Un’estate con Sofia: recensione del film francese diretto da Rebecca Zlotowski
Tra riflessioni sulla società e scoperta di sé, la storia di due cugine diversissime che passano un'estate insieme
Un’adolescente è attratta dallo stile di vita edonistico della cugina più grande, e si trova a trascorrere con lei l’estate a Cannes, imparando qualcosa su se stessa e sui propri valori. Questa è la premessa della recensione di Un’estate con Sofia, film commedia diretto da Rebecca Zlotowski. Nel cast Zahia Dehar (Sofia), Mina Farid (Naïma), Benoît Magimel (Philippe) e Nuno Lopes (Andrès). Piccola curiosità: l’attrice che interpreta il ruolo della cugina senza inibizioni divide con il suo personaggio la stessa verve sensuale.
Dehar, modella e designer di lingerie, è stata infatti protagonista di uno scandalo sessuale nel 2009. Al tempo la ragazza era minorenne, e fu pagata per avere rapporti sessuali con Franck Ribéry e Karim Benzema, giocatori della squadra nazionale di football francese. All’età di 16 anni, entrò a far parte del mondo della prostituzione di lusso. Mina Farid invece è una giovane attrice alle prime armi, che debutta sul grande schermo proprio con questa pellicola. Un’estate con Sofia è ora disponibile su Netflix.
Anche la libertà può essere un lavoro. È un lavoro più difficile del lavoro manuale.
Indice
- La trama
- Omaggio agli anni ’50
- Alla scoperta della femminilità
- Voyeurismo e piacere dell’osservare
- Soldi
- Osservazioni generali
La trama – Un’estate con Sofia recensione
A Cannes il tempo passa lento e placido, affollata com’è di turisti pronti a divertirsi nel periodo estivo. La sedicenne Naïma vive insieme alla madre in un’abitazione vicino all’hotel per il quale la donna fa le pulizie. Un giorno le raggiunge da Parigi la cugina di Naïma, Sofia, ventiduenne giunonica e appariscente, che prova a rimettersi in sesto dopo la recente morte della madre. La giovane rimane affascinata dai cambiamenti fisici e mentali della cugina, che non ha problemi a mostrare la propria nudità, frequenta uomini più grandi e ama la bella vita.
Il migliore amico di Naïma la mette in guardia, ma lei deve scoprire da sola quale futuro si vuole creare e quali valori abbracciare. Una sera le due incontrano Philippe e Andrés su una lussuosa barca, e da quel momento le settimane a venire saranno riempite di traversate in barca ricche di ogni agio, notti bollenti e regali costosi. Senza dimenticare alcune occasioni di riflessione e intimità.
Omaggio agli anni ’50
La pellicola si rifà chiaramente alle atmosfere della cinematografia degli anni Cinquanta: le attrici protagoniste di un divismo che le rendeva dee bellissime da ammirare, ancor prima della trama di per sé; movimenti di macchina con dissolvenze e primi piani tipici di quel periodo e dialoghi profondi che riflettono su grandi tematiche come la ricchezza e la bellezza. Un’estate con Sofia, di cui vi proponiamo la recensione, non è diverso. Zahia Dehar infatti è mostrata come una diva d’altri tempi, che acconcia i capelli alla maniera di Brigitte Bardot e si trucca come Sofia Loren (nominata quando Sofia spiega i trucchetti per avere una pelle senza rughe). Il suo abbigliamento rétro e romantico, che comunque sottolinea una fisicità prorompente, la posiziona su un altro pianeta rispetto alla cugina e a tutti gli altri personaggi. Come se davvero fosse comparsa a Cannes all’improvviso, ma appartenesse ad un altro luogo.
Per quanto riguarda i movimenti di macchina, ricorda L’avventura di Michelangelo Antonioni, pellicola in bianco e nero degli anni ’60 che mostra una Monica Vitti bellissima ma misteriosa e piena di segreti. I primi piani sono alternati a campi lunghi sulla natura, la tranquillità dell’ambiente circostante contro i tumulti interiori dell’uomo. Anche l’incipit di Un’estate con Sofia è simile a quello di L’avventura: vengono inquadrate spiagge e una figura femminile in lontananza, ripresa dalla nuca, che viene poi scoperta minuti dopo. Questo espediente prolunga lo svelamento della diva. Infine, i dialoghi passano dall’essere insignificanti all’avere molteplici significati; come quando Andrés e Philippe discutono di filosofia e possessione, o quando Philippe spiega a Naïma il valore della libertà e della scelta.
Alla scoperta della femminilità – Un’estate con Sofia recensione
Sai, non è rimanendo nel tuo angolo che diventerai pericolosa. È prendendo la parola che si impara.
Ecco come una donna diventa pericolosa: facendosi sentire. E non solo con la propria voce, ma con la sua fisicità. È quello che fa Sofia, che si veste in modo provocante e attira sguardi ben poco discreti da parte degli uomini. Questo è il suo metodo per trascorrere momenti piacevoli in ristoranti e barche di lusso, farsi fare regali costosi ed essere apprezzata. In cambio dei piaceri della carne. Il film però non si limita a mostrare un bel corpo nudo, ma spinge a riflettere su cosa significhi oggi voyeurismo e fame di emancipazione agli occhi di una giovane donna. Naïma frequenta un corso accelerato sulla sessualità e su come usare gli strumenti a propria disposizione per farsi spazio nel mondo. In un viaggio di formazione che la rende più consapevole del corpo e di ciò che la vita può offrire, riscopre i valori che dovrebbero passare in primo piano.
