Too old to die young: recensione del nono episodio della serie di Refn
Recensione del nono episodio di TOTDY serie tv amazon prime diretta da Refn
Penultimo appuntamento della nostra serie di recensioni incentrate sulla nuova serie di Amazon Prime video diretta da Nicolas Winding Refn. La prima serie tv firmata dal regista danese Nicolas Winding Refn, uscita il 14 Giugno sulla piattaforma streaming. Dopo un ottavo episodio a dir poco scioccante per rivoluzioni di trama ed immagini violente entriamo ora nelle ultime battute e nel cuore pulsante di questa serie tv. In questo articolo ci occupiamo della recensione del nono episodio di Too old to die young, penultimo di stagione.
Il volume 9 si intitola L’imperatrice (The Emoress), della durata complessiva di settanta minuti, breve se pensiamo all’ora e mezza degli altri capitoli. Continuiamo dunque con la nostra serie di recensioni sull’ultima fatica del regista dell’amatissimo Drive e autore di film come The Neon Demon e Solo Dio Perdona. Se siete curiosi seguiteci nella recensione di Too Old To Die Young arrivata al nono e penultimo episodio e di cui vi proponiamo una breve analisi.
Indice
Recensione nono episodio Too old to die young
Dopo l’agghiacciante scena da mattatoio con cui ci eravamo lasciati nell’ultimo capitolo Refn riprende in mano le carte rimanenti per ricomporle e giocare l’ultima partita. Qualcosa di mistico e soprannaturale accade in sogno a Diana (Jena Malone) preda di catastrofiche visioni. Una volta sveglia rimane un qualcosa di strano in lei, i suoi occhi diventano opachi, la sua mente aperta al futuro come quella di un veggente. Intanto il duo Yaritza Jesus, tra una perversione sessuale e l’altra, proseguono la loro scalata al potere dettando legge all’interno del clan. Dopo la morte di Martin, percepita mentalmente da Diana, Viggo è tornato ad essere solo nelle strade, assetato di sangue e giustizia come non mai.
Breve analisi
Calano i toni del thriller noir e si riaffaccia in maniera prepotente quel surrealismo lynchano che porta ad un senso di inquietudine e mistero. Settanta minuti girati quasi esclusivamente in interni; una fotografia caratterizzata essenzialmente da luci fredde che sembrano rimarcare il tema della morte, vera protagonista (implicita) di questo nono episodio. Entrano in gioco misticismi e divinità, credenze e superpoteri, sciamani e stregonerie. La musica sintetica di Cliff Martinez fa spazio alla solennità dell’orchestra sinfonica che insieme ad immagini di forte impatto visivo scuote letteralmente i nostri sensi. I temi si elevano e diventano quasi aulici. Si inizia a delineare uno scontro a distanza tra Yaritza, la sacerdotessa e Diana, l’imperatrice, due figure femminili molto forti. Too old to die young perde la sua essenza di poliziesco e si carica di significati metaforici.
Viene a questo punto da chiedersi il senso del personaggio di Martin, interpretato da Miles Teller, che da protagonista indiscusso della serie è diventato carne da macello sacrificata per scopi più alti. Refn mette in discussione tutta l’intera trama del suo lunghissimo film, cambiando di genere, ribaltando i personaggi ed il senso con cui era iniziato tutto. Si tratta sicuramente di una scelta coraggiosa, non esente da rischi di rendere l’intera serie un esperimento mal riuscito. Acquista invece sempre più carisma ed importanza il personaggio secondario di Viggo, subentrato al terzo episodio e presente con una certa discontinuità nei rimanenti. Too old to die young si configura sempre più come una serie sul senso di vendetta e giustizia.
Too old to die young recensione nono episodio: conclusioni
Adesso che siamo alle ultimissime battute ci chiediamo come avrà deciso di chiudere Refn nel gran finale, della durata di circa trenta minuti. Mentre scriviamo queste righe si fa spazio in noi l’amaro presentimento che la storyline di Martin e tutte le altre connesse a questa siano inevitabilmente chiuse e finite nel dimenticatoio con l’ottavo episodio. Una scelta che penalizzerebbe abbastanza la sceneggiatura dell’intera serie se pensiamo a tutti gli episodi dedicati a questi personaggi. Il decimo ed ultimo episodio però potrebbe essere in grado di chiudere in grande e ricucire tutto quello che abbiamo visto finora, dando un senso generale a tutti i dieci capitoli di TOTDY. Siamo fiduciosi quindi e godiamoci il gran finale
Veniamo dunque alle battute finali di questa serie tv ma anche della nostra recensione. Il nono episodio smuove tutto quanto era stato messo da Refn nel contenitore finora per ripartire con toni diversi. Non ci sono nuovi personaggi di spicco, semmai se ne sono persi per strada, soprattutto nell’episodio precedente. Questi episodi conclusivi ci fanno capire come in realtà la serie tv sia oltre un semplice poliziesco con toni noir. Entrano in scena elementi mitici e leggendari che alzano inevitabilmente la posta in gioco. Chi all’inizio credeva di assistere ad una banale lotta tra poliziotti e cartello messicano a L.A. vede ora rimettere in gioco tutto. Le due figure trainanti sono di fatto quelle di due personaggi femminili, Yaritza e Diana, che, schierati i loro alfieri, sono ora pronte allo scontro. Ci attendiamo violenza, stravolgimenti ed epicità nell’episodio a venire, ultimo di questo lungo film diretto da Nicolas Winding Refn.
Voto finale - 8
8
The Good
- Tecnicismi al massimo della serie
- Colonna sonora
- Sceneggiatura