Una vita spericolata – Recensione del nuovo film di Marco Ponti con Matilda De Angelis
Viaggeremo con Lorenzo Richelmy, Matilda De Angelis ed Eugenio Franceschini in questo nuovo road movie italiano
Tre ragazzi dalla vita ordinaria si ritrovano coinvolti in una rapina nata per caso, in fuga con una valanga di soldi e la polizia alle calcagna. La domanda per loro sorgerà spontanea: “e adesso che si fa?”
In questa recensione parleremo di “Una vita spericolata”, il nuovo film scritto e diretto da Marco Ponti con protagonisti Matilda De Angelis, Lorenzo Richelmy ed Eugenio Franceschini. Verremo catapultati in una fuga on the road dai ritmi frenetici, stando al passo con l’avventura dei nostri più che sprovveduti protagonisti. Marco Ponti debuttò nel mondo della regia col suo primo film “Santa Maradona”(2001), il quale gli valse il David di Donatello come “Miglior regista esordiente”.
Una vita spericolata – Recensione del nuovo film di Marco Ponti con Matilda De Angelis
Una rapina nata per caso
Il film di certo non si lascia aspettare e parte subito a tavoletta. Rossi (Lorenzo Richelmy) e BB (Eugenio Franceschini) sono due ragazzi poco sotto la trentina, nonché migliori amici. Il primo è proprietario di un’officina, il secondo un ex campione di rally. Rossi, visto l’andamento deludente della sua attività, è costretto a recarsi in banca per chiedere un prestito. La situazione degenera inaspettatamente e Rossi, da implorare per la concessione del prestito, si ritrova dopo una serie di strambe coincidenze ad essere l’artefice di una rapina. A completare il quadro della situazione sarà Soledad (Matilda De Angelis), giovane attrice nonché ostaggio improvvisato del “rapinatore”. Rossi metterà al corrente BB di quanto accaduto e, insieme alla ragazza, decideranno d’istinto di intraprendere una fuga verso l’Albania, così da ricominciare una nuova vita con il loro ghiotto bottino. I tre però sono all’oscuro di un piccolo dettaglio: i soldi tra le loro mani non appartenevano alla banca, ma ad un gruppo criminale che li reclamerà ben presto ad alta voce.
La trama di Una vita spericolata è sicuramente originale e fonda le sue radici in uno degli incipit ideali più intriganti nel cinema: “cosa succede se una persona ordinaria si ritrova coinvolta in una situazione fuori dall’ordinario?”
I protagonisti non sono degli specialisti, che agiscono con prontezza e che sanno il fatto loro. Al contrario, i nostri tre fuggitivi sono tutto sommato degli “outsider”, senza alcuna parvenza di intenzioni criminali. Esprimono a pelle una benevolenza ed una purezza tale da farci subito entrare in empatia con loro. Sono giovani ma con un passato intenso, obbligati a fare i conti con il fallimento nonostante la loro giovane età.
I tre fuggitivi
Proprio come fu Santa Maradona nel 2001, Una vita spericolata si presenta come un prodotto cinematografico inedito nel panorama italiano. Gli elementi che contribuiscono alla sua atipicità sono molteplici. La scrittura dei personaggi ad esempio è encomiabile, proprio in virtù della loro inadeguatezza al contesto in cui si trovano. Dar vita a questi stravaganti eroi è stato compito di Lorenzo Richelmy, Eugenio Franceschini e Matilda De Angelis. Le loro prove attoriali sono state esuberanti e ricche d’energia, in grado di far ridere e di coinvolgere lo spettatore a pieno nel loro viaggio delirante. Matilda De Angelis in particolar modo, dopo la magistrale interpretazione solista in Youtopia (Qui trovate la nostra recensione), conferma la sua bravura nel saper tenere la scena, nel prendere un personaggio singolare e saperlo rappresentare con abilità, regalandoci performance sempre più convincenti. Menzione d’onore per Massimiliano Gallo il quale, interpretando il Capitano Greppi, riesce a dar volto al personaggio più esilarante dell’intera commedia.
