Wasp Network: recensione del film di Olivier Assayas disponibile su Netflix

Una storia vera di spionaggio e doppio gioco tra L'Avana e Miami

È da poco arrivato su Netflix l’ultimo film dello sceneggiatore e regista francese Olivier Assayas, Wasp Network, di cui vi proponiamo la nostra recensione. Presentato in concorso a Venezia 76, in Italia il film avrebbe dovuto arrivare in sala nel corso del 2020. Il destino di Wasp Network – come quello di molti altri film – è stato segnato dalla pandemia da Covid-19; l’ultima fatica di Assayas è stata dunque distribuita anche nel nostro Paese direttamente da Netflix. Il film è un thriller storico-politico con una forte componente spionistica la cui durata supera di poco i 120 minuti.

Olivier Assayas (Sils Maria, Personal Shopper, Il gioco delle coppie) firma l’adattamento per il grande schermo del libro del giornalista Fernando Morais Gli ultimi soldati della Guerra Fredda. Il libro tratta la vera storia di cinque uomini cubani membri della cosiddetta Red Avispa, la Wasp Network del titolo. L’attenzione è qui concentrata, in particolare, sulle storie di René González e Juan Pablo Roque. La Red Avispa era una rete di spionaggio istituita dal governo di Cuba a Miami negli anni Novanta; lo scopo era quello di infiltrarsi nelle organizzazioni terroristiche anti-castriste che operavano nella città della Florida. Assayas guida un cast di tutto rispetto che comprende Penélope Cruz, Edgar Ramírez, Wagner Moura, Ana de Armas e Gael García Bernal.

Indice:

La trama – Wasp Network, la recensione

L’Avana, anni Novanta. Il pilota cubano-americano René González (Edgar Ramírez) ruba un aereo e decide di fuggire verso Miami, in Florida. A L’Avana, René vive con la moglie Olga Salanueva (Penélope Cruz) e con la figlia Irma di appena sei anni che, dopo l’improvvisa partenza dell’uomo, rimangono sole e in difficoltà. Etichettato in patria come un gusano – un traditore, letteralmente un verme – a Miami René inizia a costruirsi una nuova vita. Ben presto altri dissidenti cubani raggiungono la Florida, fra cui l’ufficiale disertore Juan Pablo Roque (Wagner Moura).

González, Roque e gli altri dissidenti mettono la loro esperienza di piloti al servizio della Fondazione Nazionale Cubano Americana; il loro compito è sorvolare il Golfo del Messico in cerca di rifugiati in difficoltà da trarre in salvo. La Fondazione, però, ha anche altri piani segreti; promuove infatti atti terroristici mirati a indebolire e infine abbattere il regime castrista. Il vero ruolo di González e Roque diventa chiaro con lo scorrere del tempo, esattamente come il loro doppio gioco; i due sono spie filo-castriste che rispondono all’agente segreto cubano Manuel Viramontez (Gael García Bernal). Passano gli anni e mentre la vicenda si fa via via più complicata, Olga riesce a raggiungere il marito e a ricongiungere il nucleo familiare. Ma proprio quando la famiglia González sembra aver ritrovato un equilibrio, entra in gioco l’FBI.

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Wasp Network. CG Cinema International, Nostromo Pictures, RT Features, France 2 Cinema

Una rete (troppo) intricata – Wasp Network, la recensione

La vera storia della Red Avispa è tanto complessa e intricata quanto lo è lo stesso Wasp Network. Il progetto di Assayas di adattare per il grande schermo il libro di Fernando Morais è ambizioso negli intenti, ma poco convincente nel risultato finale. Se non si possiede un’infarinatura di base sulla storia del regime castrista, sulla Guerra Fredda e sui rapporti fra Stati Uniti e Cuba, diventa difficile comprendere fino in fondo le vicende. Questo perché il contesto storico è poco approfondito, esattamente come le motivazioni profonde che spingono i personaggi ad agire in un certo modo. Assayas vuole raccontare le vicende sia in un’ottica politica sia privilegiando la dimensione personale dei protagonisti, ma entrambi i punti di vista appaiono poco incisivi e troppo confusionari.

Se è apprezzabile la scelta del regista di non prendere posizione e raccontare da una prospettiva neutrale, questo distacco, per lo spettatore, si traduce in uno scarso coinvolgimento. Chi guarda, in altre parole, non è in grado di formarsi un’opinione; da un lato perché non gli vengono forniti strumenti per comprendere del tutto la Storia e le storie, dall’altro perché non riesce a comprendere del tutto i protagonisti. Ed è anomalo, se si pensa al talento di Assayas nel tratteggiare ritratti intimi e personali. Anche dal punto di vista dei generi, Wasp Network mescola il thriller, lo spionaggio e il dramma familiare perdendosi nelle varie direzioni e linee narrative. Troppa carne al fuoco e troppe storyline confuse sottraggono intensità e mordente a una storia sulla carta affascinante e stimolante.

