Recensione Raven’s Home: il ritorno di Raven Baxter
Era il 2003 e su Disney Channel si apprestava a debuttare una serie televisiva che avrebbe segnato migliaia di ragazzini, obbligando il canale a rivedere i propri piani di programmazione. Stiamo parlando di That’s So Raven, sit-com con protagonista Raven Baxter (interpretata da Raven-Symoné) nei panni di una stravagante adolescente dotata di preveggenza. Da allora risate, tipiche visioni fraintendenti e moralistici insegnamenti hanno accompagnato la generazione figlia dei metà 90 (tra cui il sottoscritto). Questo, almeno, fino alla sua cancellazione avvenuta nel 2007.
Sono passati ormai 10 anni; in quella che potremmo definire, croce e delizia, l’era dei revival, non poteva che far capolino anche il suddetto show. Debuttato il 21 luglio scorso, e conclusosi qualche giorno fa, per un totale di 13 episodi, stiamo parlando di Raven’s Home; il ritorno di Raven Baxter e della fidata amica Chelsea Daniels (Anneliese van der Pol), ora neo-divorziate, e alle prese coi propri figli. Già rinnovato per una seconda stagione, che arriverà probabilmente l’anno prossimo.
Raven’s Home: il ritorno di Raven Baxter e Chelsea Daniels
È passato tanto tempo, ma Raven e Chelsea sono ancora migliori amiche, nonostante la vita gli abbia riservato più di un tiro mancino. Raven ha da poco divorziato con lo storico primo fidanzato Devon Carter, dal quale ha avuto due figli, Nia e Booker; inoltre, ha realizzato grottescamente il suo sogno per la moda, finendo per diventare stilista sì, ma per cani; Chelsea è la madre di Levi, di cui si occupa unicamente, dopo il divorzio con Garrett, dovuto al suo arresto per frode fiscale. La ritrovata amicizia e i problemi economici spingeranno le due a trasferirsi a Chicago, affittando casa insieme. Andrà tutto per il verso giusto? Indubbiamente no. Specie considerando come Booker (Isaac Ryan Brown), il problematico figlio di Raven, abbia inaspettatamente ereditato lo strano potere dalla madre.
Raven’s Home: non un reboot, non un sequel diretto
Dalla trama, Raven’s Home potrebbe sembrare il passaggio di testimone fra Raven Baxter e il figlio Booker; una sorta di reboot narrativo con le ex-protagoniste rilegate sullo sfondo. Non lo è, di certo. Come non è di certo un sequel diretto dello show madre. Ed uno dei punti di forza di Raven’s Home è proprio questo: molta presenza scenico-narrativa delle due madri per i più nostalgici, ma non così citazionista da risultare incomprensibile per chi non abbia ancora visto la prima serie (sebbene le citazioni non si sprechino, dagli Boyz N Motion a Las Agna passando per il ricordo del Chill Grill). Rivolto sia ai vecchi che ai nuovi fan, dunque.
Raven’s Home: i personaggi
Questo sostanziale equilibrio si riverbera poi sui personaggi, ognuno coi propri spazi e momenti comici. Raven è il solito mostro da palcoscenico dagli strambi balletti; ma è anche madre premurosa e, come allora, piuttosto insicura. Basti pensare alla sua clownfobia; o al fatto che non abbia rilevato nulla ai propri figli sul suo potere. Anche Chelsea non è cambiata affatto: solita dedizione alla scemenza e al non sense, capace però di digrignare i denti quando serve, o di consolare l’amica nei momenti di bisogno. Il figlio di quest’ultima, Levi (Jason Maybaum), è probabilmente il migliore della nuova generazione: una sorta di Young Sheldon, esilarante nel botta e risposta e nell’atipico rapporto con la madre; geniale a modo suo e sicuro di sé.
Tra Booker e Nia, i due gemelli di Raven, prevale il primo, complice l’eredità medium-narrativa. Non soltanto la preveggenza in sé, ma anche l’animo combina-guai e l’incapacità di cambiare il futuro, ma di determinarlo indirettamente. Nia (Navia Robinson), pur non sfruttando appieno il suo potenziale, risulta comunque ben caratterizzata; la più matura e riflessiva tra i due gemelli, nonostante mostri comunque qualche lato debole (è, pur sempre, una bambina). Quest’ultima, inoltre, divide lo schermo con la vicina/migliore amica Tess (Sky Katz). Ed anche Tess è promossa a pieni voti: nonostante la partenza in sordina, la solida e tenera amicizia con Nia finisce per entrare ben presto nel cuore degli spettatori. Nel complesso un poker di giovani personaggi ben interpretati, e coi propri tratti distintivi.
Recensione Raven’s Home: conclusione
Nell’era dei revival riportare in auge un format così obsoleto, col rischio di snaturarlo, facendo imbufalire i fan di vecchia data; indubbiamente la scelta degli autori è stata coraggiosa. Non soltanto: da un lato mantenere la stessa struttura archetipica, con tanto di personaggi e citazioni, è accorto fanservice; dall’altro arricchirla con un umorismo anche più tagliente e adatto ai giorni nostri, oltre che dalle solite ma quantomai azzeccate lezioni di vita, è il colpo di genio. Se quindi cercate una sit-com da guardare in famiglia, esilarante e riflessiva quanto basta, che vi farà tornare nostalgicamente bambini, Raven’s Home farà proprio al caso vostro. Perché probabilmente Raven’s Home è il revival di cui avevamo bisogno, ma non quello che ci meritiamo (ad oggi pochissimi articoli sul web: considerando che metà target è indirizzato verso i figli del web e dei social, uno score piuttosto debole).
RAVEN'S HOME: Pregi & Difetti
Rating - 7
7
The Good
- i personaggi
- il cast
- è divertente
- sa anche far riflettere
The Bad
- qualche colpo a vuoto
- avrebbe potuto dare anche di più