Thelma: recensione del film di Josh Margolin con June Squibb
La nostra recensione di Thelma, il film con protagonista June Squidd al cinema dal 18 settembre.
Cosa potrebbe succedere se una donna vedova di 93 anni dovesse essere truffata al cellulare e decide che è arrivato il momento di riprendersi i soldi persi? Questo è in poche parole lo spunto da cui parte il racconto di Josh Margolin, Thelma, in arrivo al cinema dal 18 settembre e distribuito nelle sale italiane da Universal Pictures International Italy. Diretto da Margolin, il film è interpretato da una scattante June Squibb (A proposito di Schmidt e Nebraska), accompagnata da altri attori quali Fred Hechinger, Parker Posey, Clark Gregg, Richard Roundtree, Annie O’Donnell, Ruben Rabasa, Nicole Byer, Quinn Beswick, Bunny Levine, Coral Peña, Ivy Jones, Sandra Lee Gimpel, Malcolm McDowell.
Indice
Trama – Thelma recensione
Nel film June Squibb è Thelma, una nonnina di 93 anni rimasta vedova da due, che conduce una vita abbastanza tranquilla nella sua casa accogliente, mentre suo nipote Danny se ne prende cura. Un giorno Thelma riceve una strana telefonata sul suo smartphone: è suo nipote Danny che le chiede di aiutarlo perché purtroppo è rimasto coinvolto in un incidente, è finito in carcere e ha bisogno di un’ingente somma di denaro per poter uscire da lì. La nonna, preoccupata e dedita a suo nipote, non esita neanche un minuto e porta quei soldi all’indirizzo che l’avvocato di Danny le ha rivelato.
Purtroppo, però – dopo aver messo in allarme anche i genitori del ragazzo – si scopre che Thelma è stata vittima di una truffa. Questo rende la donna determinata a riavere i suoi soldi, e se la polizia non può aiutare, sarà lei da sola – con tutto il coraggio che ha, un motorino elettrico e un amico di vecchia data – a trovare i truffatori e riprendersi ciò che le è stato tolto.
In un mondo di truffatori sii nonna Thelma – Thelma recensione
La storia di Thelma prende ispirazione dalla nonna del regista stesso, una signora di 103 anni vittima anche lei di alcuni truffatori che volevano spillarle soldi fingendosi suoi nipoti. Non è la prima volta che delle persone anziane diventino vittime di malintenzionati che fanno leva sul loro amore per nipoti e figli e ottengono soldi con l’inganno. Così Josh Margolin decide di mettere su un prodotto vero, che racconti un episodio che potrebbe accadere a chiunque, ricamandoci poi su le conseguenze che tutti vorrebbero affrontare, ma che data l’età e l’impossibilità di raggiungere i truffatori, diventano difficile da mettere in atto.
L’impossibilità della realtà diventa in questo caso possibile. Thelma organizza in quattro e quattr’otto un piano d’azione incredibilmente perfetto, tanto da scappare alle ricerche dei suoi cari preoccupati e raggiungere indenna i truffatori e ottenere ciò che le è stato ingiustamente tolto. Le cose diventano un po’ surreali proprio nel momento in cui il piano viene effettuato. È incredibile come una donna di 93 anni, con evidenti problemi motori e fisici possa scampare alle ricerche messe in atto per ritrovarla e portarla a casa sana e salva.
L’ultimo brivido – Thelma recensione
Le cose raccontate sono poco fattibili, un po’ come lo erano le cose fatte da Kevin in Mamma, ho perso l’aereo. Eppure, l’anziana Thelma ci tiene compagnia per un’ora e mezza del nostro tempo e sospendendo la realtà, senza chiederci come sia possibile che riesca a fare ciò che fa e a passarla liscia, si può vedere qualcosa che sia piacevole agli occhi e anche un po’ al cuore. Thelma fa tenerezza, così come tutti gli altri personaggi di una certa età che vogliono riavere un po’ quel brivido di un tempo.
Nonostante la dolcezza di Thelma, questo film non funziona al 100%. Il regista vuole creare un ritmo incalzante, tipico dei film d’azione, con le musiche di Nick Chuba. La musica però è troppo distante dalle scene che si susseguono nel corso dei minuti. I movimenti dei personaggi, quasi come se fossero a rallentatore, non riescono a tenere il ritmo delle note che si susseguono e che provano a tenere la suspence della scena rappresentata.
Tutto a rallentatore – Thelma recensione
Allo stesso modo, anche la recitazione sembra essere rallentata. Le battute sembrano finte e costruite, così come gli attori. È tutto troppo teatrale e artificioso, rendendo la commedia un po’ troppo artefatta e l’azione troppo poco credibile. June Squibb è dolce ed è inevitabile provare per lei quell’empatia tipica che si prova per quegli anziani che provano a vivere la vita come un ultimo brivido.
A un certo punto del film però, Thelma non suscita più una risata sana e tenera, ma ci provoca una sensazione quasi contraria, un po’ come la teoria dell’umorismo di Pirandello. All’inizio Thelma è solo una vecchietta che vuole fare la sua ultima grande avventura per sentirsi viva, eppure a un certo punto questo suo comportamento suscita nello spettatore una sensazione di disagio.
Cosa fa Thelma? Perché vuole prendersi effettivamente quei soldi che le appartengono? Non lo fa perché rivuole indietro i soldi, ma perché vuole sentirsi viva, vuole che tutti la considerino ancora una donna incredibilmente forte, capace di provvedere a se stessa senza bisogni di stupidi salvavita o apparecchi che la tengano costantemente in contatto con i suoi familiari.
Conclusioni – Thelma recensione
Ed ecco quindi il vero significato di Thelma, la capacità di accettare i propri anni che passano e la vita che ti riserva belle e brutte soprese e allo stesso tempo la voglia di vivere un’ultima grande avventura che ti faccia sentire parte di questo mondo nonostante l’età che avanza.
Thelma è un film carino, con una trama piacevole da seguire, ma questo non basta a renderlo un bel film. Se si fosse mantenuta più la realtà e la fattibilità delle azioni della protagonista, che vive l’esperienza senza alcun ostacolo reale da parte di nessuno, allora Thelma avrebbe raggiunto il giusto equilibrio tra finzione e realtà e sarebbe stato molto più godibile alla vista.
Thelma
Voto - 6.5
6.5
Lati positivi
- Josh Margolin decide di mettere su un prodotto vero, che racconti un episodio che potrebbe accadere a chiunque.
- Sospendendo la realtà, senza chiederci come sia possibile che riesca a fare ciò che fa e a passarla liscia, si può vedere qualcosa che sia piacevole agli occhi e anche un po’ al cuore.
Lati negativi
- Le cose diventano un po’ surreali proprio nel momento in cui il piano viene effettuato.
- Le cose raccontate sono poco fattibili, un po’ come lo erano le cose fatte da Kevin in Mamma, ho perso l’aereo.
- I movimenti dei personaggi, quasi come se fossero a rallentatore, non riescono a tenere il ritmo delle note che si susseguono e che provano a tenere la suspence della scena rappresentata.
- È tutto troppo teatrale e artificioso, rendendo la commedia un po’ troppo artefatta e l’azione troppo poco credibile.