10 film da guardare che hanno segnato la storia del cinema! (Parte II)
5 – 2001: Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick
Il 1968 è un anno fondamentale della storia dell’umanità contemporanea. Anche la storia del cinema viene segnata nel profondo da molte pellicole. Tra queste c’è 2001: Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick. Un’opera, che come il regista, sta in quel limbo tra Hollywood e il cinema europeo e che per ciò la rendono irripetibile. Un’ispirazione per tutte le successive generazioni di registi di fantascienza e non.
La trama di quest’opera è difficile da raccontare in poche parole. Dopo la nascita dell’uomo e la “scoperta” della tecnica che può facilitargli la sopravvivenza, lanciamo un osso in aria. Un lancio che ci fa fare un salto di decine di migliaia di anni e approdiamo nel futuro in cui sulla luna è stato ritrovato un monolite che potrebbe rappresentare la presenza di forme di vita intelligenti presenti nell’universo e diverse dall’uomo. Così viene preparata una missione spaziale per seguire la radiazione emanata dal monolite, che mira dritta verso Giove. Tuttavia la missione per i nostri astronauti non si rivelerà semplice causa anche il troppo potere di Hal 9000 computer di bordo dell’astronave.
2001 Odissea nello spazio non può essere un film da guardare per capirne almeno il significato. Il “cinema” qui è solo un mezzo per fare delle filosofia; ma è proprio la complessità del massaggio di fondo che da forza alla pellicola di Kubrick. Per lo spettatore questo è un film da vedere con attenzione per scoprire i significati di alcune sequenze non immediatamente comprensibili; un’opera oscura da cui non si smette mai di imparare.
Inoltre quest’opera è La summa di simmetria visiva e compositiva, sonora e di montaggio. Un film da guardare perché saprà stregare la mente dello spettatore curioso anche nelle lunghe sequenze di silenzio e di vuoto assoluto. La “carrellata cosmica” non la scorderete mai.
6 – Chinatown di Roman Polanski
Roman Polanski tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70 transita nel movimento della New Hollywood, rappresentato da registi come Martin Scorsese e Francis Ford Coppola. Alle idee di questo movimento unisce la sensibilità del cinema d’autore europeo e le tragedie della sua vita privata. Nel 1974 riscrive la storia del cinema noir e non dando alla luce un capolavoro come Chinatown, il nostro sesto film da guardare.
Jake Gittes (Jack Nicholson) è un investigatore privato assoldato da una donna (Faye Dunaway) convinta che il marito la tradisca. Il presunto traditore è un ingegnere che dirige il dipartimento delle acque pubbliche di Los Angeles. Nel corso della sua indagine Gittes scopre che la donna che gli aveva chiesto aiuto non era la moglie dell’ingegnere. Quest’ultimo viene poco dopo trovato morto. Confuso e desideroso di far chiarezza il detective si invischierà in affari ben più grossi di una semplice infedeltà.
Chinatown è film da vedere attentamente per capire come la disillusione di Polanski squarci il velo che circonda la sfavillante Los Angeles. Teatro di intrighi politici, affari sporchi in cui a rimetterci sono sempre i ceti meno abbienti. Inoltre il regista tratta alcuni taboo occidentali, i particolare l’incesto, e come gli uomini ricchi e potenti si sentano in grado di potersi alzare al di sopra della comune morale senza subire ripercussioni.
E ancora Chinatown è un film da vedere e rivedere per come riscrive i canoni del genere noir. Il detective con un passato tenebroso e poco chiaro, la femme fatale che può rovinare gli uomini mossi da nobili intenzioni. Ma, può rovinare anche coloro che perseguono il proprio interesse personale, proprio come Gittes all’inizio della storia. E infine l’ambientazione con colori cupi che sono l’emblema della decadenza, non solo di Los Angeles ma di tutto l’occidente.
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