Un’estate fa: recensione dei primi due episodi della serie Sky
Sospeso tra teen drama e thriller, Un'estate fa è il racconto di due mondi a confronto
Diretta da Davide Marengo e Marta Savina, Un’estate fa è la nuova miniserie Sky Original in onda dal 6 ottobre 2023. Con un doppio appuntamento settimanale suddiviso in 4 serate, la serie, sospesa tra teen drama e thriller, presenta un cast di grandi nomi italiani protagonisti del piccolo e grande schermo. Da Lino Guanciale a Filippo Scotti, da Claudia Pandolfi a Paolo Pierobon, Un’estate fa è una serie corale che viaggia su due piani temporali, nel tentativo di svelare un mistero sepolto da anni nei luoghi più nascosti della mente umana. Ideata da Michele Alberico e Massimo Bacchini, la serie è scritta da Federico Favot e Valerio Cilio.
Indice
- Trama
- Contrasto generazionale e tecnico
- La nostalgia italiana anni ’90 e quel mondo adolescenziale smarrito
- Conclusioni
Trama – Un’estate fa, la recensione
Elio, 50enne felicemente sposato, padre di una figlia adolescente e noto avvocato, è costretto a rivivere un trauma a seguito del ritrovamento del cadavere di una giovane donna. Si tratta di Arianna, scomparsa a 17 anni, sua coetanea conosciuta durante un campeggio e con la quale è stato amore a prima vista. Arianna era scomparsa proprio durante quell’estate, distruggendo lentamente le vite di tutti coloro che aveva intorno. Elio, travolto da frammentari ricordi dolorosi, è, da quel giorno, vittima di un’amnesia e per questo era stato considerato il principale sospettato.
Archiviata come una fuga volontaria di Arianna, solo adesso, a 30 anni di distanza, il caso verrà riaperto e le indagini saranno per omicidio. Vecchi fantasmi risvegliano la memoria di Elio che si ritrova letteralmente catapultato negli anni 90, poco prima che Arianna sparisse. Con la consapevolezza e i tormenti di un uomo di 50 anni che sa che qualcosa di terribile succederà in quei giorni, Elio torna nel corpo di quell’adolescente che potrebbe essere coinvolto nella scomparsa di Arianna molto più di quanto lui stesso immaginasse.
Contrasto generazionale e tecnico – Un’estate fa, la recensione
Estate anni 90, i mondiali di calcio, decine di giovani che popolano i campeggi e la spensieratezza tipica della prima adolescenza. Un’adolescenza segnata da un evento terribile, che colora il mondo di Un’estate fa di dolore, angoscia e paura. I due piani temporali della serie si alternano di continuo, presentando due universi opposti, che anche nella regia e nella fotografia appaiono completamente diversi: uno ricco di colori caldi, dove entusiasmo, ambizioni, amicizia e divertimento riempiono le giornate di quei giovani con tutta la vita davanti. Un altro che con colori cupi e giornate grigie tenta di riprendersi da un vecchio trauma che torna a chiedere il conto. Gli adolescenti di quegli anni 90 sono degli uomini cresciuti che mai hanno superato ciò che è accaduto. Il mondo giovanile si svolge in riva al mare, sulle spiagge bianche della Puglia, quello adulto in una città dove il sole sembra non battere mai. Un’estate fa gioca così su un continuo contrasto, ben visibile in ogni forma e in ogni contesto, con un genere ben riconoscibile che si muove tra i due mondi.
Ecco che la serie è a tutti gli effetti un thriller, nel passato come nel presente, permeato da un stile più teen e sentimentale e da uno più drama e investigativo. Innegabile che, per questi primi due episodi, è la linea temporale del passato a funzionare maggiormente. Per quanto le interpretazioni di attori come Claudia Pandolfi, Lino Guanciale e Paolo Pierobon siano da definirsi ottime come ci si aspetterebbe, non raggiungono l’altissimo livello e l’intensità delle performance di Filippo Scotti, Martina Gatti, Antonia Fotaras e degli altri giovani attori che compongono il mondo anni 90. La linea detection che nel passato è affidata al personaggio di Elio e nel presente agli organi di polizia, è avvincente e ben congegnata, anche se con qualche stereotipo per quanto riguarda la costruzione di alcuni personaggi. Accettabile per i primi due episodi e considerando il genere ampiamente trattato sul piccolo e grande schermo italiano.
