Your Name: la Recensione
Your Name
Your Name - 8
8
The Good
- trama avvincente, ricca di messaggi
- ottima fotografia
The Bad
- storia non originale al cento per cento
<Mi devo ricordare, mi devo ricordare il tuo nome>
“Your name” è un film di animazione del 2016, diretto da Makoto Shinkai, noto regista giapponese. Campione d’incassi in Giappone, Your Name è stato visto da 7 giapponesi su 10. Approda in Italia Il 23 24 25 di Gennaio con uno speciale videomessaggio registrato proprio dal regista stesso, affermando che è lieto di essere arrivato anche in Italia con il proprio film e tracciando i cardini della trama che ruota attorno ad un ragazzo ed una ragazza, sul fatto che ci si possa incontrare anche senza incontrarsi realmente. Come? Bhe, in sogno.
Il tuo nome è…
La trama infatti è semplice: Taki si sveglia un giorno nel corpo di una ragazza, Mitsuha, e la stessa cosa accade a lei che si risveglia nel corpo di Taki. Le loro sono due vite a confronto, due stili di vita completamente diversi: Mistuha vive in campagna, ad Itomori, dove la vita è tranquilla e monotona, mentre Taki vive nella capitale del Giappone, a Tokyo.
<Fa tesoro di questa esperienza. I sogni svaniscono dopo che ti svegli>
Mitsuha è una ragazza timida ed introversa, segue le tradizioni del suo paese, vive con la sorella e la nonna a casa di suo padre poiché la madre è morta. Taki sembra essere la sua controparte maschile, infatti è un tipo non tanto loquace, che lavora in un ristorante (il giardino delle parole, citazione del regista ad un suo film precedente) assieme a Miki, la capo cameriera di cui è innamorato. Il poter cambiare corpo e quindi vivere uno la vita dell’altra permette ai due di conoscersi, di aiutarsi e di affezionarsi tanto da volersi incontrare ma, ad un certo punto, la magia cessa, entrambi non sono più in grado di cambiare corpo.
Concetto importante all’interno del film è quello del tempo, “musubi” in giapponese, del mutamento e del suo scorrere, un po’ come fili che si intrecciano, si slegano ma alla fine si riallacciano. Alla stesso modo, le vite dei due personaggi si accavallano, fino alla consapevolezza finale che Itomori è stata distrutta 3 anni prima da un meteorite creatosi da una cometa, uccidendo 500 persone.
Il colpo di scena svelerà delle carte inaspettate all’interno della trama, enfatizzando il concetto di legame, molto più forte della lontananza. Aiutano il film le stupende e suggestive immagini, con inquadrature cinematografiche e paesaggi evocativi che descrivono la campagna e la provincia giapponese, la modernità e la tradizione. Care al cinema giapponese sono anche le scene naturali, con boschi e foreste, e distruzioni di quest’ultime.
“ Questo film l’ho fatto per me“, aggiunge Shinkai,” perché spero di incontrare quella persona che so che sta aspettando me“. È quasi un metacinema quello che mette in scena il regista, che sembra voler dire che nella vita ognuno ha un anima gemella, ha qualcuno che lo aspetta, bisogna solo aspettare, attendere che la si incontri e quando arriverà il momento lo sapremo, sapremo che è lei la persona che stiamo aspettando, come lo sa Taki e come lo sa Mitsuha.