Wellmania: recensione della serie tv australiana di Netflix

Una comedy che provando a smontare alcuni stereotipi ne rafforza altri

Wellmania recensione. La serie mette al centro le tante tematiche legate al benessere fisico e alla necessità di rimettersi in forma, proponendole in un mix ironico e allo stesso tempo più profondo. Nata da una collaborazione tra Brigid Delaney e Benjamin Law, la serie è ispirata liberamente al diario della Delaney dal titolo “ Wellmania: Misadventures in the Search for Wellness”. Al centro le vicissitudini di Liv, una donna alla soglia dei 40 anni, che si trova a rivoluzionare la sua vita e a rimettere in discussione non solo se stessa e le sue abitudini ma anche il proprio passato, con la sorpresa di poter scoprire un futuro ben diverso da come immaginava. 

Protagonista indiscussa è Celeste Barber, l’attrice e comica australiana che riesce brillantemente a far bilanciare in Liv, le difficoltà, i dubbi ma anche le paure che affronta in ogni episodio. Al suo fianco altri attori e attrici come JJ Fong nei panni della migliore amica di Liv, Amy; Genevieve Mooy, in quelli della madre, mentre Lachlan Buchanan e Remy Hi sono il fratello Gaz e il compagno Dalbert. Scopriamo cosa ha funzionato e cosa meno in Wellmania recensione. 

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Wellmania recensione, Fremantle Australia, Nondescript Productions

Indice: 

Wellmania recensione  – Trama

Liv Healey è una famosa giornalista gastronomica del New York Times in attesa di ricevere un’offerta che le potrebbe cambiare per sempre la carriera. La sua caporedattrice le anticipa infatti che la vorrebbero come giudice per un rinomato programma gastronomico in tv. Felice ed elettrizzata per questa straordinaria opportunità, Liv torna in Australia per un week end per festeggiare il quarantesimo compleanno della sua migliore amica Amy. Giunta a Sidney però scopre di aver perso la sua Green Card che le avrebbe permesso il rientro in America il lunedì successivo. 

Una sera dopo aver accompagnato Amy ad una prestigiosa cena, Liv perde i sensi e si risveglia in ambulanza. Sicura che il suo mancamento sia stato solo un caso la donna è determinata a tornare a casa, ma si sente nuovamente male quando si reca in ambasciata per fare domanda di una nuova green card. Da qui ha inizio per lei un lungo periodo, non privo di alti e bassi e situazioni esilaranti, che la porterà a dover cambiare la sua vita per dimostrare di essere in salute e quindi in grado di tornare in America.

Wellmania recensione – Un viaggio interiore 

Come già detto al centro di Wellmania c’è il percorso di Liv che cambia nel corso delle puntate. Il suo non è solo un cambiamento fisico ma anche caratteriale. Dalle prima puntate la vediamo incarnare perfettamente lo stereotipo della donna newyorkese in carriera che lotta e lavora per guadagnarsi il suo posto nel mondo. Una città in cui tutti vanno di corsa, dove nessuno sembra aver attenzione per gli altri e rincorre qualcosa che desidera così ardentemente senza sapere bene cosa ne farà poi in futuro. Un atteggiamento che non vale solo per i newyorkesi ma per tutti nella società di oggi. Gli uomini come macchine pronte a nascondere sotto la sabbia i problemi reali, così focalizzati sul futuro dal perdere il presente o viverlo in maniera così fugace da non dargli un senso più profondo. 

Nel suo tornare in Australia Liv viene costretta dalle circostanze a mettere in pausa la sua vita, respirare e sperimentare  una percezione diversa del tempo rispetto a quella che aveva a New York. Certamente connesso a questo c’è il grande ostacolo che deve affrontare nel suo soggiorno in Australia: il suo passato. Il viaggio verso un miglioramento del suo stato di salute la porta anche a ricordare quello che è uno dei più grandi traumi della adolescenza ovvero la perdita del padre. Tornare nella sua casa, camminare per le spiagge e le strade di Sydney, la riporta esattamente nel passato costringendola a ricordare il suo dolore e a doverci fare i conti. In quest’ottica diventa quindi chiaro come la sua frenetica vita a New York non sia solo il suo desiderio ma anche un modo per scappare da ciò che la fa stare male ed evitare di affrontarlo.

