Un viaggio a quattro zampe: recensione del film di Charles Martin Smith
Le nostre impressioni su questo lungo viaggio in compagnia di Bella, una cagnolina molto coraggiosa
Un viaggio a quattro zampe è il protagonista di questa nostra nuova recensione. Si tratta dell’ultimo film diretto da Charles Martin Smith, che ricorderete per le sue apparizioni in American Graffiti e Gli intoccabili. La sua carriera da regista tuttavia vede un forte focus sugli animali, in particolar modo sul migliore amico dell’uomo. Grande successo fu infatti Air Bud – Campione a quattro zampe, con il quale incassò quasi 28 milioni di dollari in tutto il mondo.
Nella sua filmografia c’è certamente spazio anche per altri animali, come nel caso della saga de L’incredibile storia di Winter il delfino. In questo caso pero la protagonista della pellicola è Bella, un cucciolo di pitbull abbandonato che scopre in un ragazzo di nome Lucas il suo nuovo padrone. Per uno strano scherzo del destino, Bella scapperà via di casa e si ritroverà a fare i conti con situazioni molto ostiche. Eccovi quindi di seguito il racconto delle nostre sensazioni riguardo Un viaggio a quattro zampe.
Un viaggio a quattro zampe recensione: la trama
Siamo negli Stati Uniti, più precisamente a Denver, Colorado. Lucas (Jonah Hauer-King) e la sua fidanzata Olivia (Alexandra Shipp) trovano, tra le rovine di una proprietà semi-demolita, una dolce cagnolina. A farle compagnia fino a quel momento era stata una famiglia di gatti con la quale passava gran parte delle sue giornate. Lucas decide così di prendersene cura, facendola entrare a far parte della sua di famiglia e chiamandola Bella. Tra i due nasce un’intesa indissolubile, un rapporto basato sul gioco e sull’affetto reciproco. Tutto sembra filare per il verso giusto, finché la situazione non assume un drastico cambiamento. L’imprenditore proprietario della casa demolita sopracitata non sopporta la presenza di Bella nel quartiere, né il fare a vista sua invadente ed arrogante di Lucas e di sua madre Terri (Ashley Judd). Decide quindi di corrompere l’accalappiacani del quartiere nel tentativo di spingerlo a sequestrare il cane con qualsiasi pretesto legale.
I nostri protagonisti sono messi alle strette e decidono di affidare temporaneamente Bella a degli amici in Arizona, cercando nel frattempo di trovare una soluzione. Non passerà molto tempo prima che istintivamente Bella cominci a sentire la necessità di tornare a casa da Lucas. A questo punto, armata del suo fiuto raffinato e di una buona dose di coraggio, Bella deciderà di scappare via. Attraversando gli Stati Uniti in lungo e in largo, tra fiumi e monti, la protagonista proseguirà il suo lungo viaggio verso casa. Non mancheranno incontri di ogni genere e specie: la protagonista avrà infatti modo d’imbattersi in altri uomini, avventurarsi con altri animali e perfino stringere amicizia con un puma.
Un viaggio a quattro zampe recensione: analisi
La pellicola prende ispirazione dal romanzo A Dog’s Way Home, di W. Bruce Cameron. Non è una novità che un suo racconto venga trasposto sul grande schermo, come nel caso di Qua la zampa!, il quale riscosse molto successo. In questo caso la storia è raccontata proprio dal punto di vista di Bella, la simpatica cagnolina, la quale esporrà tutti i suoi pensieri attraverso una voce narrante fuori campo. Nella versione originale Bella è doppiata dall’attrice Bryce Dallas Howard.
Un viaggio a quattro zampe offre al pubblico un’avventura per ragazzi che assume al suo interno molteplici connotazioni. Troviamo la parte iniziale che è fondamentalmente un lungo preambolo, lungo tanto quanto basta a giustificare la fuga di Bella. In questa parte c’è l’esaltazione quindi della gioia che prova il cane in compagnia del suo padrone, sentendosi al sicuro tra le mura domestiche. È da dopo la fuga però che comincia la parte effettivamente più interessante e meno banale del film. Tutte le difficoltà e le incertezze che questo viaggio racchiude in sé si palesano gradualmente agli occhi del segugio, mettendolo a dura prova. Proprio in questa fase del film si evincono notevolmente la malinconia, il timore e lo smarrimento.
Durante il viaggio la nostra Bella fa numerose conoscenze, molte delle quali veramente preziose. Ciò fa si che trapeli un messaggio molto importante dal grande schermo, ossia quello di non temere chi non si conosce. Bella infatti non è mai diffidente, ma sempre alla ricerca di nuovi incontri dai quali possa ricavare tesoro, al fine di avvicinarsi, una zampata alla volta, sempre di più a casa sua.
Un viaggio a quattro zampe recensione: conclusioni
Concludiamo questa recensione di Un viaggio a quattro zampe con delle considerazioni finali. Charles Martin Smith con questo suo ultimo lavoro riesce a centrare in pieno un obiettivo, seppur non molto ambizioso. Il film è concepito per un’utenza molto giovane, fatta quindi da bambini, ma difficilmente apparirà interessante a chiunque appartenga ad una fascia d’età differente.
Questo non scredita il film sul piano dell’intrattenimento, visto che si lascia guardare molto volentieri. Ciò che manca piuttosto è l’originalità, essendo lo sviluppo della storia fortemente prevedibile e con pochissimi colpi di scena. Altra nota dolente è la recitazione che (ad esclusione di Bella) non premia il resto del cast, mantenendo un livello poco più che accettabile. Il viaggio tuttavia è molto avvincente ed i paesaggi statunitensi pieni di monti, di fiumi e di natura selvaggia sono un piacere per gli occhi. Se si prende Un viaggio a quattro zampe per quello che è, ossia un film per ragazzi e per la famiglia, si rimarrà discretamente soddisfatti. Discorso diverso per gli amanti dei cani: se rientrate in questa categoria c’è un’alta probabilità che passiate tutto il film con gli occhi a cuoricino, è garantito.
Un viaggio a quattro zampe
Voto - 6
6
Lati positivi
- Avventura che intrattiene in modo efficente
- Messaggio di apertura al prossimo
Lati negativi
- Scarsa originalità della trama
- Recitazione