Un successo su tutti i fronti, recensione di “The Founder” – FilmPost

The Founder, film del 2016 diretto da John Lee Hancock, racconta la vera storia dell’imprenditore  Ray Krock ( interpretato da Michael Keaton) e di come ha acquisito la nota catena McDonald’s. Per chi non conoscesse la storia del fast food più popolare del mondo, Krock, all’epoca fornitore di frullatori, si associò ad una piccola catena di locali che rispondevano ai fratelli Mac e Dick McDonald,  gli inventori del modello “espresso” (in contrapposizione alla vecchia tavola calda e al drive in) ma che, rimanendo ancorati ad una vecchia mentalità da ristoratori, non si accorsero delle potenzialità del loro progetto e, a parte qualche filiale in California, non riuscirono ad espandere il loro successo oltre San Bernardino. Ray Krock decise di investire nel progetto dei due fratelli iniziando a diffondere in diversi stati il marchio per poi acquisirlo e così liquidare i fondatori originali, da sempre restii ad ogni cambiamento. Il film racconta una delle storie americane per eccellenza, trovando il giusto equilibrio tra realtà e retorica, e riesce perfettamente grazie ad una sceneggiatura ben fatta, una fotografia ricercata e una recitazione ottima. Keaton, dopo il successo di Birdman del 2014, si riafferma come attore poliedrico e di talento riuscendo a rappresentare il personaggio di Krock sotto ogni sfumatura, l’imprenditore cinico ma con un’etica personale, senza scadere in un’aura mistica o in una critica senza criterio. Nel film vediamo come il conflitto tra l’imprenditore e i McDonald sia una rappresentazione delle due anime alla base del neonato concetto di fast food: quella rivoluzionaria per i tempi, con una visione aziendale e su scala, e quella che antepone la qualità alla quantità ma che viene surclassata dai  ritmi imposti dalla nuova società americana e occidentale.  Viene da fare un paragone con il film “Jobs” del 2013 dove la figura del fondatore di Apple viene mitizzata all’inverosimile, risultando in una pellicola superficiale e senza un giusto approfondimento della realtà biografica; The Founder, al contrario, ci mostra la vita di un personaggio sempre coerente con se stesso, spietato negli affari ma sempre all’avanguardia e in anticipo sui tempi. La pellicola catapulta lo spettatore nell’America anni ’50, riuscendo a replicare perfettamente le ambientazioni di quel periodo senza servirsi di stratagemmi superati come filtri volutamente graffiati o spenti ma con una fotografia pulita e una cura certosina nella costruzione delle diverse ambientazioni. The Founder è un successo su tutti i fronti, appassiona dalla prima all’ultima scena e si attesta come modello per i film biografici che verranno, inoltre contribuisce a rilanciare Michael Keaton nel suo rinato percorso cinematografico.

 

 

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