Genius: la serie tv sul grande Albert Einstein targata National Geographic
Genius: il nostro parere sulla serie tv sul grande Albert Einstein, appena andata in onda su National Geographic.
Qualcuno ci crede, qualcun altro meno. Ma che la televisione abbia, negli ultimi anni, raggiunto e, forse, superato il cinema in termini di qualità, quantità nell’offerta di prodotti e in termini di nomi illustri coinvolti nei progetti, beh, questo è indubbio.
Uno dei prodotti di questo tipo più recenti è, senza alcun ombra di dubbio, il bellissimo “Genius”, serie tv antologica che ha raccontato e racconterà, nelle prossime stagioni, le vite di alcuni degli uomini più importanti della storia moderna, fra scienziati, artisti, politici e molto altro.
La prima stagione della serie non poteva che cominciare con la storia di quello che, probabilmente, è lo scienziato più influente, conosciuto e ammirato dell’intera storia delle scienze: Albert Einstein.
Rilasciata a maggio, e composta da 10 episodi che, come detti, sono stati mandati in onda da National Geographic, la serie vede figurare come produttore esecutivo nientemeno che Ron Howard, qui anche regista del primo episodio.
Le premesse per un prodotto di qualità, insomma, c’erano tutte, soprattutto se si considera l’attore che ha interpretato Einstein negli anni della sua anzianità: il premio oscar Geoffrey Rush.
Nonostante, però, l’utilizzo, ovvio, dell’attore australiano come marchio promozionale per le attività di marketing, la storia che vediamo trasposta sullo schermo vede maggiormente come protagonista l’Albert nei suoi anni più giovani, gli anni dell’università, dei primi amori e delle prime geniali, ma poco comprese, intuizioni sulla fisica.
A interpretare il giovane Einstein qui è Johnny Flinn, già protagonista di una delle serie britanniche, presente su Netflix, più interessanti e divertenti, Lovesick.
Flinn qui da prova di un talento attoriale e di un appeal davvero notevole, e si nota, soprattutto in lingua originale (caldamente consigliata), l’impegno profuso dall’attore nel doppio compito di calarsi nei panni del celebre scienziato, sia nel creare un continuum il meno percettibile possibile fra il giovane e il vecchio Einstein. Impressiona, infatti, come i due attori abbiano, si, dato un’interpretazione del personaggio, ovviamente, personale, ma come siano riusciti a mantenere dei tratti comuni, su tutti la pronuncia inglese, marcatamente tedesca, dello scienziato, mai perfezionata durante il corso della sua vita (tanto che il vecchio Albert, sentendosi parodiato in radio penserà “ma davvero parlo così?”).
Inutile commentare la prova attoriale di Rush: immenso come sempre, durante la parte della serie da lui interpretata non si potrà non pensare “È nato per questo ruolo”. Chapeau.
La vita di Einstein qui viene raccontata sfruttando i tempi lunghi che, ormai, la serialità permette. L’alternarsi delle vicende scientifiche e quelle private e personali, su tutte i rapporti dello scienziato con le numerose donne della sua vita, il suo rifiuto nei confronti di qualunque autorità imposta dall’alto, che sia una nazione o che sia un circolo di scienziati, e, infine, le sue tribolazioni dovute alla situazione degli ebrei in Europa e nel mondo, non risulta mai forzato ma, anzi, ci permette di approfondire in maniera sia analitica, sia emotiva, un personaggio così complesso e così geniale. Faremo sempre il tifo per Albert, durante il procedere della trama. Ma non potremo fare a meno di giudicare certi suoi modi di pensare e di agire, anche se, allo stesso tempo, riusciremo a compatirlo e comprenderlo. Si può fare riferimento, sicuramente, al rapporto con la sua prima moglie, Mileva, il vero amore della vita di Einstein, la quale vivrà il suo rapporto con quest’ultimo dapprima come una benedizione, poi come una maledizione che la incatenerà tutta la vita e le farà perdere i migliori anni della sua vita.
La ricostruzione dell’Europa, su tutte Germania, Svizzera e Stati Uniti, dalla fine dell’ottocento fino alla morte del protagonista, avvenuta nel 1955, risulta molto curata, sia nei dettagli, dai costumi alle regole sociali e morali di quei tempi, sia nel ricreare l’intero assetto internazionale di quei tempi, caratterizzati dalla disgregazione delle vecchie infrastrutture politiche e dalle due grandi guerre mondiali, nella seconda delle quali Einstein rivestirà un ruolo, suo malgrado, fondamentale.
Genius è una serie che non va persa, ma, al contrario, va vista e ammirata per ciò che è: la grande epopea di uno dei più grandi pensatori della storia umana.
La prossima stagione di Genius vedrà portata in scena la vita del grande pittore Pablo Picasso, e verrà rilasciata l’anno prossimo.