La nostalgia italiana anni 90 e quel mondo adolescenziale smarrito – Un’estate fa, la recensione
Un’estate fa è quindi coinvolgente, con un indizio dopo l’altro, una piccola scoperta dopo l’altra, seguendo da vicino ciò che successo. Originale e anche avvincente è l’elemento e la riflessione del corpo di un’adolescente con la mente di un uomo di 50 anni e quindi dell’essere un giovane con le consapevolezze, i tormenti, le aspirazioni e le paure di una persona di mezza età. L’Elio che si ritrova adolescente parla in modo diverso, vive un’esistenza che non ha nulla a che vedere con quella che sente sua e, soprattutto, sa cosa sta per accadere. Una matrice soprannaturale che ha il pregio di poter essere spiegata anche come una rimozione e un riaffiorare dei ricordi. A non convincere fino in fondo è forse la modalità con cui avviene questo rivivere alcuni momenti di quell’estate. La serie Sky esplora le tipiche tematiche adolescenziali dell’amicizia, dell’amore, della voglia di sentirsi vivi e di rendere ogni istante indimenticabile. Al tempo stesso cerca di far luce su un crimine, sui responsabili e sulle ragioni che vi sono alla base.
Le aspettative per la conclusione di Un’estate fa sono perciò altissime, non solo per la popolarità del crime detection, ma per come quell’evento passato ha davvero devastato ognuno dei personaggi coinvolti. Qualcosa di orribile e inaspettato è accaduto in quei giorni e a scoprirlo saranno sia il protagonista del passato che quelli del presente. Sulle note di Take on me degli a-Ha e di Amore Disperato di Nada la nuova serie Sky Original è pervasa da quell’atmosfera nostalgica italiana che interessa sia chi gli anni 90 li ha vissuti sia chi li ricorda come il periodo della propria infanzia; è il momento storico di una generazione che aveva forse ancora l’idea di un futuro pieno di novità e opportunità e che poteva ancora scegliere. Negli anni 90 tutto è cambiato per i protagonisti di Un’estate fa, ma anche l’Italia stessa si è trasformata, ecco che come periodo risulta una scelta vincente, nel ricordo di una giovinezza perduta e di una vita adulta estremamente distante, e quindi adatta al tema e all’obiettivo che sembra essersi posto la serie.
Conclusioni – Un’estate fa, la recensione
La serie Sky presenta due mondi, con gli stessi personaggi irrimediabilmente cambiati. Un’estate fa si pone anche come rappresentazione del processo di crescita e modifica che ogni essere umano vive e che qui è negativamente alimentato da una scomparsa che, in qualche modo, interessa ogni personaggio. Lo show mostra possibili colpevoli e possibili antagonisti e racconta anche la differenze tra questi due microcosmi che non hanno nulla di simile tra loro, nonostante siano vissuti e vedano come protagonisti le stesse persone. Un sottotesto al genere teen e crime e uno spunto più profondo che affonda le proprie radici in un’epoca riconoscibile, in un ambito di quella giovinezza lontana negli anni, nell’anima e nel corpo, ma che he comunque lasciato in ognuno di loro qualcosa che si può ancora recuperare. Un’estate fa (qui il trailer) ha per adesso tutte le carte in regola per essere un altro ottimo prodotto Sky, e per ora è tutto da vedere.
Un'estate fa
Voto - 7
7
Lati positivi
- Coinvolgente e ben articolato
- Personaggi principali caratterizzati e tridimensionali
Lati negativi
- Alcune figure stereotipate