Abbiamo anche il punto di vista maschile da Andrés, che usa le donne fin quando non le allontana con qualche scusa banale, pronto a passare alla successiva. Philippe invece le rispetta, pur riconoscendo il grande potere che esercitano. Lo dimostra quando non approfitta della sedicenne, che incosciente sarebbe disposta a lasciarsi andare. Le spiega invece che una vita di agi non è sempre come sembra: si tratta di essere schiavi di qualche capo capriccioso o di una libertà viziata che obbliga comunque a rispettare certi. Soprattutto in un ambiente di ricchi abituati al dolce far niente, ma spesso privi di sostanza. Per Sofia la donna deve provocare reazioni per avere quello che vuole. Per Philippe la donna si guadagna la parità con l’uomo quando non si svaluta.
Voyeurismo e piacere dell’osservare
Si definisce voyeur una persona morbosamente attratta dalla vista delle nudità o degli atti sessuali altrui, un guardone. Chi ricopre questo ruolo nel film? In primis lo spettatore, che non riesce a staccare gli occhi di dosso dal corpo di Sofia, impossibile da non vedere, esposto com’è. Si contrappone con l’incapacità di delineare il carattere e i pensieri della ragazza; mentre Naïma, che del fisico acerbo non mostra nulla, espone tanto sulla sua interiorità. Voyeuse è anche quest’ultima, la quale si ritrova rapita ad osservare la cugina che offre il suo corpo ad Andrés, cerca di capire come parla e come si comporta per attirare l’attenzione e affascinare. Infine, voyeurs sono Andrés, a caccia di passatempi, e Philippe, più schivo ma comunque incuriosito dalla passerella che si snoda ogni sera davanti alla loro barca ormeggiata.
Turisti di tutti i tipi e le età, ragazzini rumorosi, belle donne. La Cannes rappresentata in Un’estate con Sofia e la sua recensione diventa una vetrina a cielo aperto attraverso la quale osservare l’umanità; in uno studio zoologico che è in continuo sviluppo e che mai potrà essere compreso del tutto. Inoltre, guardare chi ha meno possibilità economica di loro, fa apprezzare meglio ricchezza e bellezza, perché bisogna sapere che esiste la povertà, per riconoscersi davvero ricchi. E se disponibilità economica è sinonimo di potere, l’obiettivo diventa non tanto possedere, ma ammirare le cose possedute e farsele ammirare dagli altri. La bellezza, dunque, è fine a se stessa? Dei due amici in barca, Philippe conosce il valore delle cose, Andrés le sa comprare. Non sta tutto in questo, nel sapersi muovere in un mondo che sa dare a chi se lo prende?
Soldi – Un’estate con Sofia recensione
Nella pellicola vengono mostrati montaggi che uniscono una scena in cui la madre di Naïma utilizza l’ascensore per andare al lavoro. Lo stesso mezzo è stipato subito dopo dalla figlia, dalla cugina e da uomini ricchi pronti ad andare a far festa. La stessa contrapposizione quando il gruppo di amici esce a cena prenotando tutta la sala, nel ristorante dell’hotel, in cui il cuoco chiede alla giovane quando si deciderà a fare uno stage da loro. La sedicenne capisce subito che i soldi permettono spese folli e gite meravigliose; come quella alla villa italiana di Calipso (stesso nome della ninfa che nell’Odissea trattiene Ulisse per anni, affascinato da una vita di piaceri e tempo sospeso). Ma scopre anche che inseguire i propri sogni costa fatica e dedizione, e non si può perseguire entrambe le strade.
O si sceglie, come Sofia, di concentrarsi a rincorrere ricchezza e agi, o ci si rimbocca le maniche per acquisire in futuro quell’indipendenza e soddisfazione che nessuno le potrà mai dare, se non sé stessa. Bella vita contro sogni, superficialità contro sostanza. Nella scena in cui tutti gli amici di Andrés e Philippe si rilassano sugli yacht in un pomeriggio torrido, si concretizza lo status del benestante che si gode l’eterna vacanza tutta uguale; che a un certo punto deve essere scossa da un’avventura inaspettata, per darle un sapore che altrimenti saprebbe di riscaldato. I due uomini sono tra i più ricchi collezionisti del Brasile, speculano sugli amici, giocano in borsa. Ma si dichiarano diversi, anarchici perfino. Per gli anarchici, come spiegano, i soldi non valgono. Tuttavia è più facile disprezzarli quando si hanno, piuttosto che quando non si hanno. Ed ecco che va in scena il grande gioco dell’ipocrisia.
Osservazioni generali – Un’estate con Sofia recensione
Il film si inserisce in un contesto di riscoperto interesse della Francia per le storie che parlano di sessualità e attrazione, come il recente MILF. Perfetta storia estiva, scorre perché non richiede allo spettatore grande concentrazione, e richiama quelle atmosfere sospese nel tempo delle riviere vacanziere di un tempo. In particolare, uno dei luoghi delle vacanze di lusso per eccellenza, Cannes. Un aspetto che rende il film più profondo è l’omaggio alla cinematografia della metà del XX secolo e a grandi nomi del divismo femminile, come Sofia Loren e Brigitte Bardot. Dispiace per il finale chiuso “in corsa” e volutamente lasciato aperto alle interpretazioni del pubblico, e per un mancato approfondimento dell’interiorità dei personaggi.
Evidentemente la storia voleva spingersi maggiormente alla riflessione rispetto ad alcune tematiche sociali, piuttosto che raccontare uno spaccato estivo di due ragazze fine a se stesso. Tutto considerato, Un’estate con Sofia è una commedia per adulti che intrattiene e incuriosisce.
Un'estate con Sofia
Voto - 6
6
Voto
Lati positivi
- Atmosfere rétro ben restituite
- Perfetta storia estiva ambientata in Francia
Lati negativi
- Personaggi poco approfonditi
- Finale sbrigativo e indefinito