
I fratelli Hargreeves sono sbucati a Dallas nel 1960 ma c'è solo un problema: l'Apocalisse li ha seguiti
I cinecomics sono hanno creato un filone che ormai da quasi un decennio domina le sale cinematografiche e scatena numerose polemiche; basti guardare le recenti dichiarazioni di Scorsese a riguardo. Per quanto se ne possa dire, però, una cosa è certa: i cinecomics attirano. Così dal cinema, i supereroi, sono passati anche sul piccolo schermo. Da un lato abbiamo l’esuberante e violenta The Boys sulla piattaforma di Amazon, mentre dall’altro c’è The Umbrella Academy, di casa Netflix, che ritorna in catalogo con una sfavillante seconda stagione. In questo articolo la nostra recensione di The Umbrella Academy 2.
Se al cinema vi è una sorta di standardizzazione del genere, causata anche dall’immenso successo del Marvel Cinematic Universe, gli show televisivi sperimentano maggiormente. The Umbrella Academy infatti non è la classica storia di un gruppo di supereroi che devono salvare il mondo, o meglio lo è ma affronta l’argomento con toni decisamente diversi. La violenza, l’assurdità e la pazzia sono di casa in un mix di follie che tiene lo spettatore incollato allo schermo. Tratta dal ciclo di fumetti scritto da Gerard Way, questa seconda stagione prende spunto dal secondo volume: The Umbrella Academy – Dallas. I 7 fratelli, infatti, faranno una piccola gita di famiglia attraverso lo spazio ed il tempo fino alla Dallas del 1963. Tra viaggi nel tempo, creature misteriose e superpoteri, The Umbrella Academy si conferma come una delle migliori serie presenti sul catalogo Netflix, con una seconda stagione addirittura migliore della prima.
Indice
- L’Apocalisse ci ha seguiti – La trama
- Benvenuti negli anni 60′
- I fratelli Hargreeves ed i loro nuovi amici
- Analisi tecnica
- Considerazioni finali
L’Apocalisse ci ha seguiti – The Umbrella Academy 2, la recensione
Nella scorsa stagione Cinque, il fratello disperso da anni, ricompariva dal nulla con una notizia disarmante: nel giro di pochi giorni il mondo sarebbe andato incontro alla sua fine. Purtroppo la Umbrella Academy non riesce ad evitare l’Apocalisse, così, in un tentativo disperato di salvarsi, i 7 fratelli tornano indietro nel tempo. Anche questa volta, però, Cinque ha sbagliato i calcoli e la famiglia è ancora divisa. Infatti, il ragazzino ultra cinquantenne ha spedito ognuno in un anno diverso, facendo in modo che alcuni di loro siano stati costretti a vivere per un lungo periodo in quell’epoca. Dopo varie vicissitudini, Cinque riesce a trovare la sua famiglia e ancora una volta ha una pessima notizia per loro: l’Apocalisse li ha seguiti.
In questo lasso di tempo, però, ognuno di loro ha costruito una propria vita. Alisson è sposata, Klaus è il leader di una stramba setta e Diego è in manicomio. Vanya ha perso la memoria e Luther combatte per soldi. In mezzo a tutto questo trambusto c’è un unico dettaglio che potrebbe essere la chiave per scoprire cosa causerà una seconda Apocalisse. Esso però è legato alla morte del presidente John Fitzgerald Kennedy. Questa volta la Umbrella Academy ha solo 10 giorni per scoprire in che modo il presidente sia collegato a questa faccenda e cercare di ritornare una volta per tutte nella loro epoca, magari evitando di distruggere il mondo.
Benvenuti negli anni Sessanta – The Umbrella Academy 2, la recensione
Ci troviamo negli anni Sessanta. Vestiti colorati, fast food e televisori a tubo catodico. Se di primo acchito questa possa sembrare un’epoca d’oro, non vanno dimenticati i lati oscuri. Razzismo, omofobia e paranoia dominavano le strade di un paese in piena Guerra Fredda. Attraverso questa ambientazione The Umbrella Academy 2 rimescola le carte in tavola e presenta uno stile che si discosta molto da quello della stagione precedente, ma che comunque non cancella quanto visto in passato. Il Texas, inoltre, ha permesso agli sceneggiatori di sbizzarrirsi e trattare argomenti come le proteste contro la segregazione razziale e l’omofobia. Klaus, infatti, si ritrova a dover affrontare i pregiudizi di un popolo ancora chiuso e non pronto ad accettare tale diversità; mentre Allisson inizia una vera e propria campagna a favore dei diritti delle persone nere.
