Thor: Love and Thunder – Recensione del nuovo film Marvel sul Dio del Tuono
Dopo il successo di Thor: Ragnarok Taika Waititi torna alla regia per un'altra folle avventura con protagonista il Dio del Tuono
Thor: Ragnarok, terza avventura del Dio del tuono, diretta da Taika Waititi, ha segnato un drastico cambiamento per il personaggio interpretato da Chris Hemsworth. Dai drammi familiari dal tono shakespeariano si è passati alle folli avventure dello zio del Tuono e i suoi svalvolati amici. Il regista neozelandese ha praticamente riscritto il personaggio ribaltando completamente la gravitas dei film precedenti in favore di una storia in stile Guardiani della Galassia, e il pubblico lo ha adorato. Nonostante le lamentele dei fan più duri del personaggio, il Thor stupido e gigione ha funzionato, perciò se non avete apprezzato il precedente, forse non apprezzerete neanche questo. Thor Love and Thunder, di cui vi proponiamo la recensione, è infatti diretto ancora da Taika Waititi che questa volta veste anche i panni dello scrittore.
Il cambio alla sceneggiatura si nota e le battute sul martello come simbolo fallico lasciano il posto ad una comicità più infantile e indirizzata ad un pubblico giovane. Non a caso Thor si troverà a dover salvare dei bambini, così come Korg racconterà agli stessi la leggenda del Dio del Tuono. Alla sua quarta avventura il ragazzone biondo, pur avendo migliaia di anni, deve ancora capire chi è e quella che può sembrare la sua più folle avventura è in realtà una storia di formazione con una morale ben precisa.
Indice
- Trama: un Dio alla ricerca di sé stesso
- Capre volanti e tanto dramma
- L’assenza di un piano divino
- I pezzi mancanti del puzzle
- Il giullare del tuono
Trama: un Dio alla ricerca di sé stesso – Thor Love and Thunder recensione
Dopo aver superato la depressione, essere tornato indietro nel tempo e aver sconfitto Thanos, Thor si è unito ai Guardiani della Galassia per lasciarsi alle spalle il suo passato sulla terra. Un allenamento intensivo ed una serie di folli avventure lo hanno aiutato a tornare ad essere il Dio del Tuono, ma dopo tutte le sconfitte subite nella sua vita, ha smesso di lottare. Ora Thor medita sulla cima di una rupe ed interviene soltanto quando qualcuno invoca il suo aiuto. Il suo nuovo rapporto con i Guardiani lo ha tirato fuori dal baratro in cui era sprofondato ma nonostante tutto quello che ha passato, non ha ancora trovato se stesso.
D’un tratto, tra le varie chiamate di soccorso indirizzate ai Guardiani, spuntano decine di comunicazioni sulla morte degli Dei. A quanto pare un misterioso individuo sta sterminando tutte le Divinità, lasciando le relative popolazioni scoperte ed indifese. Quando gli Dei Asgardiani diventano il bersaglio, Thor non può fare a meno di intervenire e tornare sulla Terra. Pronto alla battaglia, si scontra invece con una sua vecchia conoscenza, Mjolnir. Il vecchio martello e compagno di mille avventure è di nuovo intatto, ma ad impugnarlo c’è un’altra vecchia conoscenza. Jane Foster, l’ex ragazza di Thor, è diventata la nuova… Thor. Così i due Thor, accompagnati da Valchiria e l’immancabile Korg dovranno affrontare il misterioso Macellatore di Dei.
Capre volanti e tanto dramma – Thor Love and Thunder recensione
Dopo il successo di Ragnarok, Waititi ha avuto il via libera per fare il film che voleva ed il risultato è una love comedy per ragazzi con Thor. La pellicola inizia con una sequenza molto drammatica per lasciare subito spazio alle battute e alla goliardia del suo protagonista. Ancora più che in quello precedente, qui Thor è comico e tutto quello che gli succede intorno è messo in scena per scatenare una risata. Spesso le battute funzionano, ma purtroppo altrettanto spesso non lo fanno. Waititi non si è minimamente regolato e la prima ora è un qualcosa di mai visto nel MCU, quasi appunto fosse un film demenziale con un po’ di cinecomic dentro. Il regista è poi famoso per saper mixare bene dramma e comicità e seppure in Ragnarok ciò non funzionava, basti vedere Jojo Rabbit per comprendere al meglio la sua bravura.
Una volta prese le redini della scrittura quindi, il film riesce a muoversi con scioltezza tra il registro comico ed il melodramma, con un personaggio in particolare dal grave peso drammatico. Ovviamente per far ciò c’è da limitare l’esuberanza e l’eccesso, così Love and Thunder appare diviso in due nette metà. Una prima infarcita di gag a più non posso, ed una seconda più bilanciata ma decisamente drammatica. L’effetto Ragnarok era che la parte divertente fosse così divertente da rendere noiosi tutti gli sproloqui di Hela su Asgard e fortunatamente questa volta non è capitato. La scrittura di Waititi ha quindi migliorato questo aspetto del film, ma se possibile sbilanciato ancor di più il tono, con una comicità sovrabbondante che spesso e volentieri non funziona.
