Avenue 5: recensione della serie fantascientifica con Hugh Laurie e Josh Gad
Le vicende di una nave spaziale abbandonata a se stessa, condite da sarcasmo e critica sociale
Una nave da crociera spaziale futuristica e lussuosa, e più di 500 passeggeri pronti a lasciarsi stupire dalle meraviglie della tecnologia e della scienza. Otto rilassanti settimane di viaggio da trascorrere facendo yoga, visitando il ponte di comando e abbuffandosi nel reparto ristorante. Ma cosa succede quando tutto (anche l’affidabilità dell’equipaggio) comincia andare a rotoli? Queste le premesse della serie televisiva statunitense Avenue 5, commedia fantascientifica del 2020 di cui vi presentiamo la recensione. La serie è prodotta da Armando Iannucci, definito il “messia della satira politica”.
Elemento, la satira, che qui è presente in dosi massicce, tramite le caratterizzazioni dei personaggi, tra i quali il capitano Ryan Clark / Hugh Laurie (Dottor House, Tomorrowland), il magnate Herman Judd / Josh Gad (La Bella e la Bestia, Assassinio sull’Orient Express) e l’assistente clienti Matt Spencer / Zach Woods (The Post, The Office). In attesa di scoprire quali sfortunati eventi attenderanno i protagonisti nella seconda stagione, ecco la recensione del primo capitolo di Avenue 5.
Usi l’alcol per riempire l’abisso lasciato dall’assenza dell’amore paterno? Allora vieni all’happy hour! Alle 5 del pomeriggio al Judd Sports Bar. Tuo padre non ci sarà… Non c’è mai stato. (Matt)
Indice
La trama – Avenue 5 recensione
Siamo quarant’anni nel futuro e l’uomo padroneggia i segreti della tecnologia e della scienza in modo magistrale. I più ricchi hanno la possibilità di salpare a bordo di lussuose navi spaziali per crociere indimenticabili tra i pianeti del Sistema Solare, ed è proprio quello che fanno Avenue 5 e i suoi numerosi passeggeri. Il magnate Judd non ha badato a spese per il suo progetto, e l’equipaggio sembra competente e sicuro. All’improvviso però un malfunzionamento tecnico getta nell’angoscia i passeggeri, che chiedono delucidazioni al Capitano Ryan e ai suoi sottoposti.
Ora che sono messi a repentaglio il rientro sulla Terra e le vite di tutti loro, il comandante si ritrova a dover rispondere senza sosta a dubbi e ad elargire rassicurazioni. Peccato che non sia in grado di farlo: è stato assunto da Judd per la bella presenza, così come il resto del gruppo che lavora sul ponte di comando. Un mucchio di attori con larghi sorrisi e abiti inamidati, ma con competenze nulle in materia aerospaziale. Per fortuna però ci sono veri ingegneri come Billie, che lavorano ai piani nascosti dell’astronave. Riusciranno a salvare la situazione e a tranquillizzare i passeggeri, senza raccontar loro tutta la verità? E come fare per nascondere il fatto che il brusco cambio di traiettoria ha allungato la permanenza sulla Avenue da 8 settimane a 3 lunghi anni?
Fede che nobilita o appiattisce?
Guardali. Hanno cosi tanta speranza sui loro volti. Oh, potessi essere un cretino felice anch’io. (Clark)
Per una serie di circostanze che vi lasciamo il piacere di scoprire, ad un certo punto la navicella è circondata dai liquami dei passeggeri, disgraziatamente attratti dal campo gravitazionale che il grande mezzo di trasporto ha creato. Judd pensa ad un modo per rendere la visuale meno disgustosa, ed ecco che il pattume si tinge di glitter e colori sgargianti, illuminato da fasci di luce stroboscopici. I passeggeri cominciano così ad osservare questo spettacolo grottesco più attentamente, e si accorgono che i liquami formano il viso del papa. Da quel momento, fedeli che pregano ad ogni ora nella chiesa dell’astronave, un predicatore improvvisato e una profonda speranza sui visi di tutti. Che fosse questo il segno di cui avevano bisogno per riacquistare la fede?
