Personaggi iconici: Il Freddo di Romanzo Criminale – La serie
Per la nostra rubrica Personaggi iconici oggi parliamo de: Il Freddo, uno dei protagonisti di Romanzo Criminale – La serie, interpretato da Vinicio Marchioni
Romanzo Criminale è, probabilmente, la serie che ha segnato uno spartiacque nel panorama televisivo (e non solo) italiano. Forte di un soggetto già ben strutturato (il libro Romanzo Criminale di Giancarlo De Cataldo) e di un abbastanza riuscito adattamento cinematografico, la serie in questione crea una netta separazione rispetto al passato.
Personaggi iconici: il Freddo di Romanzo Criminale – La serie
Prima di Romanzo Criminale, infatti, è difficile individuare un prodotto seriale italiano di vera qualità. In un periodo nel quale la serialità statunitense ha incominciato a dettare regole anche al cinema stesso, Romanzo Criminale ha fatto proprio quel linguaggio declinandolo in salsa amatriciana.
Il risultato è un prodotto eccellente sotto qualunque fronte: regia, sceneggiatura, recitazione, musiche. Tutto è praticamente perfetto in Romanzo Criminale – La serie. Buona parte del successo di critica e pubblico lo si deve, indubbiamente, ai personaggi che compongono l’universo della serie. E, più in particolare, i tre capi della Banda della Magliana sono quelli che hanno segnato e sono rimasti nell’immaginario collettivo.
Il personaggio più iconico di tutti è, probabilmente, Il Libanese, forte di un carisma da imperatore romano e di una ferocia insaziabile. Ma oggi vogliamo parlare di quello che per noi è il personaggio più profondo e complesso dei tre boss: Fabrizio Soleri, detto Er Freddo.
Tratto da una storia vera
Com’è noto ai più, Romanzo Criminale si basa sulla storia (vera) della Banda della Magliana, organizzazione criminale che ha dettato legge a Roma durante gli anni settanta e ottanta. E i cui ex componenti, ancora oggi, sembrano avere un ruolo di rilievo nella politica e negli affari della capitale. La serie è stata maestra nel portare in scena le atmosfere del tempo e i caratteri dei componenti della banda.
Il Freddo trova la sua controparte reale in Maurizio Abbatino, detto Crispino per via dei suoi capelli crespi. Ricercato dalle autorità italiane, Abbatino è stato per anni in esilio in Sudamerica, fino al 1992, anno in cui viene catturato. Da giovane criminale di Testaccio, Crispino si allea presto con Er Fornaretto e Renatino (Libanese e Dandi della serie).
Il triumvirato e la monarchia
Nella prima stagione di Romanzo Criminale – La serie la Banda della Magliana viene messa in piedi e gestita in maniera pressoché egualitaria dai tre capi. Il periodo di questo “triumvirato” segna il momento più alto della carriera criminale della Banda. Le “qualità” criminali dei tre creano un meccanismo imbattibile e di successo; Il Libanese, deciso, autoritario e spesso violento; Dandi, affarista e con ottime capacità di relazioni pubbliche; e Freddo, depositario della “saggezza” della banda. Riflessivo, ma allo stesso tempo freddo nel compiere i suoi crimini.
Come in tutti i poteri condivisi, questo tende spessp ad accentrarsi. In questo caso a prendere lo scettro del re è il Libanese. Una monarchia, la sua, che però dura poco. Ed è così che nella seconda stagione il triumvirato diventa un consolato a due. Dandi e il Freddo. Quando ciò accade, però, la banda è già divisa al suo interno. La mancanza del Libanese fa venire meno il collante del potere della banda. La sua violenza e intraprendenza erano caratteristiche che attiravano sia il Dandi, sia il Freddo, due persone che, senza il Libanese, difficilmente sarebbero entrate in società.
La morale criminale
La seconda stagione di Romanzo Criminale ci permette di approfondire molto il carattere e la filosofia di Freddo. Nella prima stagione Freddo rappresenta spesso la coscienza del Libanese, nei momenti in cui lo aiuta a non prendere scelte troppo avventate. Con la morte del Re de Roma il suo ruolo diventa ancora più primario di quanto non lo fosse già in precedenza.
Ma le idee del Dandi sono troppo diverse dalle sue: Freddo è un criminale “proletario”, di strada, che vuole restare tale. Dandi, dal canto suo, vuole far fare il salto di qualità alla banda, facendola alleare con Mafia e “Stato deviato”. Bastano pochi episodi per far si che la frattura diventi lampante e crei i presupposti per la fine della banda.
Un criminale decadente
Freddo è un personaggio enigmatico, pur nella sua semplicità: diretto, riflessivo e capace di ponderare le proprie azioni e quelle della banda. Tutto ciò deriva dal rigido codice morale che Freddo impone a sé stesso e a chi gli sta intorno. L’onore è più importante della ricchezza e del potere bruto. Questa sua morale gli rende impossibile accettare la deriva “imprenditoriale” e disonorevole che Dandi vuole imporre alla banda.
Alleanze con la Camorra, con la Mafia e con i servizi segreti italiani: Freddo sa che tutto questo non avrà altro effetto se non quello di sgretolare la banda. Una banda che è nata sotto il segno della condivisione, dell’autonomia e del profondo legame fra i componenti.
Freddo lo sa bene: seguire un codice morale così rigido può spesso portare a gesti estremi e distruttivi. Ed è proprio questo codice che gli fa perdere l’occasione di cambiare vita con l’amore della propria vita: Roberta. Ma la vendetta per il proprio amico e socio è più importante della donna della propria vita, e ciò porta il Freddo a perdere il suo amore. Non solo: anche la famiglia, il padre ed il fratello, verranno allontanati a causa del proprio codice, che non prevede sconti per nessuno.
Una coerenza verso il proprio codice morale e criminale che raggiunge il suo culmine verso la fine della seconda stagione, in cui il Freddo si spoglia di qualunque emozione e compie un gesto estremo in nome di quell’onore. Neanche gli amici di una vita saranno risparmiati dalla morale criminale del Freddo.
Vinicio Marchioni è stato davvero sorprendente nella resa del Freddo. Un personaggio parabolico, come tutti quelli della banda. Ma, mentre Libanese e Dandi subiscono un’evoluzione lampante nel loro percorso criminale, Freddo resta sempre sempre fedele a sè stesso. E sarà questa sua intransigenza a decretare prima il successo, e, poi, la disfatta della Banda della Magliana.