Dickinson: recensione della seconda stagione della serie distribuita da AppleTV+
Emily Dickinson ed il necessario bisogno di affermarsi in una società patriarcale
La prima stagione di Dickinson si conclude con la poetessa che prende finalmente consapevolezza del suo talento per la scrittura e afferma coraggiosamente di essere una poetessa. Con la sua ferma e sofferente voce, si rivolge al padre, dicendo: «Padre, sono una poetessa e non ho intenzione di morire. Intendo scrivere centinaia di migliaia di poesie proprio qui, in questa stanza. Le poesie migliori mai scritte da Emily Dickinson. E non c’è niente che tu possa fare per fermarmi». Scopriamo quindi come la storia si evolve nella nostra recensione della seconda stagione di Dickinson.
La comedy di AppleTV+ è tornata con dieci nuovi episodi. Al centro della storia, ideata da Alena Smith, c’è ancora la ribelle poetessa americana alle prese con il suo folgorante fuoco sacro. Hailee Steinfeld torna a dare voce ad una giovane donna e alle sue ambizioni in un’epoca difficile come quella del XIX secolo. Nei nuovi episodi, troviamo Emily divisa tra il desiderio di pubblicare le sue opere e la voglia di restare nell’ombra. La fama è il fulcro di questa seconda stagione di Dickinson. Puntata dopo puntata la poetessa sfiderà sé stessa, chiedendosi se è giusto cedere al fascino della notorietà.
Indice:
La trama – Dickinson 2, la recensione della seconda stagione
Sono una scrittrice. E scrivo e riscrivo poesie. Poi le metto in un cassetto e loro rimangono lì, nell’ombra, dove non vi sono altro che tenebre. Non è abbastanza, giusto? Non meritano di essere viste?
Emily Dickinson è una giovane poetessa che scrive nella solitudine della sua stanza, dove trova ispirazione e pace. Sue (Ella Hunt) vuole spingerla a pubblicare le sue opere e per questo decide di presentarle Sam Bowles, il direttore di un noto giornale. L’uomo è molto interessato alla pubblicazione di opere scritte da donne ma Emily viene assalita da forti dubbi. La poetessa dovrà capire se accettare la proposta del direttore e quanto questa scelta possa compromettere la sua vena artistica.
All’interno della storia, ruotano anche le dinamiche di tutta la famiglia Dickinson. Lavinia, la sorella minore di Emily, si innamora di Ship, che vuole sposarla e creare un’armoniosa famiglia insieme. Ma la ragazza è turbata dalle prospettive del matrimonio che non la renderebbero libera come desidera. Austin, il fratello maggiore, invece, si ritrova a fare i conti con le difficoltà che la vita coniugale comporta. Il suo matrimonio con Sue non è semplice ed il ragazzo si chiede cosa possa renderlo davvero felice. Dall’altro l’altro, troviamo Sue che vive la sua relazione con grande sofferenza. Per sopravvivere al suo ruolo di moglie e padrona di casa, decide di trovare nuove e colorate distrazioni. Sceglie così di creare un salotto letterario dove, di sera in sera, ospita alcuni degli intellettuali più importanti del paese.
La fama – Dickinson 2, la recensione
Il modo in cui vengono trattate le donne è molto ingiusto. Non appena otteniamo un po’ di fama o mostriamo un minimo di ambizione, veniamo schiaffeggiate con dei commenti orribili. Ci mettono dei bersagli sulla schiena.
La seconda stagione di Dickinson ha come tema centrale la fama. Emily è divisa tra la voglia di pubblicare le sue poesie e quella di restare nell’ombra e mantenere viva la sua arte. Nonostante sia Sue che Sam la spingano a mostrarsi, ha paura di non essere compresa. Inoltre, la poetessa pensa che la fama possa essere una pericolosa arma a doppio taglio per la sua creatività. Quando consegna una delle sue poesie a Sam, l’uomo ne è entusiasta e le comunica la volontà di pubblicarla sul suo giornale. Ma Emily, in attesa della pubblicazione, vive un momento di blocco, in cui non riesce più a scrivere. Quando ottiene la pubblicazione, si sente invisibile agli occhi delle persone e riflette su quanto la popolarità possa danneggiarla.
Le conseguenze dell’ambizione
Continuiamo la nostra recensione di Dickinson 2 sottolineando come la serie affronti anche le conseguenze della fama. Troppo spesso, una donna viene accusata di aver dato qualcosa di sé in cambio ad un uomo pur di emergere. Durante una serata nel salotto letterario di Sue, Sam esibisce Emily come una delle sue ultime scoperte. La poetessa proprio non ci sta ad essere vista in un modo che non le appartiene. Insieme a Sue, riflette su quanto sia crudele il loro mondo. Le parole di Sue sul maschilismo rappresentano uno dei momenti più profondi della serie. Significativo è l’episodio in cui Emily diventa invisibile agli occhi di ogni personaggio della serie. In modo abile e divertente, è possibile riflettere sullo scompiglio che la pubblicazione porta nella sua vita. Di volta in volta, la fama è affrontata in modo vivace e riflessivo.
