Willow: recensione della serie fantasy su Disney Plus

Una serie tv classica e nostalgica che strizza l'occhio alla serialità di oggi

Nel 1988 esce Willow, film diretto da Ron Howard e ideato da George Lucas le cui intenzioni iniziali erano quelle di creare un universo narrativo complesso quanto quello di Star Wars. Quando il film uscì, le opinioni furono contrastanti: il pubblico lo ha apprezzato, ma al botteghino sono stati altri film di punta del periodo a surclassarlo; la critica ha elogiato gli effetti speciali spettacolari per quell’epoca, ma non ha apprezzato né la storia né la regia.

Willow è rimasto per trentacinque anni l’unico capitolo dell’idea di Lucas nel voler creare una saga mitologica fantasy, almeno fino ad oggi. La serialità contemporanea e l’approccio nostalgico degli spettatori ha permesso alla Lucasfilm di ritentare una seconda volta, portando su Disney Plus una serie che riprende pienamente gli stilemi degli anni Ottanta con un pizzico di modernità.

Indice

Trama – Willow, la recensione

La serie si apre con un veloce riassunto di quello che è accaduto nel film del 1988, a mo’ di riepilogo delle puntate precedenti. Sono passati decenni dalla sconfitta della regina Bavmorda per mano di sua figlia Sorsha, assieme alla piccola Elora Danan e al mago Willow. I regni vivono ora in pace e Sorsha e Willow si sono persi di vista, un rapporto il loro che è stato inasprito da litigi su come accudire la piccola Elora.

Willow

Willow. Lucasfilm, Imagine Television, MGM Television.

Ora Sorsha è regina e madre di due gemelli: Kit e Airk. La prima ha uno spirito indomito e una gran voglia di combattere che arde in lei, ma il suo destino è segnato da un matrimonio di convenienza con il principe Graydon Hastur. Airk, al contrario, adora passare il suo tempo libero a corteggiare le ragazze del regno. Almeno finché, la notte prima delle nozze di sua sorella, Airk viene rapito da delle forze del male che, durante gli anni di pace apparente, hanno lavorato in segreto aspettando di veder compiere la loro vendetta.

Un dialogo aperto con gli anni Ottanta – Willow, la recensione

Willow dialoga apertamente con il film da cui la serie è tratta e, più in generale, con il genere fantasy degli anni ’80.
Lo fa soprattutto attraverso uno stile visivo molto specifico caratterizzato dai character design delle specie tipiche del fantastico come i troll, le streghe e i folletti e da coreografie che in nessun modo nascondono la loro finzione, il loro essere movimenti studiati a tavolino.

Willow.

Willow. Lucasfilm, Imagine Television, MGM Television.

Le spade sfiorano gli avversari che vanno al tappeto ugualmente, le inquadrature giocano con la credibilità dello spettatore sfidandola e dalle ferite – seppur mortali – non esce una goccia di sangue. La CGI, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è presente e quando c’è è anche ben curata, ma è concentrata maggiormente sui paesaggi e sul ricreare gli effetti scenici della magia. È soprattutto la storia che attinge alla tradizione fantastica – sia letteraria che cinematografica – utilizzando tutti gli stilemi più classici, ma facendoli avvicinare a quella che è la contemporaneità.

Gli elementi contemporanei – Willow, la recensione

A scatenare gli eventi e a essere il motivo per cui l’inusuale compagnia si mette in viaggio non è il solito rapimento della principessa di turno, ma il salvataggio di Airk. La principessa, al contrario di come accadeva nel fantasy qualche decennio fa, si mette subito alla ricerca del fratello, fiduciosa che le sue doti di combattente la porteranno lontano.

Alla principessa Kit è affidato un altro ribaltamento dei clichè: quello della storia d’amore tra la principessa e il cavaliere che deve proteggerla. Una storia d’amore proibita presente in molteplici libri che Willow riutilizza tramite una storia queer in cui la cavaliere che è al fianco di Kit da quando sono bambine è anche il suo interesse romantico.
Anche il prescelto è stato sostituito da un personaggio femminile il cui arco di trasformazione si basa sul racconto di formazione, per utilizzare un altro topos del genere di riferimento. Escludendo i gender swap, Willow mantiene ancorate le sue radici negli elementi che hanno reso il film così amato.

L’effetto nostalgia – Willow, la recensione

La struttura narrativa di Willow attinge a piene mani al fantastico e a tutti quei titoli così cari agli appassionati, primo tra tutti proprio il film da cui la serie è tratta.
Ma è facile ritrovare, nelle dinamiche che nascono ed evolvono nel gruppo e nelle tappe del loro viaggio, chiare ispirazioni a Il Signore degli Anelli. Come nelle migliori tradizioni, tutto ha inizio con un viaggio che li cambierà profondamente, rivelando ad ognuno di loro delle verità scomode, dei lati di loro che ancora non conoscevano e dei veri e propri cambiamenti. La storia di Willow è lineare e ha quel sentore di nostalgico che avvolge ogni scena, è una storia semplice quanto profonda, emozionante quanto divertente.

Willow.

Willow. Lucasfilm, Imagine Television, MGM Television.

Ogni episodio è un tassello che si va a sovrapporre all’altro e lo fa con estrema arguzia e umorismo (in questo il personaggio di Boorman interpretato da Amar Chadha Patel è una spanna sopra agli altri) procedendo spedito verso il climax. Willow non è una serie che punta sull’originalità e nemmeno vuole esserlo. Ogni passo che la storia compie ci dice già dove vuole arrivare, come vuole comporre il proprio percorso e come tutti i personaggi troveranno la propria strada. Il bello di Willow è proprio in questo. Il riscoprire una narrazione che sembrava troppo vecchia per poter essere apprezzata anche trentacinque anni dopo e moltissime serie tv dopo.

Il problema del target – Willow, la recensione

Willow è una serie young adult che si basa su molteplici citazioni effettuando così un’apprezzabile operazione nostalgia molto coraggiosa se guardiamo le serie tv fantasy indirizzate ad un pubblico che sono uscite negli ultimi tempi (The Sandman, House of the Dragon e, soprattutto, Gli Anelli del Potere per citare le tre serie fantasy uscite nel 2022 più famose), ma che sposa la volontà di giocare con la nostalgia del pubblico.

Willow.

Willow. Lucasfilm, Imagine Television, MGM Television.

Il problema principale di Willow è proprio questo: il target di riferimento. La serie ha le sembianze di un film per ragazzi dgli anni Ottanta, ragazzi che ora sono adulti. Per i nuovi spettatori, lo stile utilizzato da Willow può essere straniante ad un primo approccio, ma una volta che si è superata questa barriera, la serie rimane un prodotto d’intrattenimento molto piacevole.

 

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Willow

Voto - 7

7

Lati positivi

  • L'operazione nostalgia giocata con astuzia e mitigata da elementi che strizzano l'occhio alla narrazione contemporanea
  • La storia è semplice, lineare e senza grandi guizzi creativi, ma estremamente piacevole da guardare

Lati negativi

  • Sebbene sia uno young adult e un racconto di formazione, il target di riferimento è il pubblico affezionato al film

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