Women Talking: la recensione del film candidato agli Oscar 2023
In sala dall'8 marzo Women Talking, film diretto da Sarah Polley candidato a due premi Oscar
È in sala a partire dall’8 marzo Women Talking (qui il tailer), film scritto e diretto da Sarah Polley e candidato a due premi Oscar, nelle categorie di Miglior sceneggiatura non originale e Miglior film. La candidatura a Miglior sceneggiatura non originale è dovuta al fatto che la pellicola è tratta dal romanzo Donne che parlano di Miriam Toews del 2018, a sua volta liberamente tratto da fatti realmente accaduti in una colonia della Bolivia nel 2011. Ma scopriamo ora se questo film può essere adatto alla vostra serata e se merita queste due nomination.
Indice:
Trama – Women Talking Recensione
Nonostante si ispiri a dei fatti avvenuti nel 2011, nel film siamo nel 2010, in una colonia religiosa di mennoniti, dove uomini e donne di questo credo vivono insieme in questa comunità fuori dal tempo, senza social network, senza contatti col mondo esterno, con abiti antichi e dove le donne non sanno neanche leggere e scrivere, né conoscono la geografia del pianeta. Un giorno, però, scoprono qualcosa di sconvolgente: alcuni uomini della colonia, di notte le drogano per stuprarle, causando gravidanze involontarie o malattie. I criminali vengono arrestati e il resto degli uomini lasciano alle donne due giorni per decidere se perdonarli o meno, ma dichiarando che, se non li avessero perdonati, per questo Dio le avrebbe punite, non accettandole in Paradiso.
A questo punto, le donne decidono di votare per tre opzioni: rimanere nella colonia e far finta di niente, perdonandoli, rimanere e combattere per poter ottenere dei diritti in più, o andarsene. Si raggiunge un pareggio fra queste opzioni, e così ad alcune di loro è riservato il privilegio di scegliere se rimanere e combattere o andarsene. La maggior parte del film riguarda proprio questo dibattito.
Risposte al trauma – Women Talking Recensione
Tutte le donne che vediamo come protagoniste hanno subito gli stessi traumi, ma assistiamo, realisticamente, a diverse risposte a questi. Alcune di queste donne, un po’ come meccanismo di auto difesa, un po’ perché eccessivamente sottomesse al loro credo, fanno finta di niente e sembrano disposte immediatamente ad andare avanti; altre reagiscono con aggressività e desiderio non solo di giustizia ma anche di vendetta; altre ancora vorrebbero scappare e fare finta che nulla sia mai successo. Ve ne sono altre che hanno una reazione che si esprime attraverso evidenti stati di angoscia, come attacchi di panico.
Questa piccola comunità è tutto ciò che queste donne hanno conosciuto, hanno pochi metri di paragone e di giudizio e infatti hanno difficoltà a capire questa moltitudine di reazioni allo stesso avvenimento, arrivando ad accusare la ragazza che soffre di attacchi di panico a fingere la sua condizione per ottenere attenzioni. Questo non viene fatto per mettere delle ombre anche sui personaggi femminili della pellicola, ma semplicemente per mostrare in modo realistico delle reazioni che avrebbe chiunque in quel determinato contesto.
Da nomination agli Oscar? – Women Talking Recensione
Sulla sceneggiatura c’è poco da dire, è alquanto brillante. Oltre a riflettere sul ruolo degli uomini e delle donne in determinate comunità religiose, oltre a mostrare in modo estremamente efficace le varie risposte allo stesso trauma, questo film riflette anche su una frase che si è sentita spesso ultimamente, ovvero “not all men”, “non tutti gli uomini”. Questa frase, nella vita vera, è stata la risposta al movimento Me Too, movimento che serve a dar voce alle donne vittime di violenza sessuale. Trincerandosi dietro questa risposta si voleva distogliere l’attenzione dal problema della violenza sessuale, spostando il discorso sul fatto che non tutti gli uomini sono degli stupratori, il che è vero, ma non era quello il punto del discorso. Il “not all men” viene messo in bocca ad una delle protagoniste, in un contesto che mette in evidenza più che mai quanto possa essere fuori luogo. La nomination alla sceneggiatura è quindi assolutamente meritata, per tutti questi motivi.
Sulla nomination a Miglior film, si potrebbe avere invece qualche riserva. Contrapposto ad una sceneggiatura degna di nota, abbiamo infatti una pellicola il cui impianto visivo non convince appieno: la fotografia e la color correction sono davvero di scarsa qualità. La fotografia è cupa per voler sottolineare l’atmosfera, ma questa scurezza nei colori non è realizzata al meglio, sballando completamente la palette cromatica della pellicola e ciò si nota soprattutto sui volti pallidi che in certi frame anziché bianchi sembrano quasi azzurri, o l’erba quasi nera. Anche i costumi non sono stati realizzati al meglio. Per quanto la storia sia importante, il cinema rimane pur sempre un medium visivo e la componente visiva non dovrebbe essere trascurata.
Women Talking
Voto - 8
8
Lati positivi
- La sceneggiatura è brillante e offre interessanti spunti di riflessione
- Il comparto tecnico visivo risente di qualche difetto
Lati negativi