Così la serie decide con coraggio di affrontare tematiche calde, soprattutto al giorno d’oggi. Inoltre, i tesissimi rapporti con i sovietici intensificano il mistero nella trama. Rispetto alla prima stagione, infatti, la curiosità per lo svolgersi degli eventi è decisamente più alta. Non solo i protagonisti si trovano a dover affrontare una seconda apocalisse ma il mistero relativo alla morte di Kennedy e i complotti che vi stanno dietro si coniugano perfettamente con la trama andando a creare grande suspense e attesa per ciò che accadrà in seguito. Una scelta dell’ambientazione vincente. Non solo per cavalcare l’ondata di nostalgia partita con Stranger Things – che ha fatto tornare in auge certe atmosfere – ma anche per dare nuova linfa vitale alla serie trattando argomenti delicati e aggiungendo quel pizzico di mistero in più.
I fratelli Hargreeves ed i loro nuovi amici
Stagione due: nuova storia, nuova ambientazione, nuovi personaggi. Il sapersi rinnovare è forse una delle caratteristiche che rendono questa seconda stagione fantastica. Non solo c’è un maggiore approfondimento dei protagonisti ma i nuovi personaggi introdotti funzionano alla grande e sin dalle prime puntate restano impressi. I sette fratelli sono di nuovo divisi e tocca ancora a Cinque riunirli. Gli sceneggiatori hanno usato lo stesso stratagemma della prima stagione ma ora che i protagonisti sono già noti agli spettatori non vi è più il bisogno di doverli presentare; ci si può così dedicare maggiormente al loro approfondimento psicologico. Tra tutti, quello che spicca di più è di sicuramente Cinque, che oltre a contare su una caratterizzazione brillante è interpretato da un magnifico Aidan Gallagher.
Un lavoro egregio è stato fatto anche con Vanya. Se nella prima stagione quest’ultima era una ragazzina debole ed insicura, ora la faccenda è un po’ diversa. L’amnesia l’ha portata a cancellare tutti gli eventi traumatici del passato permettendole di scoprire il suo vero Io. Inoltre la faccenda superpoteri è stata gestita davvero bene. Vanya, infatti, è decisamente troppo forte e per evitare il contrasto con i poteri degli altri fratelli si è giocato molto sulla sua psicologia cercando di tenere sotto controllo una possibile bomba atomica. Ogni new entry, poi, è perfettamente in linea con i toni grotteschi e assurdi della serie e combacia perfettamente con tutto il resto.
Analisi tecnica – The Umbrella Academy 2, la recensione
Anche dal punto di vista tecnico The Umbrella Academy 2 è promossa con ottimi voti. Registicamente, sono stati fatti passi avanti rispetto alla prima stagione ed è evidente la volontà di alzare l’asticella. I combattimenti sono girati perfettamente e non ci si ritrova ad avere il mal di testa per i continui stacchi e i movimenti di macchina troppo frenetici, anche grazie ad un massiccio utilizzo del rallenty. Altro discorso per gli effetti speciali: in una serie sui supereroi la CGI è fondamentale ma in questo caso gli effetti non mantengono sempre lo stesso standard di qualità, pur mantenendo la credibilità.
Il viaggio del tempo è uno degli argomenti principali di The Umbrella Academy 2 e sappiamo bene che trattare gli spostamenti temporali non è cosa facile. Per quanto gli sceneggiatori abbiano provato a gestire la cosa nel migliore dei modi, il ricorrente utilizzo del viaggio nel tempo come espediente narrativo però ha creato qualche buco di trama. Alcuni eventi risultano quindi troppo confusi e se si prova a ragionare un po’ di più su quanto accaduto ci si rende conto che non proprio ogni cosa torna.
Considerazioni finali – The Umbrella Academy 2, la recensione
La prima stagione di The Umbrella Academy colpì tutti e si presentò come una bella serie sui supereroi, affrontando l’argomento diversamente da quanto fatto al cinema. Questa seconda stagione invece è tutt’altra storia. La trama è sempre la stessa, sventare l’apocalisse, ma la nuova ambientazione, i personaggi introdotti e i progressi dal punto di vista tecnico portano la serie ad un livello superiore. Netflix ha fatto centro ed ha fornito al pubblico un’ottima alternativa, pur essendo diversa per molti aspetti, alla diretta concorrente The Boys.
Come accennato nell’introduzione i cinecomics hanno dettato un nuovo standard e per evitare di cadere nella monotonia è giusto sperimentare con prodotti di questo genere. Anche al cinema le cose stanno cambiando: in televisione però c’è molto più spazio per prodotti di questo tipo e la serialità può offrire soluzioni narrative diverse, da non sottovalutare. The Umbrella Academy 2, come detto in questa recensione, è folle, adrenalinica, divertente ed emozionante e si conferma come uno dei prodotti migliori presente nel catalogo Netflix.
The Umbrella Academy 2
Voto - 8.5
8.5
Lati positivi
- L'ambientazione anni Sessanta e le tematiche legate al periodo
- Regia, effetti visivi e performance attoriali
- Caratterizzazione dei personaggi sia principali che secondari
Lati negativi
- Vari scivoloni nella scrittura che vanno a creare buchi di trama