The Woman in the Wall: recensione della serie tv Paramount+

La nostra recensione di The Woman in the Wall, su Paramount+

Ideata da Joe Murtagh e diretta da Harry Wootliff e Rachna Suri, The Woman in the Wall è una co-produzione anglo-statunitense che vede coinvolti anche BBC Studios e Showtime Networks. Con protagonisti Ruth Wilson e Daryl McCormack, la miniserie segue due indagini parallele che affondano le proprie radici in una storia sepolta nel passato. Disponibile dal 20 gennaio 2024 sulla piattaforma Paramount+, The Woman in the Wall (qui il trailer) è un crime-investigation classico, a tinte mistery, che racconta una nota storia di sfruttamento e sofferenza, con qualche colpo di scena e dei personaggi che convincono fin da subito.

Indice

Trama – The Woman in the Wall, la recensione

Lorna Brady è una donna affetta da sonnambulismo e traumatizzata da un passato doloroso, quando da adolescente, incinta, viene mandata in una lavanderia della Maddalena. Un luogo dove le ragazze venivano costrette a condizioni e orari di lavoro disumani, dove erano previste punizioni e torture a chi disubbidiva o tentata di fuggire e dove la pressione psicologica al quale le giovani venivano sottoposte ha provocato, in alcune, danni irreparabili. I bambini venivano poi sottratti alle madri subito dopo il parto e spesso scomparivano nel nulla.

The Woman in the Wall

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A distanza di 30 anni Lorna e chi come lei in quel convento ha perso i propri figli, tentano di avere giustizia attraverso la Éadrom, un istituto deciso a fare causa allo Stato e a portare alla luce ciò che accadeva in quel luogo e in moltissime altre strutture simili. Qualcosa accade però a Lorna e a Kilkinure, scuotendo e allontanando le donne dal proprio obiettivo: padre Percy, che gestiva proprio quel convento, viene ucciso. Così da Dublino il sergente Colman Akande viene inviato per aiutare nelle indagini, indagini che sembrano portare a Lorna, a quella persona che lei diventa mentre dorme e che, da sonnambula, si aggira per casa e per le strade della città, inconsapevole di cosa è capace di fare.

I personaggi e i loro rapporti interpersonali – The Woman in the Wall, la recensione

Protagonisti di The Woman in the Wall la star di The affair e His Dark Materials, Ruth Wilson e l’attore irlandese Daryl McCormack, noto per i ruoli in Peaky Blinders, La ruota del tempo, Bad Sisters e per i film Il piacere è tutto mio e il nuovo Twisters, previsto in sala per l’estate 2024. Lorna è una donna che ha vissuto l’orrore delle lavanderie della Maddalena e Colman è un ragazzo che in una di quelle case è nato e che ha quindi una madre che ha provato gli stessi tormenti di Lorna. Un filo invisibile e sottile lega questi due personaggi prima antagonisti e poi alleati, affiancati da figure del passato e del presente che indagano e nascondono, nel tentativo di salvarsi o redimersi. Per quanto l’interpretazione di Ruth Wilson sia convincente e verosimile appare a volte sopra le righe e il personaggio funziona maggiormente quando è lucido, quando caratteristiche come intuito, tenacia e istinto la rendono carica di un’empatia inconfondibile. La stessa che si prova per chi come lei, in quegli infernali conventi di Dio, ha perso tutto.

The Woman in the Wall

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Ecco che a volte Lorna sembra esagerare nel suo rivelarsi credibile, provata da un trauma e forse l’unica capace di arrivare alla verità. Anche gli eventi che risultano difficili da decifrare a causa del sonnambulismo e di quel confuso smarrimento che causa un ricordo doloroso di un passato che si vorrebbe dimenticare, giovano al racconto, portando a un’investigazione più complessa, dove ogni cosa potrebbe essere vera e falsa al tempo stesso. Ancora più efficace il personaggio di Colman, che nelle lavanderie della Maddalena ha passato i suoi primi anni di vita e dei quali anche lui ha una memoria frammentaria, tra gli incubi di un bambino in lotta contro le tipiche paure di quell’età: il buio, i mostri, i fantasmi, i temporali. Colman è all’inizio il poliziotto alla ricerca di un colpevole che ha ucciso un uomo che conosceva, un prete, una persona di Dio e del quale dapprima ignora un possibile movente. Ma è proprio la ragione che ha portato quell’uomo a diventare vittima a costringerlo a lasciarsi travolgere da quella spirale di sofferenza che ha distrutto la vita di Lorna e di migliaia di altre donne.

Qualche difetto in una storia che cattura l’attenzione – The Woman in the Wall, la recensione

La cittadina di Kilkinure viene così dipinta dominata da un silenzio collettivo in cui tutti sono complici di ciò che accadeva. Fuggire e sopravvivere era impossibile perché ogni donna era sola, e tutti, nessuno escluso, taceva e partecipava. È il passare del tempo, negli anni, concezioni e abitudini che cambiano a dare la speranza che chi sappia, parli e che sparisca quell’omertà che qui risale agli anni 90, molto più vicini di quanto possano sembrare, non lasciando così impuniti chi ha fatto del male. The Woman in the Wall appare quindi circondata da un’aura di oscurità, di rassegnazione e delusione, un luogo che fagocita e divora i propri abitanti, coloro che finiscono per non riuscire mai ad andarsene. È in quest’atmosfera e nel rapporto tra i due personaggi che risiedono le ragioni per le quali vale la pena di vedere la serie. Un prodotto che narra una storia nota e sempre appassionante, una triste verità, un qualcosa che appare lontano nel tempo, ma che è invece terribilmente vicino. Il nuovo show di Paramount+ non si può di certo definire originale o innovativo, considerando gli innumerevoli film e le molteplici serie tv che hanno trattato questo tema, facendo luce su queste atrocità.

The Woman in the Wall

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Anche la scelta di rendere la protagonista così fuori di sé, ha i suoi lati positivi, ma a volte appare eccessiva, occupando troppe puntate e sembrando un elemento volto solo e unicamente a intricare e complicare maggiormente lo scheletro del racconto. Ecco che più autentico e coinvolgente è il legame che si instaura tra i due personaggi protagonisti, profondamente diversi, ma vicini nell’esser stati una madre al quale la figlia è stata portata via e un bambino immediatamente sottratto e strappato alla propria madre. The Woman in the Wall, con i suoi 6 episodi, non si dilunga e sottolinea come la maggior parte delle figure che ruotano attorno alla trama fossero coinvolte, e come troppi protagonisti di quelle tragiche vicende non abbiamo mai fatto i conti con quanto accaduto. Dal punto di vista tecnico, tra l’ottima regia e fotografia, fino a una sceneggiatura tanto poetica quanto descrittiva, la BBC e Showtime non fanno che riconfermare la loro attenzione al dettaglio, la cura per il crime-investigation di stampo britannico che qui trasporta lo spettatore in un’Irlanda torbida e grigia e che spera un giorno di espirare i propri peccati.

The Woman in the Wall

Voto - 6.5

6.5

Lati positivi

  • Ottima sceneggiatura
  • Atmosfere e ambientazioni perfette

Lati negativi

  • Alcuni elementi sono didascalici

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