We can be heroes: recensione del film Netflix
Un film di supereroi rivolto a un pubblico giovane, sequel de "Le avventure di Sharkboy e Lavagirl in 3-D"
Oltre ad essere la frase iconica di una canzone storica di David Bowie We can be heroes è anche il titolo del nuovo film Netflix di cui vi presentiamo la recensione. Come avviene solitamente in queste storie la Terra è in grave pericolo e saranno dei piccoli supereroi a doverla difendere. A minacciare il nostro bel pianeta il più classico dei nemici: tecnologici alieni tentacolati di colore viola. In questa sorta di versione moderna dei Goonies saranno dei bambini, figli di supereroi, a dover salvare il nostro pianeta dalla minaccia aliena. Ognuno di loro è dotato di un potere particolare ma solo unendo le forze e facendo squadra potranno farcela. La storia è una via di mezzo tra avventura e commedia, sicuramente non un classico cinecomic. Nel cast del film spiccano i nomi di Christian Slater, e del “duo Narcos” Pedro Pascal e Boyd Holbrook, alla regia Robert Rodriguez.
Indice
Trama – We can be heroes, la recensione
Una mostruosa specie aliena sta per invadere la Terra con lo scopo di mettere in atto il cosidetto “avvicendamento” ovvero la sostituzione della razza umana. Per fortuna il nostro pianeta sa come difendersi in queste occasioni. I primi a scendere in campo sono gli Heroics, un gruppo di supereroi con poteri fuori dall’immaginario. Sfortunatamente messi insieme non sono una vera squadra e vengono uno dopo l’altro sconfitti e catturati dagli alieni. Il tempo stringe quando improvvisamente fanno la loro comparsa i mini-heroics, vale a dire i figli dei supereroi caduti in trappola.
Ognuno di loro ha ereditato dai propri genitori degli straordinari superpoteri. Le loro capacità sono tra le più incredibili e varie: c’è chi è in grado di mandare avanti il tempo e chi indietro, chi va in slow-motion, chi usa la voce per volare e spostare oggetti e chi prevede il futuro… Presi singolarmente non valgono poi molto ma capitanati da un vero leader e unendo le forze diventano una squadra imbattibile. Il loro compito è quello di riuscire a salvare il pianeta dalla minaccia aliena e liberare i loro genitori.
Storia e personaggi
Sicuramente il periodo infelice che stiamo vivendo ha influito sul nostro umore ma in generale non ce la sentiamo di parlare bene di We can be heroes in questa nostra recensione. Il film Netflix ha una storia banale che si adatta più che altro ad un pubblico di bambini. Non ci sono veri e propri spunti interessanti nei quasi 140 minuti di girato complessivi. Ma andiamo con ordine partendo dai personaggi. Gli eroi adulti sono volutamente caricaturali con costumi démodé che ricalcano i telefilm supereroistici degli anni ’90. Non emergono personaggi di spicco e la caratterizzazione di ognuno si riduce più che altro ai poteri che possiede.
Decisamente più interessanti e ben sviluppati invece i piccoli supereroi, veri protagonisti della vicenda. Stessa cosa dicasi per i loro superpoteri e soprattutto per il modo in cui vengono impiegati insieme a quelli degli altri, in una serie di combo micidiali. Per quanto riguarda la trama invece, se si fa eccezione per qualche buon colpo di scena, non c’è molto da dire. Manca un vero e proprio nemico carismatico; la storia come ci aspettavamo fin dai primi minuti non è ne coinvolgente ne appassionante. Il film non ha una vera anima e non si capisce esattamente quanto voglia essere una caricatura delle storie con supereroi e quanto invece voglia essere un vero film con piccoli supereroi. Questo è sicuramente l’aspetto più penalizzante di We can be heroes che alla fine della fiera ha anche la pretesa di voler dare qualche insegnamento.
Analisi tecnica
Difficile parlare di un lato tecnico in un film come quello di Robert Rodriguez. Ci ha sicuramente spiazzato un approccio alla regia nel complesso semplicistico da parte del blasonato regista, che ci ha abituato a una qualità ben più alta dietro la cinepresa. La sceneggiatura è fin troppo lineare. Gran parte dei personaggi, eccetto i veri protagonisti, sono piatti e troppo poco sviluppati. Tutto ruota attorno a quello che è il messaggio chiave del film: di fronte alle avversità bisogna unire le forze ed essere una squadra.
Non è una vera storia di supereroi, e probabilmente non ha proprio questa pretesa, ma non riesce neanche a essere una caricatura divertente dei classici cinecomic. Scorrevole ma mai veramente coinvolgente. Mal riuscito sia come avventura che come commedia. We can be heroes è adatto ad un pubblico di piccolissimi, sia nella forma che nei contenuti: un mondo colorato, navi spaziali, alieni cattivi e tentacolati, superpoteri fuori dagli schemi, una trama semplice e lineare. Il tutto condito da tanti effetti speciali. Forse un po’ troppo, al limite con il trash, per una durata complessiva di circa 140 minuti.
Considerazioni finali
Forse Netflix negli ultimi tempi ci ha abituato a standard ben più elevati se alla fine di questa recensione vi sconsigliamo assolutamente di vedere We can be heroes. La piattaforma colosso dello streaming offre ben altro nel suo ricco catalogo. Quello di cui vi abbiamo parlato è un film difficilmente inquadrabile e godibile da un adulto, un vero peccato se si pensa alla miriade di contenuti per i più giovani che grazie ai più livelli di lettura possono essere apprezzati da un’ampia fetta di pubblico. Una storia lineare che non manca di colpi di scena ma che tutto sommato rimane abbastanza banale e anonima. Un film di cui non avevamo grosse aspettative con una storia interpretabile in un unico modo, non ci sono più chiavi di lettura e interpretazioni. Lo stereotipo dell’alieno cattivo e tentacolato, la palette di colori scelta, la scenografia, i protagonisti ed i dialoghi semplificano tutto al massimo cercando di creare un mondo fantastico per bambini. Chiudiamo le righe di questa nostra recensione di We can be heroes su Netflix dicendo che la cover del brano di David Bowie è a dir poco oscena.
Voto - 4.5
4.5
Lati positivi
- Alcuni colpi di scena
- I superpoteri
- Trama
- Mai appassionante
- Personaggi secondari mal caratterizzati
- Un film senza identità
Lati negativi