The Deuce 1×01: James Franco e quella puzza di capolavoro
Recentemente ha fatto il debutto un nuovo show dell’emittente HBO. Si tratta di The Deuce, con protagonisti James Franco e Maggie Gyllenhaal. Di seguito le prime impressioni sull’episodio pilota (recensione the deuce 1×01).
La scorsa domenica è andato in onda il corposo (84 minuti!) episodio pilota della nuova serie made in HBO: stiamo parlando di The Deuce, drama ambientato nei bassifondi newyorkesi con protagonisti attori del calibro di James Franco e Maggie Gyllenhaal. La serie è co-ideata da due mostri sacri quali David Simon e George Pelecanos, già conosciuti per The Wire; la trama ruota attorno alla legalizzazione dell’industria pornografica in tal periodo, tra diffusione dell’HIV e traffico di cocaina.
Un porn-drama, potremmo definirlo. O anche no: ed il pilot ne è la dimostrazione. Nei primi 84 minuti, infatti, c’è ben poco sesso rispetto a quello che ci aspetteremmo da una tale serie, HBO per giunta. E va benissimo così: la volontà del duo d’autori, David Simon e George Pelecanos, è stata quella di definire in primis uno scenario realistico e tratteggiato, verosimilmente all’ambiente newyorkese anni ’70; all’interno del quale calare, poi, dei personaggi ben caratterizzati. Non si parla ancora di industria pornografica e del suo fenomeno. Bensì di un massiccio ritratto umanistico costellato da prostitute, papponi, baristi in cerca di gloriosa scalata sociale. Ne avevamo parlato in un articolo qualche settimana fa: conoscendo gli autori, la cura della sceneggiatura sarebbe stato il punto nevralgico dell’intera serie.
Un po’ come accaduto una decina d’anni fa con The Wire: la Baltimora anni ’90 cede il passo alla New York anni ’70; la lotta tra criminalità organizzata e forze dell’ordine (con relative digressioni sociali e punti di vista) fa spazio a quella interna, dei vicoli malfamati newyorkesi; la volontà di costruire un ambiente realistico ricamandoci sopra un repertorio variegato di personaggi ottimamente costruiti, ognuno col proprio identikit psicologico… Beh, quella è sempre la stessa.
Un lavoro certosino e di sicuro impatto. È incredibile come gli autori siano stati in grado di costruire, ancora una volta, personaggi, anche marginali, ben identificabili; nonostante il poco tempo in-screen, essi restano comunque impressi nella mente dello spettatore come in ben poche altre occasioni.
I protagonisti, paradossalmente, faticano a carburare.
James Franco interpreta due gemelli, Vincent e Frankie Martino; il primo un barista con problematica famiglia al seguito, il secondo un incallito scommettitore combinaguai; entrambi risultano, invero, piuttosto stereotipati, ma siamo sicuri che sapranno emergere negli episodi a seguire. D’altronde fin dai tempi di The Wire gli autori non hanno mai fatto sconti a nessuno. Basti pensare alla quarta stagione, quando l’effettivo protagonista, Jimmy McNulty, finiva per sparire poiché estraneo all’intreccio narrativo del momento. A prendersi la scena è invece Maggie Gyllenhaal nelle vesti di Candy, una professionista libera del settore (una prostituta senza pappone al seguito!) il cui cinismo fa il paio con un background piuttosto interessante; e la cui interpretazione attoriale è, indubbiamente, d’elevato spessore.
Per il resto, la regia di Michelle MacLaren, rinomata regista di serie quali Game of Thrones e Breaking Bad, fa il suo; così come la fotografia che ben spazia tra il pittoresco e i colori ambientali degli esterni e le atmosfere più ruvide e meno sgargianti degli interni; infine la colonna sonora contribuisce, grazie all’ottimo Curtis Mayfield, a catapultarci nell’ecosistema designato. Grandi nomi, grandi temi, tanta ambizione: questo, in sostanza, è The Deuce. Sarà abbastanza per sopravvivere? Vynil, serial simile sotto questo punto di vista, fu bocciata appena un anno fa.
The Deuce potrebbe, però, sorprendere. I costi sono sicuramente più contenuti, i nomi dietro potrebbero portare gli ascolti della nicchia, mentre la trama e gli attori protagonisti (soprattutto James Franco!) potrebbero fidelizzare il pubblico generalista. Ci sono tutti gli ingredienti per una buona riuscita del tutto.
Un’opera i cui primi passi sono già da gigante; ma la cui narrazione non è per tutti.
Se cercate l’azione, i colpi di scena e i ritmi più serrati, beh, The Deuce non fa proprio al caso vostro. Diversamente, se cercate una narrazione coerente e priva di buchi, con un glossario di personaggi ben rappresentati e interpretati. Se cercate l’uomo, e non la storia dell’uomo, allora The Deuce farà indubbiamente per voi.
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