L’indipendenza femminile – Dickinson 2, la recensione della seconda stagione
Al centro di Dickinson ci sono le donne ed il loro necessario bisogno di affermarsi in una società patriarcale. Emily è un’eroina ribelle, coraggiosa ed estremamente moderna. Il suo è un personaggio che afferra piccole e silenziose libertà personali. La sua persona si divide tra il voler essere ‘Qualcuno’ ed il voler restare ‘Nessuno’. In questa stagione, anche il personaggio di Lavinia si trova a dover analizzare le difficoltà di essere donna in un mondo in cui l’unica occasione possibile per affermarsi è quella di diventare una moglie. La piccola Dickinson non accetta ciò che il matrimonio comporta. In uno dei suoi più sinceri monologhi, afferma di vedere il matrimonio come un sistema creato per togliere la libertà alle donne e diventare proprietà del marito. Lei non ci sta e si chiede: “Non posso essere Vinnie e basta?”
Poi c’è Sue che non solo è la musa ispiratrice di Emily, ma è anche una giovane ragazza che sta diventando donna. Il matrimonio con Austin l’ha ingabbiata in un ruolo che, probabilmente, non desidera. All’inizio della stagione, si ritrova a vivere il dramma dell’aborto spontaneo, un dolore che prova a spingere via, senza affrontarlo. Pian piano si trasforma, indossa abiti eleganti e crea uno dei salotti letterari più ambiti del paese. Eppure, questo non le basta per essere felice. Insegue la sua indipendenza, ma soffoca continuamente ogni sentimento che prova. Il suo percorso verso la libertà è sofferente e reale. Nella seconda stagione di Dickinson, Sue è il personaggio con l’evoluzione più interessante ed umana.
Lato tecnico
Analizzando il lato tecnico di Dickinson 2, nella nostra recensione, emerge una narrazione dinamica, pur caratterizzata da qualche anacronismo. La serie è ideata dal produttore esecutivo Alena Smith che ha realizzato, anche in questo secondo capitolo, una serie di dialoghi moderni e colorati. Le evoluzioni dei personaggi della serie sono sempre più vicine a quelle dei Millenial. In ogni episodio, le reali poesie di Emily Dickinson vengono affidate alla narrazione e si trasformano in occasioni per la protagonista di crescere. La regia, così come la fotografia, consegnano agli spettatori spesso toni cupi ma estremamente intriganti. Anche in questa stagione, la colonna sonora è pop e ci regala canzoni come Wild Wild Woman di Your Smith e Picture My Face di Teenage Head.
I dialoghi sono sempre di più rafforzati da un grande spirito femminista. La serie vuole scuotere la nostra coscienza sul tema della condizione femminile dell’epoca. Il matrimonio, il ruolo di moglie e la credibilità della donna come artista sono temi sociali abilmente costruiti. Spicca l’interpretazione di Hailee Steinfeld, che è anche una delle produttrici esecutive della serie. Emily è vicina alle giovani donne di oggi, nelle aspirazioni e nei tormenti. La Steinfeld tesse una figura imperfetta e creativa. Diventa chiaro che il compito dell’attrice, di stagione in stagione, sia quello di rafforzare sempre di più la voce della poetessa. Un grande lavoro è stato fatto anche da Ella Hunt e Anna Baryshnikov. Le loro figure femminili, così diverse, donano intensità alla storia. Le loro voci colorate, spontanee, ma anche tremendamente addolorate, danno una possibilità alla narrazione di raccontare, senza mezzi termini, tutto quello che le donne provano, ancora oggi.
Considerazioni finali
Per concludere la nostra recensione di Dickinson 2, vi consigliamo di guardare anche questa seconda stagione. Ideale per chi ha amato serie in costume come Bridgerton e The Great. La serie su Emily Dickinson non vuole essere fedele alla biografia della poetessa, ma vicina ai giovani d’oggi. Con tematiche attuali, dialoghi moderni ed una colonna sonora vivace, è un prodotto versatile e camaleontico. Lo sguardo femminile è credibile e avvincente. Diventa spontaneo e naturale potersi identificare in ogni donna della serie.
La serie riesce a dare un meritevole spazio alle poesie di Emily Dickinson che non sono un contorno ma il fulcro di ogni episodio, diventando elementi tangibili. La credibilità di una serie come Dickinson è soprattutto merito di attrici giovani come Hailee Steinfeld che investe in una figura particolare tutta la realtà del suo tempo. La seconda stagione ci lascia con un confronto passionale ed emozionante tra Emily e Sue, il loro rapporto è costruito dalla Steinfeld e da Ella Hunt con grande impegno e si conferma uno dei pilastri del progetto. La serie avrà anche una terza stagione.
Dickinson
Voto - 8
8
Lati positivi
- Dialoghi moderni e temi sociali attuali
- La colonna sonora pop
- Le figure femminili sono dinamiche e coraggiose
Lati negativi
- La storia è talvolta anacronistica