Il cast aveva già percepito l’ilarità sferzante di “Una vita spericolata” fin dalle prime letture della sceneggiatura. La stessa Matilda De Angelis, durante l’intervista, ci svela:
Quando ho letto la sceneggiatura mi sono divertita molto, ridevo ad alta voce. Personalmente mi è capitato pochissime volte. Sul set ero talmente presa dalla fisicità delle scene che era difficile pensare a quello che sarebbe potuto venir fuori, a film ultimato.
Aggiunge, inoltre:
Ho vissuto questo film un po’ come l’ha vissuto il mio personaggio, ossia nel gioco, nell’essere un po’ sconsiderato, nel non realizzare veramente quello che si sta facendo. Tuttavia, tutto ciò in qualche modo ti fa sentire che stai facendo la cosa giusta, che il sentimento è grande, è reale, è importante.
Visual Comedy e Rock
Un altro fattore che ci ha profondamente sorpresi è l’utilizzo intelligente della visual comedy. Questa è una tecnica che consiste nel suscitare la risata senza l’ausilio di battute, ma sfruttando a pieno i mezzi tecnici focalizzandosi su ciò che si trova sullo schermo. Uno dei maestri della visual comedy è il regista britannico Edgar Wright (Baby Driver, Hot Fuzz), e questo modus operandi è decisamente inconsueto tra le commedie nostrane. Marco Ponti invece offre numerosi spunti di visual comedy brillanti, mischiando numerosi elementi pulp nella pellicola, alternando sequenze narrative che ricordano persino il Guy Ritchie di Snatch. Ponti stesso dice di aver ris.entito molto dell’influenza dei Coen e del suo regista preferito Spielberg, al quale rende omaggio con delle citazioni. Il regista inoltre aggiunge:
Spero che il pubblico riconosca nel film la novità, proprio come accadde quando uscì nelle sale “Santa Maradona”.
Altro elemento da sottolineare è l’energia della colonna sonora. Durante il film le musiche rendono omaggio a Sergio Leone ed Ennio Morricone in grande stile. Tuttavia, Una vita spericolata è un film decisamente rock, sia nelle dinamiche che nelle sue sonorità. Marco Ponti ci ha raccontato come sono state per lui fondamentali le collaborazioni con Gigi Meroni e con il cantautore Samuel, storico frontman dei Subsonica. Ciò che ci ha sinceramente sorpreso però è il contributo dato al film da Tom Morello, chitarrista dei Rage Against The Machine, il quale si è reso disponibile ad eseguire tutti i brani scritti per la colonna sonora. Un concentrato di rock allo stato puro per un film che di energia ne ha da vendere.
Conclusioni
A conti fatti, la nostra recensione di Una vita spericolata quindi non può che essere positiva. Il film diverte e coinvolge, le dinamiche paradossali catturano l’attenzione e la recitazione è indubbiamente di alto livello. Lodi anche a Roberto Forza, responsabile della fotografia, che rende i paesaggi piemontesi e pugliesi molto suggestivi, il tutto grazie ad un’oculata scelta delle location da parte del regista. In questo mix pulp di una comedy story movimentata, ricca di inseguimenti e sparatorie alla Spaghetti Western, non ci si annoia mai. È bello vedere che, nonostante le critiche gratuite spesso mosse verso i film italiani, pellicole come quella di Marco Ponti arrivino sul grande schermo, pronti a smentire i detrattori del nostro cinema.
Una vita spericolata
Voto - 7.5
7.5
Lati positivi
- Regia intelligente ed innovativa
- Recitazione di alto livello
- Matilda De Angelis
- Fotografia ben curata
- Ritmo coinvolgente e film mai noioso
- Visual comedy
Lati negativi