L’assenza di un piano divino – Thor Love and Thunder recensione
Come detto nell’introduzione di questa recensione, in Thor Love and Thunder il protagonista sta ancora cercando se stesso. È assurdo dopo un’intera trilogia che Thor sia ancora smarrito, ma Waititi lo sa. Non a caso il film inizia con un riassunto di tutti i traumi vissuti, dalla morte della madre alle 3 morti del fratello e seppure il regista ci scherzi sopra la verità è che il Dio del Tuono è una persona traumatizzata. Allo stesso modo il villan è un uomo qualunque che vedendo sua figlia morire e gli dei che ha sempre venerato fregarsene, impazzisce. Perché nessun Dio è sceso dal cielo a salvarla, e perché un Dio è capace di tutto ma non di salvare la sua stessa madre? Forse perché nella visione atea del regista non esistono dei, non c’è nessuno che verrà a salvarci e nessuno ci riporterà ciò che abbiamo perso.
Nonostante tutte le risate, l’amore e la bellezza, la vita può essere davvero amara e dinanzi a ostacoli insormontabili come la morte o la malattia non c’è quasi nulla che si possa fare. Accettare il trauma, comprenderlo ed andare avanti è quanto più difficile possibile eppure è l’unica via per uscire da un tunnel autodistruttivo che altrimenti non porterebbe a null’altro. Perché un uomo tradito dagli stessi dei che venerava non ha diritto a cercare vendetta e perché un Dio che ha perso tutti i propri cari non ha diritto a ritirarsi? Forse perché nonostante il male c’è sempre altro, per dirla alla Thor, c’è l’amore ed è l’unica cosa che conta. Thor Love and Thunder è un film che parla di traumi e di come trovare la forza per superarli nelle persone che ci amano, anche se quelle persone non ci sono più.
I pezzi mancanti del puzzle – Thor Love and Thunder recensione
Nonostante gli eccessi comici, Thor Love and Thunder si presenta come un film con un cuore ed un messaggio di fondo che forse non era altrettanto presente in Ragnarok. Nonostante ciò però, per quel che riguarda la semplice narrazione, il tutto appare estremamente superficiale. È stato confermato di recente che molte sequenze sono state tagliate, così come il ruolo di Jeff Goldblum, Lena Headey e Peter Dinklage. È palese infatti che manchi qualcosa ed il personaggio di Jane Foster, così come Gorr, sembrano monchi, privati di un background che viene soltanto raccontato e mai mostrato. Christian Bale è fantastico nei panni del villan e seppure abbia una caratterizzazione esile, funziona alla grande. Così come Natalie Portman è estremamente convincente come la nuova Thor, peccato che non vi sia un minimo di contestualizzazione.
Il tutto accade nel giro di qualche scena e si è costretti ad accettare questi grossi cambiamenti facendosi bastare le poche linee di dialogo come spiegazione. Non solo l’introduzione dei nuovi personaggi è parziale, ma anche l’intreccio è confuso e ridondante. I protagonisti trascorrono la prima ora alla ricerca di un oggetto fondamentale per la vittoria, che poi si rivela essere soltanto un macguffin. I livelli di forza sono molto sbilanciati e vengono presentati poteri che avrebbero permesso di sconfiggere Thanos più rapidamente di uno schiocco di dita. Forzature, perdite di tempo e evidenti tagli rendono la trama di Love and Thunder secondaria rispetto alla moltitudine di gag e assoli di chitarra che sembrano essere la priorità del regista.
Il giullare del Tuono – Thor Love and Thunder recensione
Dal punto di vista tecnico c’è poco da dire, le sequenze d’azione sono estremamente spettacolari e creative, condite sempre da un accompagnamento rock che aumenta il fomento. I Guns’n’ Roses fanno da sottofondo per tutta la durata e se da un lato è chiara l’idea di dare alla pellicola una patina glam rock, a volte l’abuso di assoli di chitarra appare fuori luogo. I riferimenti alla band sono molteplici, dai poster sparsi sul set ad un personaggio che si chiama Axl in onore del cantante del gruppo, ma se ad esempio in un film come Guardiani, l’utilizzo di un certo tipo di musica è diegetico e perfettamente amalgamato alla storia, qui sembra principalmente un capriccio del regista.
In generale Taika Waititi ha fatto un po’ quello che gli pare e non a caso ha dichiarato di aver dato ai fan un Thor che non volevano. Più che altro è la regressione ad una comicità più infantile e invadente che potrebbe far storcere il naso anche ai fan di Ragnarok. Thor Love and Thunder è un film per bambini e non c’è nulla di male in questo; la Marvel sta iniziando a diversificare molto le sue pellicole scrollandosi di dosso l’idea di un’universo standardizzato e fatto con lo stampino. Ancora una volta abbiamo quindi un Thor diverso, che più che il Dio del tuono assomiglia ad un Johnny Bravo con i poteri, ma ormai dovremmo averci fatto l’abitudine.
Thor: Love and Thunder
Voto - 6.5
6.5
Lati positivi
- L'interpretazione di Christian Bale aggiunge tanto ad un villain dalla caratterizzazione esile
- Il cuore del film ed il messaggio che tenta di veicolare
Lati negativi
- La comicità spesso risulta eccessiva e fuori luogo
- La trama del film è molto superficiale e piena di forzature