Oppure si tratta dell’ennesima distrazione che li tiene occupati per qualche giorno, prima di finire sepolta in una montagna di lamentele e discussioni? Avenue 5 spinge a riflettere sul ruolo della religione nella vita dell’uomo. Su quanto emerga solo in casi di emergenza invece di essere un pensiero abituale. Su quanto possa rendere gli uomini ciechi e creduloni nonostante l’evidenza. Forse si tratta della giusta misura tra affidarsi a un Dio più saggio e benevolo di noi, e prendere in mano la situazione quando si tratta di agire. Avendo fiducia nel potere della scienza e anche nelle nostre capacità. Sia pratiche, che mentali. Siamo più forti di quanto crediamo o l’unica speranza è che ci salvi qualche Deus Ex Machina? Allo spettatore l’ardua sentenza.
La giusta comunità – Avenue 5 recensione
Loro sono la tua gente. Sono idioti. Parla l’idiotese con loro! (Billie)
Mantenere la calma e la lucidità, per trovare delle soluzioni grazie al contributo di ciascuno. Se è vero che l’unione fa la forza, non dovrebbe essere difficile affrontare i problemi sorti dal guasto tecnico della nave spaziale. Le conoscenze degli ingegneri, la collaborazione dei passeggeri nel mantenere la calma e seguire le indicazioni. Più la capacità di distinguere cos’è giusto e sbagliato, cos’è razionale da cosa non lo è. Tuttavia l’uomo non è così semplice, anzi. Avenue 5 ci mostra la creazione di una nuova società spaziale, così avanzata a livello tecnologico ma non molto diversa da quella attuale in quanto a raziocinio, valori e priorità.
Un microcosmo, tra le lussuose aree dell’astronave, fatto di persone egoiste che pensano solo al proprio bene; di rivolte dal basso con una guida “dal popolo” che comunichi il loro malcontento (l’esplosiva Karen); di leader carismatici ma ben poco capaci (l’affascinante Clark). E così la critica verso la società moderna emerge anche attraverso i toni scherzosi della storia, prende in giro il nostro bisogno di rassicurazioni costanti e di seguire sempre chi afferma di avere in mano la verità. Tuttavia, essere superficiali e creduloni non dovrebbe più essere un’opzione; pensare con la propria testa dovrebbe avere la priorità sul resto, oltre che valutare le situazioni in un’ottica comunitaria e non individualistica. Nell’attesa che questo avvenga, la serie si augura che, in un futuro non troppo lontano, chi voglia avere voce in capitolo non debba per forza parlare “l’idiotese”.
Osservazioni tecniche – Avenue 5 recensione
Di certo l’ideatore della serie conosce il suo pubblico; confezionando un prodotto in grado di far divertire, suscitare disagio e frustrazione, e fare critica sociale in un colpo solo. Una prima stagione coi fiocchi dunque, che si prende in giro ma che è anche di qualità. Dal punto di vista tecnico, la colonna sonora è composta da melodie non estranee al genere sci-fi, senza dimenticare una vena allegra che strizza l’occhio alla comedy. Gli effetti speciali sono ben fatti ma al contempo così assurdi da risultare irrealistici. Ce lo dicono i produttori stessi tramite un personaggio, esperto in visual effects, che a un certo punto svela tutti i “dietro le quinte” dell’artificio televisivo: la quarta parete, l’efficacia di un buon cast per affascinare lo spettatore, la sottile linea che divide finzione e realtà.
Dal punto di vista contenutistico, Avenue 5 è un affresco spietato della società: egocentrica, superficiale, esibizionista e credulona. Le battute taglienti e non-stop pronunciate dai personaggi (ognuno con le proprie peculiari, assurde caratteristiche) comunicano grandi verità fingendo di essere finalizzate ad una risata e nulla più. Come la moda di frequentare uno psicologo anche per risolvere le minime incomprensioni di coppia (quello di bordo è già prenotato per un anno intero, grazie allo sconto del Black Friday). La capacità di cambiare opinione in continuazione a seconda del ciarlatano del momento. L’immaturità di chi, adulto e vaccinato, ha bisogno dell’assistente anche solo per rispondere a tono ad un passeggero esigente. Una serie che parla dei futuri noi, o meglio, di chi non dovremmo diventare (anche se siamo sulla “buona” strada). Cosa potrebbe non piacere: il sarcasmo portato sempre agli estremi e personaggi così fastidiosi da risultare frustranti. Tuttavia, resta un interessante elogio al grottesco da non perdere.
Avenue 5
Voto - 7.5
7.5
Lati positivi
- Cast divertente e perfettamente nella parte
- Parodia intelligente del genere sci-fi
- Stoccate sarcastiche e considerazioni sulla società
Lati negativi
- Così sopra le righe da poter risultare "frustrante" per alcuni spettatori
- Vena ironica portata sempre agli estremi