Analisi – Wasp Network, la recensione

Nel paragrafo precedente della nostra recensione, abbiamo visto come Wasp Network sia un ibrido di generi. Componente fondamentale del thriller e del sottogenere spionistico è, senza ombra di dubbio, il meccanismo di creazione della suspense. In Wasp Network sono diversi i momenti in cui ci si ritrova a chiedersi cosa stia per succedere; questo, però, non perché vi sia tensione narrativa, quanto piuttosto perché non si riesce a mettere insieme i tasselli della storia. Il difetto principale, in questo senso, sta nella scelta di raccontare tante storie diverse piuttosto che concentrarsi su una sola, approfondendola a dovere. Il risultato finale è quello di un quadro tanto composito quanto dispersivo; soprattutto nella seconda metà del film, quando facciamo la conoscenza di personaggi nuovi su cui una voce narrante esterna ci ragguaglia brevemente.

Se la componente thriller traballa e fatica a ingranare, è un piacere ritrovare la visione di Olivier Assayas nella dimensione del dramma familiare. Il regista mette in scena con maestria tanto il tormento di Olga Salanueva quanto la sfortunata parabola di Ana Margarita Martinez, la moglie di Juan Pablo Roque interpretata da Ana de Armas. Alla fine del film sono proprio questi due personaggi femminili a rimanere impressi; sia grazie a una scrittura particolarmente efficace sia – lo vedremo meglio più avanti – per le ottime interpretazioni delle attrici. In particolare, il personaggio di Olga è quello le cui caratteristiche e la cui spinta motivazionale appaiono più chiare e meglio delineate. Anche alla luce di questo, viene da pensare che concentrare il racconto su meno personaggi meglio rappresentati sarebbe stata la scelta vincente.

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Wasp Network. CG Cinema International, Nostromo Pictures, RT Features, France 2 Cinema

Considerazioni tecniche

Riagganciandoci a quanto anticipato poco sopra nella nostra recensione, il pregio maggiore di Wasp Network è senza dubbio la prova delle due protagoniste femminili. Penélope Cruz è perfetta in un ruolo che sembra scritto apposta per le sue corde interpretative; intensa e sempre in parte, l’attrice restituisce al meglio la sofferenza, i dubbi e i conflitti del suo personaggio. Ottima anche la prova di Ana de Armas alle prese con una figura secondaria che l’attrice riesce a rendere incisiva mettendo in scena le paure e lo sgretolarsi delle false certezze del suo personaggio.

La linea temporale di Wasp Network copre un arco cronologico di circa dieci anni. In una storia così complessa e intricata basata su fatti reali ci si aspetterebbe una linea temporale chiara e coerente; la timeline risulta invece spesso troppo confusa, generando una certa frustrazione e spaesamento nello spettatore. Alcuni episodi della storia, poi, vengono trattati troppo frettolosamente, quasi in affanno, soprattutto nella seconda metà del film; altri, invece, prendono uno spazio eccessivo pur essendo marginali. Accattivante ed esteticamente pregevole invece, una fotografia nitida che, soprattutto nelle riprese in esterna a Cuba, abbraccia una palette di colori variegata e vibrante.

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Wasp Network. CG Cinema International, Nostromo Pictures, RT Features, France 2 Cinema

Conclusioni

Arrivati al termine della nostra recensione di Wasp Network, dovrebbe essere chiaro come l’ultima fatica di Olivier Assayas dietro la macchina da presa non sia un colpo totalmente a segno. Portare sul grande schermo, in un film della durata di poco più di due ore, una storia complessa e intricata come quella della Red Avispa non è stata la scelta migliore. Un adattamento sotto forma di miniserie, forse, sarebbe stato più adeguato e funzionale alla narrazione delle vicende. In questo senso basta pensare a Carlos, miniserie tv in tre episodi con protagonista lo stesso Edgar Ramírez, nella quale Assayas raccontava la storia del terrorista venezuelano Ilich Ramírez Sánchez.

Pur con qualche riserva, Wasp Network ha il pregio di portare alla luce una storia poco conosciuta ma estremamente interessante. Che sia per mettere insieme i pezzi mancanti del puzzle narrativo o (soprattutto) per soddisfare un’autentica curiosità di saperne di più, alla fine del film ci si ritrova naturalmente spinti ad approfondire la vicenda. In ultima analisi, Wasp Network è uno dei film più sottotono e “intorpiditi” di Assayas, in cui si fa fatica a ritrovare tutte quelle caratteristiche e tratti distintivi che rendono unica la visione e il punto di vista del regista francese.

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Wasp Network

Voto - 6

6

Lati positivi

  • Penelope Cruz e Ana de Armas
  • Fotografia

Lati negativi

  • Linea temporale un po' confusa
  • Troppe linee narrative poco approfondite e dispersive

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