Una figlia: la recensione del film di Ivano De Matteo con Stefano Accorsi
Ivano De Matteo torna a raccontare un intenso dramma familiare con Una figlia, al cinema dal 24 aprile: la nostra recensione
Dopo Mia, di cui trovate qui la nostra recensione, Ivano De Matteo torna a parlare di famiglia e di un rapporto padre/figlia nel suo nuovo film Una figlia, presentato al Bif&st 2025 e al cinema da giovedì 24 aprile. De Matteo firma soggetto e sceneggiatura a quattro mani insieme a Valentina Ferlan adattando liberamente il libro di Ciro Noja Qualunque cosa accada, edito da Astoria Edizioni. Cosa accade quando un figlio “si perde” e si dimostra diverso da come lo si è sempre immaginato? I sentimenti restano gli stessi o qualcosa, irrimediabilmente, è destinato a cambiare? Ivano De Matteo parte da questi interrogativi, che si è posto come regista e come padre, per sviluppare un dramma intenso, crudo e realistico, affidando il ruolo dei protagonisti a Stefano Accorsi (Pietro) e alla giovane Ginevra Francesconi (Sofia).
Pietro è un uomo di mezza età con alle spalle un grande dolore e un trauma condiviso con Sofia che ha reso il loro rapporto ancora più intenso e totalizzante. La morte di sua moglie lo ha portato a crescere e occuparsi di sua figlia da solo e tra i due si è creato un rapporto esclusivo di grande complicità. Quando Pietro cerca di rifarsi una vita con Chiara (Thony) le cose si complicano, con Sofia che non riesce ad accettare il nuovo equilibrio familiare e che fatica a condividere l’affetto del padre nonostante i tentativi e gli sforzi della nuova compagna. Quando, in preda a un momento di frustrazione e confusione, Sofia esplode in un gesto estremo e irreparabile, Pietro si trova a combattere tra la rabbia e l’amore paterno. Quanto è disposto a perdonare? E può l’amore superare e abbattere la ragione?
Indice:
- Ivano De Matteo racconta le conseguenze di una tragedia senza giudicare né cercare risposte comode o rassicuranti
- Una figlia è un film fortemente ancorato al realismo, tanto nel racconto quanto nell’analisi dei protagonisti
Ivano De Matteo racconta le conseguenze di una tragedia senza giudicare né cercare risposte comode o rassicuranti – Una figlia, la recensione
Una figlia parte de un gesto estremo, che va in scena nelle primissime battute del film, per esplorarne le conseguenze profonde, il dopo, da un doppio punto di vista, con un occhio che non giudica ma osserva, che non assolve né condanna ma anzi indaga e analizza con tatto e discrezione. La regia di De Matteo accompagna e non si innalza a giudice, non prende posizioni e non cerca una risposta “facile” né comoda o rassicurante a una delle situazioni più complesse e oscure che un genitore e un figlio possano trovarsi ad affrontare.
L’analisi è lucida e immerge in un percorso di accettazione, confronto e presa di coscienza sempre raccontato in un doppio binario, che procede in parallelo tra l’indagine psicologica sulla figura di Sofia e quella su Pietro. Una figlia va oltre la dinamica vittima/carnefice, con i due poli che non sono mai etichette definite, ma ruoli sfumati e legati a doppio filo. A fare da fil rouge, quasi il vero fulcro della storia, l’incapacità di affrontare e gestire le proprie emozioni – tanto da parte di Sofia quanto da parte di Pietro – con conseguenze che non possono essere altro che drammatiche e dolorose.
Una figlia è un film fortemente ancorato al realismo, tanto nel racconto quanto nell’analisi dei protagonisti
Se l’approccio di De Matteo alla storia è caratterizzato da tatto e una sorta di discrezione mai distante nel suo essere oggettiva, la scelta di cosa mostrare e come farlo è improntata al massimo realismo, specie nel racconto delle tappe che seguono il gesto violento commesso da Sofia. Non vi è edulcorazione, non vi è alcuna patina romanzata a rendere le immagini più facili da sopportare, non ci sono compromessi né retorica. Una figlia è fortemente ancorato alla realtà, tanto nelle dinamiche del racconto quanto nel ritratto dei personaggi, un padre e una figlia normali, in un contesto comune che parla direttamente alla nostra capacità di relazionarci con loro, di rivederci in loro.
Nulla viene omesso e nulla viene nascosto, con un montaggio lineare che non tralascia alcun dettaglio e una storia che dà spazio anche ai personaggi secondari, in particolare all’avvocata interpretata dalla brava Michela Cescon. Stefano Accorsi e Ginevra Francesconi sintonizzano le loro prove su quelle frequenze di realismo e sobrietà piena che Ivano De Matteo sceglie per raccontare questa storia. Il dramma c’è e si sente tutto, ma senza sensazionalismo o esagerazioni di alcun tipo. Francesconi in particolare è perfetta nel restituire tutte le complessità della sua Sofia, al contempo vittima e carnefice, preda di un tormento esistenziale che, seppur in modo differente, condivide con suo padre Pietro. Unica pecca, sarebbe stato interessante approfondire maggiormente il rapporto tra Sofia e Chiara, concentrato solo in pochi scambi all’inizio del film, ma alla mancanza di narrazione sopperisce la prova impeccabile, seppur breve, di Thony. Una figlia, di cui trovate qui il trailer, è al cinema dal 24 aprile con 01 Distribution.
Una figlia
Voto - 7
7
Lati positivi
- La regia di Ivano De Matteo che non giudica ma analizza le conseguenze di un gesto tragico e irreparabile con tatto e realismo
- La prova di Stefano Accorsi e Ginevra Francesconi
Lati negativi
- Il rapporto tra Sofia e Chiara avrebbe meritato un maggior approfondimento