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Wellmania recensione, Fremantle Australia,Nondescript Productions

Wellmania recensione – Una nuova Liv tra stereotipi e cliches 

La serie si pone fin da subito l’obiettivo di sottolineare l’importanza del benessere fisico e mentale ponendo in contrapposizione lo stile di vita di Liv a New York con quello a Sydney. Questo però non riesce nel modo previsto. Liv è una donna alla soglia dei quarant’anni, ha un corpo nella media e uno stile di vita decisamente sregolato. La scelta di una protagonista non giovanissima e con un corpo non considerato “perfetto” ma più vicino alla realtà di molti altri, mandano un messaggio importante: la serie vuole essere  più vicina possibile alle sue spettatrici, mostrando con naturalezza la vita della generazione di Liv e delle donne con il suo corpo. 

Il problema però si presenta quando ciò che innesca questo cambiamento in lei viene da uno stimolo esterno e non personale. Le rigide regole del sistema di immigrazione americano richiedono che lei sia in buona salute e che non rappresenti un pericolo per il paese. Pur di tornare al più presto a New York Liv fa di tutto ma senza esserne davvero convinta, guidata invece dalle imposizioni esterne. In questo senso quindi il messaggio è controverso: il cambiamento è imposto e solo se ti adegui agli standard richiesti puoi essere accettabile. Un modo di riflettere legato anche al mondo della forma fisica, con rigidi programmi da seguire e che se fraintesi possono assumere tratti tossici. 

Wellmania recensione – Conclusione 

Prima di concludere Wellmania recensione vale la pena dedicare alcune parole anche al rapporto di Liv con il lavoro. Se da una parte infatti, come già detto, è l’incarnazione di un modo frenetico, dall’altro il suo personaggio rappresenta la donna quarantenne in carriera che ha scelto il lavoro alla famiglia. Questo è un altro messaggio importante, nella serie viene fatto notare a Liv e diventa un’accusa da parte della madre che non riesce a comprendere e ad accettare completamente la scelta della figlia, che ha il diritto di mettere il lavoro davanti alla vita privata. Celeste Barber riesce perfettamente a far divertire e riflettere, cattura e diverte lo spettatore con il sarcasmo che il suo personaggio incarna e rappresenta una delle ragioni valide per cui guardare la serie. 

I dialoghi sono per lo più significativi e scritti bene, con toni ironici e sagaci, e invitano a riflettere. I personaggi potevano essere maggiormente esplorati, come il rapporto tra lei e la madre che è da sempre stato conflittuale. Allo stesso modo il rapporto con il padre,  ma si ha la sensazione che sia solo stato rimandato per una eventuale seconda stagione che sembra molto plausibile considerato il finale della prima. Wellmania in sostanza  è promossa nelle intenzioni e in alcuni messaggi che raggiungono l’obbiettivo, mentre su altri più attenzione sarebbe stata apprezzata. 

 
 
 
 
 
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Wellmania

Voto - 6.5

6.5

Voto

Lati positivi

  • Ottima performance di Celeste Baber
  • Mix di ironia e leggerezza che imposta il tono della serie
  • Scelta di rendere protagonista una donna che esce fuori dagli stereotipi e imposta il suo modello

Lati negativi

  • Il benessere fisico sembra imposto dall’esterno e non come iniziativa della protagonista
  • Rafforza in parte l’idea di dover sottostare a degli standard della società
  • Mancato approfondimento di alcune dinamiche tra protagonista e personaggi secondari

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