Venom: La furia di Carnage – Recensione del sequel con Tom Hardy
Tom Hardy torna a vestire i panni di Eddie Brock, giornalista infestato dal simbionte Venom
A distanza di circa tre anni dall’uscita del primo film ecco in arrivo un (non atteso) sequel di quella che ha tutta l’aria di essere una nuova saga di un personaggio Marvel. Stiamo parlando ovviamente di Venom, uno dei più controversi antieroi dell’universo fumettistico portato ora su grande schermo. L’intento è stato quello di creare una serie di film parallela al classico Spiderman. Venom: La furia di Carnage, di cui vi proponiamo la nostra recensione, è appunto il sequel del primo film. I toni horror/action che trapelavano dai trailer iniziali del primo Venom sono stati poi smentiti da una storia infarcita di ironia e black humor che puntava sicuramente a tutt’altro pubblico.
Non cambia registro questo secondo film dove il duo Venom/Eddie non mancherà di “esibirsi” in situazioni e dialoghi più o meno comici. Nei panni dello sfortunato giornalista torna il candidato premio Oscar Tom Hardy. Il cast si arricchisce di un ulteriore star: Woody Harrelson nei panni di Carnage, il villain di turno. Presente ancora una volta Michelle Williams mentre dietro la cinepresa c’è Andy Serkis (l’interprete di Gollum nel Signore degli Anelli). Con questo secondo film viene praticamente confermata l’idea di creare una nuova saga cinematografica sul personaggio di Venom. Se siete curiosi di conoscere la nostra opinione su Venom: La furia di Carnage non vi resta che proseguire con la lettura della recensione.
Indice:
La trama – Venom: La furia di Carnage, la recensione
Il giornalista Eddie Brock è sempre alla ricerca di un nuovo scoop che possa rilanciare la sua carriera. Nel frattempo diventa sempre più difficile e problematica la convivenza con Venom, il simbionte ospitato nel suo organismo. Per tenerlo sotto controllo Eddie gli ha imposto di non uscire mai allo scoperto in luoghi pubblici. Ma soprattutto di non nutrirsi con il cervello delle persone, a meno che non siano spietati killer. E visto che il cibo scarseggia Venom, in preda ad una vera e propria astinenza da feniletilamina, diventa ogni giorno più difficile da contenere; placato unicamente dal pasto occasionale di qualche pollo e barrette di cioccolato.
Grazie proprio alle capacità dell’alieno, Eddie Brock riesce a scovare dove sono stati seppelliti i cadaveri delle persone uccide da Cletus Kasady, uno spietato serial killer detenuto in prigione. Le scoperte del giornalista comportano ovviamente la condanna con la pena di morte per il furente omicida. A seguito di una colluttazione con Eddie qualcosa sembra modificarsi nel DNA di Cletus. Una nuova e pericolosa forma aliena sembra impossessarsi del suo corpo: Carnage. Come se non bastasse, tra i suoi alleati c’è anche la sua compagna, una ex detenuta che ha il potere di emettere distruttive onde sonore urlando. Venom e Eddie sono costretti a tenere ancora le forze unite per fronteggiare i nuovi temutissimi nemici.
Analisi in breve – Venom: La furia di Carnage, la recensione
Se il primo Venom ci teneva sulle spine per circa metà film per la curiosità di vedere quanto meno l’entrata in scena del simbionte questo sequel non può vantare neanche questo aspetto. Un film che mantiene un registro narrativo analogo al suo precedente: molto humor, molta azione, poco scary, poca violenza. É chiara allora la fetta di pubblico a cui si rivolge questa nuova saga incentrata su un antieroe particolare perché complesso e contraddittorio, oltre che violento. Sebbene il continuo dialogo interiore tra Eddie e Venom regga tutto il ritmo della storia, a volte comporta, per l’eccessivo humor, un crollo della tensione. Soprattutto quando le battute recitate sono un continuo susseguirsi di freddure o idiozie più o meno argute (alcune addirittura demenziali). Un problema che in realtà avevamo già notato nel primo capitolo.
Mentre nel primo capitolo la storia ci aveva relativamente preso, almeno nella prima metà relativa alla nascita del personaggio, in questo secondo film non abbiamo trovato spunti narrativi degni di un film. Lo scopo ultimo è far arrivare alle mani il “buono ed il cattivo”. I personaggi secondari non offrono grandi spunti così come la storia amorosa tra Eddie e la sua ex, richiamata in causa in maniera fin troppo superficiale. Il film non ha chiaramente l’intento di raccontare una storia anche solo vagamente interessante. Si cerca di lasciare più spazio al divertimento puro: che si tratti di dialoghi di stampo umoristico o di azione vera e propria. Eppure non avviene la stessa cosa ad esempio per altri cinecomic che tentano quanto meno di mantenere una “dignità narrativa”. Basti pensare ad esempio a Spider-Man: Far From Home.
Cast, azione e CG
Tutto il peso della riuscita del film (essenzialmente al box office) è affidato in primis al personaggio di Venom in quanto tale e poi alla scelta del cast. Ed ovviamente alle scene action. Dobbiamo dire che rispetto al primo capitolo questo secondo film vanta delle sequenze di azione sicuramente più divertenti. In tal senso si sente il diverso peso della regia di Andy Serkis che riesce a farci respirare tutta la frenesia e l’adrenalina dei combattimenti. Un miglioramento, seppur minimo, anche alla gestione della computer grafica, fin troppo evidente e distaccata nel primo Venom. Fatta eccezione per questo, Venom: La furia di Carnage ha veramente poco da mostrare.
Sebbene Woody Harrelson torni ad essere feroce e violento come ai tempi di Natural Born Killers il suo personaggio è fin troppo caricaturale e scontato. Stessa cosa dicasi per i dialoghi ma in generale per la trama: un filone narrativo a senso unico senza colpi di scena e senza quelle sfaccettature che servirebbero a rendere “intellettualmente più appetibile” una storia banale e scarna. In definitiva un cast di stelle che non brillano, un umorismo a tratti troppo invadente per 90 minuti di girato che scorrono rapidamente senza tanto interesse. Dopo il primo deludente film Venom: La furia di Carnage non riscatta le sorti di una saga iniziata male, anzi malissimo. Questo sequel al livello di sceneggiatura è perfino peggiore del primo.
Le nostre conclusioni
Il secondo capitolo della saga di Venom conferma purtroppo quanto avevamo detto con il precedente film. Una saga che in considerazione del personaggio protagonista e della presenza di Tom Hardy aveva molto potenziale. In molti già pensavano ad una versione del Cavaliere Oscuro nolaniano in stile Marvel. In molti hanno creduto che Tom Hardy avrebbe rilanciato la sua immagine con un personaggio iconico al pari di un Christian Bale in Batman. Il primo Venom ci aveva fatto capire che la strada intrapresa non era affatto quella giusta. Questo secondo capitolo non cambia sentiero facendo precipitare più ombre che luci su un progetto veramente valido. Non è per fare una morale alla Scorsese, ma questi due capitoli non hanno proprio l’essenza di un film.
Una serie di scene più o meno confuse, qualche battuta divertente, effetti speciali, personaggi dei fumetti famosi, grandi attori. Un’accozzaglia di ingredienti mal miscelata che non riesce a mettere in scena una storia quanto meno valida. In un periodo così nero per il cinema è dura sconsigliarvi di andare a vedere Venom: La furia di Carnage sul grande schermo. Sicuramente merita la visione, giusto per curiosità, da parte di chi ha visto il primo film ed è appassionato al fumetto. Gli altri possono tranquillamente lasciar perdere. Come ormai da tradizione vi consigliamo di rimanere in sala attendendo la fine dei titoli di coda per una simpatica scena post-credits.
Venom: La furia di Carnage
Voto - 5
5
Lati positivi
- Alcune scene action
- Dialogo interiore Eddie/Venom
Lati negativi
- Sceneggiatura troppo banale
- A volte humor troppo invadente e demenziale
- Ripetitivo e prevedibile